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Il Savoia batte il Rende, ma solo grazie ad un calcio di rigore

 

Savoia-Rende 1-0 

4´pt rig. Scarpa (S)

Savoia: Maiellaro; Petricciuolo, Stendardo, Terracciano, Viglietti; De Liguori, Gargiulo; Tiscione, Carotenuto (9´st Manzo), Scarpa (43´st Criscuolo); Del Sorbo (31´st Meloni). A disp. Rinaldi, Di Pietro, Bizzarro, Mocerino, Ruscio, Esposito. All. Feola

Rende: Greco; Miceli, Piromallo, Ginobili, Marchio; Irace (34´st El Hadjakatim), Deffo, Fiore, Grisolia; Pignatta, Caruso (34´st Basile). A disp. De Brasi, Petrassi, Iannelli, Spagnuolo, , Ruffo, Crispino, Lenti. All. Giugno

Arbitro: Fiorini di Frosinone
Assistenti: Burgi di Matera e Campanella di Venosa
Ammoniti: Marchio (R), Terracciano (S), Gargiulo (S), Fiore (R), Ginobili (R)
Espulso: Terracciano (S) e Ginobili (R) per doppia ammonizione

 

All’andata finì 1-5 per il Savoia. Una sconfitta che a Rende ricorderanno per parecchi anni. Oggi, dopo un intero girone d’andata, la situazione in classifica dei calabresi non è migliorata di molto, ma grazie ai nuovi innesti e ad un bel gioco, la squadra di Giugno è riuscita a tenere testa alla regina del campionato, grazie ad una prestazione maiuscola. Solo un calcio di rigore ha piegato i biancorossi, che hanno affrontato l’intera partita a viso aperto, con coraggio e sprazzi di bel gioco. Il Savoia scende in campo praticamente con lo stesso undici di Torrecuso, con l’unica novità di Tiscione che torna dal primo minuto. Il Rende, invece, schiera Greco tra i pali al posto di De Brasi e Fiore dal primo minuto, dopo la panchina di domenica scorsa.  Dopo 4 minuti, Tiscione si procura un penalty per un atterramento in area da parte di Marchio. Sul dischetto Scarpa spiazza Greco per il gol che vale l’1-0. Il Rende non molla la gara e sfiora il gol con Caruso. Il giovane attaccante del Rende si incunea in area, ma viene fermato da un miracoloso intervento di Stendardo. Mezz’ora più tardi è ancora il Rende con Pignatta a sfiorare il gol del pareggio. La punta biancorossa raccoglie una corta respinta della difesa e spara in porta a botta sicuro.  A portiere battuto, è  Terracciano a salvare il risultato con un tackle miracoloso.  Il Savoia rimane anche in 10, ma il Rende non riesce a pareggiare.

 

Gaspare Guzzo Foliaro

Squadra Punti G V N P Gf Gs G V N P Gf Gs G V N P Gf Gs
1. Savoia 49 19 16 1 2 49 14 9 9 0 0 28 4 10 7 1 2 21 10
2. Akragas 46 19 15 1 3 42 13 9 8 1 0 25 5 10 7 0 3 17 8
3. Cavese 34 19 9 7 3 40 22 9 5 3 1 22 11 10 4 4 2 18 11
4. N. Gioiese 33 19 9 6 4 28 16 10 4 3 3 11 8 9 5 3 1 17 8
5. Torrecuso 33 19 9 6 4 26 20 9 6 2 1 14 4 10 3 4 3 12 16
6. Agropoli 30 19 8 6 5 29 20 9 6 1 2 15 6 10 2 5 3 14 14
7. Noto 28 19 7 7 5 27 31 10 4 5 1 14 11 9 3 2 4 13 20
8. Battipagliese  27 18 7 6 5 33 27 9 3 4 2 16 13 9 4 2 3 17 14
9. Orlandina 27 19 7 6 6 27 28 9 5 2 2 15 14 10 2 4 4 12 14
10. Hinterreggio 26 19 7 5 7 20 21 9 5 1 3 12 11 10 2 4 4 8 10
11. Montalto U. 26 19 6 8 5 23 25 10 5 5 0 13 5 9 1 3 5 10 20
12. Pomigliano 24 19 6 6 7 20 22 9 4 2 3 11 9 10 2 4 4 9 13
13. Due Torri 20 19 4 8 7 23 28 10 4 4 2 12 8 9 0 4 5 11 20
14. C. Messina 16 19 3 7 9 22 34 10 1 5 4 13 21 9 2 2 5 9 13
15. Vibonese 15 19 3 6 10 12 27 9 1 4 4 6 15 10 2 2 6 6 12
16. Rende 12 19 2 6 11 11 30 10 1 3 6 7 19 9 1 3 5 4 11
17. Licata (-1) 7 19 1 5 13 12 38 10 1 3 6 8 21 9 0 2 7 4 17
18. Ragusa  6 18 1 3 14 13 41 10 0 2 8 8 22 8 1 1 6 5 19

Cosenza – Casertana, la vittoria degli Ultras.

