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Storie d’amore tra arte, passione e moda. Stilisti e scuole calabresi a lavoro

COSENZA – Dodici novelle d’amore del passato, ambientate in uno dei luoghi più passionali per antonomasia; si tratta del progetto “Calabria un posto di passioni”, promosso dall’Associazione Wikicultura, che ambisce a promuovere e innovare il territorio calabrese attraverso la realizzazione di diversi eventi. Amore e pathos, le componenti principali che andranno a condire tutti gli eventi collaterali che il progetto propone (concorsi di poesia, fumetto, fotoromanzo, bozzetti di moda, fotografia).

12 tragedie d’amore del passato protagoniste del calendario 2015 “I grandi amori della storia della Calabria”, rappresentate da altrettante 12 coppie, attori e attrici che verranno immortalati nei più bei palazzi nobiliari e castelli della Calabria.

A lavoro dietro le quinte, professionisti della moda e istituti tecnici della Regione Calabria che – riprendendo le storie d’amore assegnategli – realizzeranno gli abiti che i modelli indosseranno durante gli scatti fotografici:

Valentina Versace (Reggio Calabria) – Storia d’amore: Antonia Alberti marchesa di Pentedattilo e Bernardino Abenavoli barone Montebello;

Ipsia Leonardo da Vinci di Castrovillari – Storia d’amore: Sara Rossi – Arrigo Luzzi e Achmet I; Perna e Furio il muratore di Miglierina;

Barbara De Seta – Storia d’amore: Bianca e Crispino lo stalliere; La marchesa Adele de Nobili e Saverio Marincola;

Istituto di Moda di Vibo Valentia – Storia d’amore: Scrimbia e il giovane Calamo; Flavia la calda e Arianedo Barbarossa; Melina e il borghese Cosentino;

Istituto ITAS Nitti-Leonardo Da Vinci Cosenza – Storia d’amore: Maria del Rosario e Sua Eccellenza Mendoza;

Rosanna Zolfo (Reggio Calabria) – Storia d’amore: Altea regina di Acquappesa e re Gedeone Magno;

Naele Latella (Reggio Calabria)Storia d’amore: La principessa Sichelgaita di Salerno e il medico Francesco Vezza;

StylModa Cosenza – Alessandra Ruffolo, Tania Oliverio, Roberta GuagliardiStoria d’amore: Donna Canfora e il corsaro Balthasar Cyrus

Piero Cuomo (Crotone)Storia d’amore: Melina e il