Ha il sapore di una festa la sfida tra Cosenza e Casertana, ed effettivamente di questo si tratta: una grande festa sugli spalti che fa passare in secondo piano la partita, ad onor di cronaca abbastanza bruttina sul piano tecnico, e le polemiche ad essa successive, accese in sala stampa dall’allenatore ospite Ugolotti.

Nel giorno delle sfide al vertice – si giocava alle 15:30 Foggia – Teramo terminata 1 – 1, ndr – Cappellacci torna alla formazione standard, con Castagnetti in mediana coadiuvato dalle mezzale Bigoni e Giordano. Blondett torna terzino e Pepe centrale. Davanti rientra dal primo minuto Mosciaro, in panchina si accomodano sia Calderini che Napolano.

“Non è una partita, è una festa infinita… Cosenza – Caserta per tutta la vita!” Questo lo striscione esposto nel Settore Ospiti dai tifosi della Casertana; i tifosi padroni di casa ricambiano con una bella coreografia che ripropone gli stemmi delle due società, insieme ad uno stendardo  sottostante che recita “Uniti per sempre”. In campo la prima emozione, per così dire, arriva al quinto, quando Agodirin scende sulla destra e provoca un flipper ben interrotto da Frattali; risponde immediatamente Alessandro, che imbeccato da De Angelis, prova un tiro cross ben smanacciato dall’esperto Fumagalli. Nel dormiveglia dei minuti successivi la Casertana passa in
vantaggio: su un pallone che sembra uscito si avventa una non  meglio identificata maglia bianca che mette al centro: Agodirin è lì e nel sonno della difesa rossoblu beffa un incolpevole Frattali. Episodio da moviola attorno al venticinquesimo: Alessandro entra in area dalla sinistra e viene messo a terra: il signor Fiore di Barletta giudica l’episodio come simulazione dell’ala rossoblu ed ammonisce l’argentino, che poco dopo, evidentemente innervosito, entra in malo modo su Mancino, venendo graziato del secondo giallo. I lupi sfiorano il pareggio alla mezz’ora quando Pepe svetta su corner di Castagnetti: sulla linea viene anticipato il tap – in di De Angelis. Quando non sono passati che quattro minuti dalla precedente occasione, punizione dal limite per gli ospiti: Mancino pennella un capolavoro che si deposita laddove si annidano i nemici dell’igiene. Zero – due non troppo meritato ma che, comunque, è arrivato. Certo nei primi quarantacinque il Cosenza non ha creato molto, ma dal canto suo la Casertana non ha avuto che le due occasioni delle marcature. Prima della sirena c’è tempo per alcuni episodi importanti: Rinaldi va a palla lontana su Mosciaro, franandogli addosso: lo scontro tra capitani viene punito con il rosso per il numero sei ospite, che costringe dunque i suoi a continuare la partita con l’uomo in meno. Altro rigore negato al Cosenza al minuto quarantacinque: Bigoni scende sulla fascia e mette in mezzo: Mosciaro si coordina per una spettacolare sforbiciata ma il neo entrato gli toglie il pallone con la mano dal piede in maniera netta: sarebbe rigore ed espulsione, ma il direttore di gara non vuole sentire ragioni ed anzi ammonisce Pepe per proteste. Proprio allo scadere, ancora il Capitano, solo davanti a Fumagalli, spara alto.

Nella ripresa Cappellacci butta dentro Calderini togliendo Pepe, passando dunque a due a centrocampo, con Blondett in mezzo alla difesa e Bigoni basso a destra. A Mosciaro l’onore di inaugurare la prima frazione con un tiro a giro che si abbassa poco dopo la traversa. I rimpianti crescono quando i centrali ospiti bucano un brutto cross di Palazzi, ma Calderini viene colto alla sprovvista. Si tratta comunque del preludio al gol che arriva con De Angelis, pronto a raccogliere un batti e ribatti nato al limite dell’area di rigore. Il Cosenza ci prova a dieci minuti dalla fine con una punizione di Mosciaro poco alta sulla traversa. La carta degli ultimi cinque minuti per Cappellacci si chiama Napolano, che subentra ad Alessandro. E proprio dal piede di Napolano arriva il cross spizzato da Blondett che Calderini corregge in rete da due passi: pari ed ovazione assoluta per il furetto in biondo. La partita termina così sul due a due, incredibilmente senza recupero.

Prestazione, come detto, discutibile dei Lupi, che trovano comunque la forza di recuperare un match che sembrava finito dopo i primi quarantacinque. Resta il rammarico per quello che sarebbe potuto essere e non è stato, ma tant’è: un punto che non fa classifica, visto il pareggio del Teramo, ma tanto morale, e che dimostra nuovamente il carattere degli uomini di Cappellacci, se ce ne fosse di bisogno. Disastroso l’arbitraggio del fischietto di Barletta, autore di sviste colossali che avrebbero potuto cambiare la partita: l’aiuto dei segnalinee non è stato dei migliori, ma il contributo in negativo dell’uomo in giallo è stato essenziale per l’innervosirsi del match.

Una nota di merito, in chiusura (perché, come dimostra Livio nel parlare di Annibale, le cose importanti vanno poste in conclusione), va alle due tifoserie, autrici di uno spettacolo meraviglioso. Potrebbe trattarsi di uno degli spot più belli per il calcio, e di un messaggio indirizzato a chi vede negli Ultras – Ultras, non teppisti – il male infinito del Calcio Italiano. Lo spettacolo abominevole oggi, erano le simulazioni avvenute dal sessantesimo in poi, non ciò che è avvenuto sugli spalti. Meditate, gente, meditate, prima di giudicare ciecamente.

Francesco La Luna

 

COSENZA 2 – 2 CASERTANA

COSENZA:  Frattali; Blondett, Pepe (’45 st Calderini), Guidi, Mannini; Castagnetti (’70 Criaco), Bigoni, Giordano; Mosciaro, De Angelis, Alessandro (’85 Napolano).

CASERTANA: Fumagalli; Antnazzio, Conti, Rinaldi, Bruno; Alvino (’38 Alterio), Cucciniello, De Marco (’58 Bacio Terracino), Cruciani; Agodirin, Mancino (’80 Chiavazzo).

MARCATORI: Agodirin, Mancino (CA), De Angelis, Calderini (CS)

AMMONITI: Pepe, Calderini, Castagnetti, Alessandro (CS); De Marco (CA)

ESPULSI: Rinaldi (CA)

Derby alla Vibonese: Montalto beffato nel finale da Petta

  Serie D – Girone I – 19^ Giornata

La Cronaca: Arriva la prima vittoria per la Vibonese davanti al suo pubblico e sfata cosi’ il tabù del “Luigi Razza”, che fino a questa gara non aveva mai visto i suoi beniamini uscire con il bottino pieno dei 3 punti. La vittoria arriva però solo nel finale grazie ad una convulsa azione, scaturita da un calcio da fermo battuto da Curcio e poi finalizzato nel migliore dei modi da Petta. Insomma: il massimo risultato con il minimo sforzo, che per gli uomini di mister Ammirata però vuol dire anche ricevere una boccata d’ossigeno di vitale importanza visto che adesso la soglia per uscire dal tunnel dei play-out è distante solo 5 punti. Il Montalto in pratica resta negli spogliatoi anche per i primi ’20 minuti della gara dove ad avere occasioni buone per un ipotetico vantaggio sono solo i padroni di casa, prima con Saani e poi con Allegretti. Il finale di primo tempo ha visto il gioco spezzettarsi per i tanti falli che si sono susseguiti in campo(questo a sottolineare anche la tensione presente come è anche comprensibile in un derby). Poi c’è stata  una timida reazione dgli ospiti che si materializza solo con un velletario tentativo di Mazzei. Nel secondo tempo, tra i cambi e qualche ammonizione ci sono state poche occasioni da gol, a parte il legno colpito da Calzolaio al 70′. E’ il preludio al vantaggio, che stenta però ad arrivare. Ma proprio nel momento in cui la gara sembrava trascinarsi sul risultato di parità arriva la rete di Petta(un difensore) che sancisce definitivamente la vittoria per i rossoblù, i quali non sembra abbiano rubato nulla, anzi si sono dimostrati capaci di credere fino all’ultimo di poter raggiungere il  risultato pieno. Arriva cosi’  la prima sconfitta del 2014 per gli uomini di mister Petrucci, che ora devono guradarsi anche alle spalle perchè la zona play-out incombe come un macigno.

IL TABELLINO DEL MATCH:

Vibonese –  Comprensorio  Montalto   1-0

Marcatori: Petta (88′)

Vibonese: Loccisano, Petta, Calzolaio, Koffi’, Porpora, Chiarello(46′ Pollina), Salese, Cosenza, Saani(90′ Savasta), Cocuzza,  Allegretti(76′ Curcio)   All:  Sign. Ammirata

Montalto: Ramunno, Perna, Morelli, Mazzei(78′ Franchino),Scarnato, Occhiuzzi, Catalano, Basile(89′ Salandria), Buccino(62′ Fazio), Zangaro, Piemontese   All: Sign. Petrucci

Ammoniti: Calzolaio(V), Cosenza(V), Pollina(V), Salese(V), Scarnato(M),Catalano(M)

Recupero:  ‘3 pt, ‘5 st

Classifica: Montalto 10° a quota 26 punti, Vibonese 15^ a quota 15 punti

Prossimo Turno – 19/ 01/ 2014, ore 14:30 : Il Montalto ospiterà la Battipagliese al “Romolo di Magro” mentre la Vibonese è attesa dalla trasferta a Messina contro Città di Messina.

Roberto Adimari

La Reggina compie 100 anni. La storia del popolo amaranto…

 

Di – Pasquale Barreca  La  Reggina festeggia un secolo di calcio, un secolo di sconfitte e di vittorie, di ascese e di declini, pagine di sport, di uomini, di trofei e anche di errori, di una realtà che è sopravvissuta al fallimento e che ha saputo, negli anni, risalire la china dalle serie minori fino alle più folgoranti vittorie in serie A. Ripercorriamo le tappe che hanno segnato un secolo di calcio a Reggio Calabria.

Era l’undici gennaio del 1914, quando sessantuno impiegati pubblici sottoscrivevano un atto collettivo con il quale si impegnavano al versamento annuo di una quota di quindici lire a testa e davano origine all’Unione Sportiva Reggio Calabria. In quegli anni non si disponeva di un vero e proprio campo sportivo e si era soliti disputare le partite presso i cosiddetti “Campi francesi”: dei terreni di gioco in terra battuta, ubicati presso l’attuale zona degli Ospedali Riuniti e del rione Modena. Fu solamente nel 1922 che nacque il primo vero stadio: la Lanterna Rossa, situato nei pressi della darsena del porto ed inaugurato nel 1924. Nel 1926 a causa di lavori all’interno del porto, venne ordinato lo sgombero della Lanterna Rossa a ciò seguì l’abbandono di ogni attività sportiva. Fu Giuseppe Vilardi a rilevare la società, nel 1928, e a rinominarla Unione Sportiva Reggina con sede in via Demetrio Tripepi. E fu lui a costruire un nuovo impianto di gioco. Nacque il Sant’Anna: un campo ottenuto grazie alla spianatura di un terreno nell’omonimo rione della città. L’inaugurazione avvenne il 4 novembre 1928: l’U.S. Reggina perse contro il Vomero di Napoli per 0-3. Nel 1932, in occasione della settima giornata di campionato di Prima Divisione 1932-1933 Reggina – Siracusa, venne inaugurato lo stadio Michele Bianchi dove oggi sorge l’attuale Oreste Granillo di via Galilei, nella zona sud della città. Il 17 novembre del 1934 l’Unione Sportiva Reggina cambiò nome in Associazione Sportiva Reggina, in quanto divenuta società polisportiva e disputò la Serie C nel 1938-1939. Tra il 1940 ed il 1944 non venne svolta alcuna attività. Tuttavia nel 1944 l’A.S. Reggina rivide la luce: grazie agli sforzi del cavaliere Andrea Giunta, la società iniziò a disputare alcune partite contro le truppe alleate stanziate tra Reggio e Messina. Nel novembre dello stesso anno si iscrisse al campionato provinciale di Prima Divisione. La squadra riuscì a vincere il girone A, ma la FIGC le impedì di prendere parte alla fase finale del campionato a causa di irregolarità nel trasferimento del calciatore Caridi. Nell’immediato dopoguerra, l’A.S. Reggina viene ammessa per meriti sportivi alla Serie C 1945-1946. La squadra mantiene la categoria fino al 1951-1952. Nel 1951 la società si rese responsabile di un caso di corruzione: in occasione della trasferta a Catanzaro, un dirigente della società cercò di corrompere il calciatore catanzarese Ziletti per indurlo ad agevolare la Reggina. Il tentativo di illecito venne scoperto e la Reggina, penalizzata di ben 17 punti, retrocesse nel campionato di IV Serie 1952-1953. La società ritrova la Serie C, dopo quattro anni in IV Serie, sotto la guida dell’allenatore Oronzo Pugliese. In quegli anni vestono la casacca amaranto giocatori come Erminio Bercarich, centravanti di Fiume che segna 70 goal con la Reggina fra il 1945 ed il 1949;  Alberto Gatto, bandiera per gli amaranto, che giocò nella Reggina 361 partite segnando 48 gol. Dopo qualche anno di assestamento, nella stagione 1964-1965 la Reggina, guidata dall’allenatore Tommaso Maestrelli, riesce a centrare l’attesa prima promozione in Serie B e a sfiorare, l’anno dopo la Serie A, perdendola per un solo punto all’ultima giornata e chiudendo quarti in classifica.La Serie B 1968-1969 vede in panchina Armando Segato, e giungono in riva allo Stretto giocatori come Nedo Sonetti ed il futuro campione del mondo Franco Causio. La squadra è di nuovo in lotta per la Serie A, ma l’obiettivo sfuma alla quartultima giornata in seguito alla sconfitta casalinga per 0-1 contro il Catania; la Reggina conclude quinta. Nel 1973-74 la Reggina retrocede in C e inizia una altalena tra Serie C1 e Serie C2. Il 1986 (allenatore Albertino Bigon) viene ricordato per l’acquisizione della società da parte di una nuova cordata di imprenditori reggini che, dopo il fallimento della precedente società, trasformano l’Associazione Sportiva Reggina nell’attuale Reggina Calcio S.p.A. mantenendo il titolo sportivo. La squadra conclude sesta nel girone B della Serie C1 1986-1987. Nella stagione 1987/1988 la Reggina, allenata da Nevio Scala, arriva terza nel girone B della Serie C1 due punti dietro le prime Licata e Cosenza. Il previsto allargamento della Serie A da 16 a 18 squadre prevede una promozione in più in Serie B. La Reggina gioca lo spareggio per l’ultimo posto disponibile con la formazione terza arrivata nel girone A, la Virescit Boccaleone. Lo spareggio si gioca allo Stadio Renato Curi di Perugia il 12 giugno 1988 di fronte a 20mila tifosi: la Reggina vince per 2-0 (gol di Giuseppe Bagnato e Tarcisio Catanese) e ottiene la promozione in Serie B. Nella stagione 1988/1989 la Reggina è allenata ancora da Nevio Scala. Grazie anche ai gol di Vincenzo Onorato e le parate del portiere Mauro Rosin, arriva quarta a pari merito con Cosenza e Cremonese. In base alla classifica avulsa Reggina e Cremonese si disputano l’ultimo posto utile per la Serie A. Lo spareggio disputato a Pescara il 25 giugno 1989, con un seguito di 23.000 tifosi reggini, vede la vittoria della Cremonese ai rigori grazie alla trasformazione decisiva di Attilio Lombardo dopo l’errore dal dischetto di Pietro Armenise. Nella stagione 1990-1991 la squadra è allenata prima da Aldo Cerantola, poi da Francesco Graziani infine ancora dallo stesso Cerantola. La squadra arriva diciottesima ed è pertanto retrocessa. All’inizio della stagione 1991-1992 il presidente Benedetto si dimette dalla carica (restando comunque nella società) e viene sostituito da Lillo Foti, all’epoca socio ed amministratore delegato. La Reggina conclude ottava nel girone B della Serie C1. Nella stagione 1993-1994 la Reggina, allenata da Enzo Ferrari, cerca di contendere per tutto il campionato la prima posizione al Perugia. Il secondo posto in classifica generale la costringe a disputare i play off, introdotti proprio in quell’anno. L’avversario della semifinale è la Juve Stabia e la Reggina, dopo una sconfitta per 2-0 in Campania, rimonta in casa andando ai supplementari nei quali segna un altro goal contro i due degli avversari che passano il turno. L’anno dopo con allenatore Giuliano Zoratti, la squadra vince il girone B della Serie C1 e viene promossa in Serie B. Grande merito venne attribuito all’attaccante Alfredo Aglietti, che con 20 realizzazioni diviene capocannoniere del torneo, segnando anche il goal della virtuale promozione nella trasferta di Avellino. Nella stagione 1995-1996 la Reggina disputa un campionato difficile e viene salvata dall’allenatore delle giovanili Franco Gagliardi, che riesce a vincere le ultime quattro partite. Nella stagione 1996/1997 la squadra amaranto inizia con quattro sconfitte e sei pareggi nelle prime 10 partite. L’allenatore Adriano Buffoni viene esonerato e sostituito da Vincenzo Guerini, che guida la Reggina fino al decimo posto finale. In questo campionato si mette in luce il bomber Davide Dionigi, che con 24 goal è il capocannoniere della Serie B. Si arriva alla stagione 1998/1999, l’anno che nessuno potrà mai dimenticare, la Reggina conquista il 4º posto utile per la prima storica promozione in Serie A! (squadra prima allenata da Elio Gustinetti che viene licenziato a 6 giornate dalla fine con “ maciste” Bruno Bolchi). E’ il 13 giugno 1999, quando vincendo 2-1 al Delle Alpi di Torino contro il Torino già promosso di fronte a 60.000 spettatori (vantaggio iniziale di Cozza, momentaneo pareggio di Ferrante e infine gol di Tonino Martino). La prima partita della storia della Reggina in Serie A è contro la Juventus allo Stadio delle Alpi di Torino: finisce 1 a 1. A fine stagione conquista la salvezza: l’allenatore è Franco Colomba ed in rosa vi sono giocatori quali Andrea Pirlo, Roberto Baronio e Mohammed Kallon. Nella stagione successiva la squadra amaranto,  dopo la vittoria iniziale con l’Inter, inanella otto sconfitte consecutive (dalla seconda alla nona giornata) ma riesce a recuperare e a chiudere tredicesima con 37 punti, a pari merito con Lecce e Verona. In base ad una peggiore classifica avulsa deve giocare lo spareggio per non retrocedere contro il Verona: dopo aver perso per 1-0 nella città veneta il 21 giugno 2001, vince tre giorni dopo a Reggio Calabria per 2-1. Ciò non basta ad evitare la retrocessione, in virtù del gol segnato in trasferta dai veronesi. Un evento raro della stagione è il gol realizzato dal portiere Massimo Taibi in occasione della partita Reggina-Udinese del 1º aprile 2001. Nella stagione 2001/2002 i reggini sono guidati sempre da Franco Colomba; mantengono in organico molti giocatori da Serie A e ottengono la promozione con una giornata d’anticipo (classificandosi terzi) ai danni del Napoli che bloccano in casa 1 a1. Nella stagione 2002/2003 la Reggina è allenata da Bortolo Mutti, il quale viene sostituito alla nona giornata da Luigi De Canio. Molti acquisti arrivano con il mercato di gennaio: si ricordano il difensore Stefano Torrisi, dei due esterni Gianluca Falsini e Aimo Diana e dell’attaccante Emiliano Bonazzoli. Oltre a Bonazzoli, in attacco la rosa è composta da David Di Michele, Francesco Cozza e Shunsuke Nakamura. Nel corso della stagione la Reggina e riesce a raggiungere il dodicesimo posto in compagnia di Modena, Empoli ed Atalanta. Alla fine però la classifica avulsa costringe ancora la Reggina a spareggiare per non retrocedere: questa volta con l’Atalanta. L’andata dello spareggio si gioca a Reggio Calabria il 29 maggio 2003 e finisce 0-0. Il ritorno, in programma per il 1º giugno, viene posticipato di un giorno a causa di un violento acquazzone. La Reggina, dopo essere passata in svantaggio, si impone per 2-1 con le reti di Francesco Cozza ed Emiliano Bonazzoli, ottenendo pertanto la salvezza. Nella stagione 2004/2005 la Reggina affida la panchina a Walter Mazzarri, proveniente dal Livorno. La squadra conclude al decimo posto. Per la prima volta si disputa in Serie A il Derby dello Stretto contro il Messina. Nella stagione 2005/2006 la Reggina si salva a tre giornate dalla fine, battendo il Messina il 30 aprile 2006 per 3-0. A seguito dello scandalo del calcio italiano del 2006, il 7 agosto 2006 la Reggina viene deferita per violazione degli articoli 1 e 6 del regolamento federale (illecito sportivo), essendo accusata per responsabilità diretta del presidente Lillo Foti. A processo concluso la Reggina viene condannata a scontare quindici punti di penalizzazione nel campionato di 2006/2007. Il 12 dicembre 2006 arriva uno sconto di 4 punti, che porta a 11 i punti di penalizzazione. La Reggina conquista 40 punti (51 considerando la penalizzazione) e raggiunge la salvezza. In rosa vi è la coppia d’attacco più prolifica del campionato: Nicola Amoruso (17 gol) e Rolando Bianchi (18 gol). Il 20 maggio 2009, dopo 7 anni consecutivi, la Reggina retrocede matematicamente in Serie B, chiudendo penultima in classifica. L’11 giugno 2009 viene ingaggiato come allenatore Walter Novellino, per ricondurre la squadra in Serie A. Viene acquistato Sergio Volpi, successivamente l’attaccante Emiliano Bonazzoli e il laterale Antonio Buscé. La squadra però raggiunge la salvezza aritmetica all’ultima giornata di campionato. Il 16 giugno 2010 la società ingaggia come allenatore Gianluca Atzori, il quale nella stagione guida la squadra sino ai play-off validi per la promozione in Serie A. La Reggina perde però in semifinale contro il Novara, in virtù di due pareggi (0-0 in casa, 2-2 in trasferta). Tra bassi e bassi si arriva alla stagione attuale, dove il caos societario sembra governare, proseliti di promozione rilevatesi al momento solo fumo negli occhi, cambi di panchina senza una logica, giocatori senza stimoli e sotto rendimento a loro chiediamo di non farci ricordare l’anno del centenario con una retrocessione perché alla fine la storia la scrivono gli uomini che si devono riconoscere in questa maglia e insieme ai tifosi “quelli veri” diventare una sola anima capace di imprimere il proprio marchio e ricordare il centenario come l’anno iniziato male ma…..

Nuova Gioiese impegnata contro l’Orlandina

Insidiosa trasferta in terra siciliana per la Nuova Gioiese che sarà impegnata a Capo d’Orlando nella partita valevole per la diciannovesima giornata di campionato. I viola stanno attraversando un periodo negativo, considerato che non conquistano la vittoria sul campo da cinque gare e vengono da due stop consecutivi fra le mura amiche del Polivalente. I nuovi acquisti operati dalla società non hanno avuto ancora occasione di mostrare le loro qualità e, tra questi, il molto atteso Bugatti, ex attaccante del Catanzaro, non è riuscito a solcare il terreno di gioco a causa di un infortunio pregresso. Ma gli animi sono comunque fiduciosi a Gioia Tauro in virtù del terzo posto in classifica che continua ad essere conservato e con la consapevolezza che i risultati raggiunti fino a questo punto non sono stati frutto del caso ma del duro lavoro e del gran gioco offerto dagli uomini di Dal Torrione. L’Orlandina in casa è una formazione temibile, avendo conquistato già cinque vittorie al “Micale” e si trova all’ottava posizione in classifica. Calcio d’inizio fissato per le ore 14.30.

Domenico Barone

Il Montalto cerca la prima vittoria del 2014 nel derby esterno contro la Vibonese

Il Montalto è atteso dalla difficile trasferta di Vibo Valentia contro la squadra di casa, la quale quest’anno ha non poche difficoltà a trovare il giusto bandolo della matassa. I rossoblù  però arrivano da un’ottima prestazione nell’altro derby che la settimana scorsa li ha  visti vittoriosi a Gioia Tauro  contro la Gioese e cercano anche di sfatare il tabu’ del “Luigi Razza”, visto che fin’ora  non hanno mai conquistato i 3 punti davanti al loro pubblico. Proprio dalle parole del mister Ammirata pronunciate nella  conferenza stampa del pre-partita  si evince una carica e una determinazione tangente nel voler continuare a fare bene e soprattutto uscire dalla zona play-out.

Eccone un breve estratto:

<<Intanto dobbiamo centrare l’obiettivo dei tre punti perché davanti ai nostri tifosi non ci siamo mai riusciti. Inoltre la nostra situazione di classifica è tale che ci impone di conquistare la vittoria. Siamo con l’acqua alla gola e ogni domenica ci aspetta praticamente una finale. Ed è chiaro che non potremo permetterci errori».

Nella Foto: Alfonso Ammirata - Allenatore della U.S Vibonese

Mister Petrucci e i suoi sono dunque avvisati: Gli ospiti arrivano invece da due risultati utili consecutivi, dopo un periodo di sbandamento, e cercano di dare continuità alla loro rincorsa ai play-off che non è poi cosi’ distante.

Ecco i convocati per il derby di domani pomeriggio, domenica 12/01/2014, con inizio alle ore 14:30:

Vibonese:

Portieri: Mengoni, Loccisano

Difensori: Calzolaio, Cibelli, Curcio, Koffi’, Petta, Porpora, Procida, Spaho

Centrocampisti: Carbonaro, Chiarello, Cosenza, Germolè, Salese

Attaccanti: Allegretti, Cocuzza, Polina, (l’ex di turno) Savasta e Saani

 

Mister Petrucci porta con sè, per questa delicata trasferta:
 

Portieri: Ramunno, Zicaro

Difensori: Mirabelli,Fazio,Perna,Spasiano ,Scarnato,Morelli,Mazzei,Rocca

Centrocampisti: Occhiuzzi, Buccino, Piluso, Basile, Salandria, Catalano, Poltero

Attaccanti: Gagliardi, Zangaro,Piemontese, Franchino

Roberto Adimari

 

Crotone, ceduto Abruzzese al Lecce

Movimenti in casa pitagorica. In attesa di colpi in entrata il Football Club Crotone comunica di aver ceduto all’ Us Lecce, a titolo definitivo, il diritto alle prestazioni sportive del difensore Giuseppe Abruzzese. Il centrale pugliese ha indossato la casacca pitagorica dalla stagione 2009/2010 collezionando 152 gettoni e mettendo a segno 5 reti nel campionato di Serie B.

De Seta Cosenza vs Falchi Salento Lecce, la partita dalla super motivazione

Le vacanze natalizie del 2013 appartengono ormai al passato. Riposte in cantina le bottiglie e conservati nelle dispense i dolci, la squadra di volley maschile cosentina è pronta a riscattare la sconfitta dell’anno precedente. Domenica, alle ore 18, dovrà doverosamente battere al Pala Ferraro la Falchi Salento Lecce. Gli avversari, che fino a questo momento hanno vinto quattro partite e ne hanno perse altrettante, hanno anche loro bisogno di una vittoria, per non dover riflettere troppo sulle turbolente vicende societarie e sull’abbandono coatto di molti giocatori.

Il pubblico dunque, non potrà dubitare sulla valenza delle motivazioni che entrambe le squadre possiedono. I Cosentini, che hanno tre punti in più dei salentini, vogliono concludere il girone d’andata nelle prime tre posizioni. Hanno ufficializzato il gradito rientro dello schiacciatore bulgaro Galabinov, un uomo che ha la possibilità di aumentare il grande potenziale offensivo della squadra. La Falchi Salento Lecce invece, ha dovuto subire le dimissioni del Presidente Cacciatore e il danneggiamento del Pala Ozon a causa di un nubifragio e desidera mettere a tacere ogni tipo di speculazione o chiacchiera sul proprio presente. Sarà guidata da un nuovo Presidente, Martino Carluccio (il libero degli anni dolci) e dai ritorni di Amorico e Romano.

Mister Marano (Cosenza) e mister Calareva (Lecce) hanno ancora due notti per impostare i rispettivi schemi tattici, anche se molte delle pedine sanno in anticipo come comportarsi. Quasi ogni benedetto sabato e quasi ogni benedetta domenica, si vince o si perde. Nel volley, come spera possa accadere Pelè nel calcio, il pareggio non esiste.

Cosenza, nulla di fatto con la famiglia Barzan

Si è concluso con un nulla di fatto l’incontro di ieri sera tra il presidente Guarascio ed i rappresentanti della famiglia Barzan: l’epilogo poco fortunato dell’appuntamento ha come motivo la richiesta di acquisizione in toto del pacchetto societario del Cosenza Calcio, diversamente da quanto preteso da parte del Presidente, il quale non ha alcuna intenzione di cedere in blocco la propria creatura, ma di trovare soltanto fondi di aiuto. All’incirca questo il commento del numero uno rossoblu, il quale ha auspicato l’arrivo di un qualche imprenditore in grado di aiutare in maniera concreta l’attuale proprietà.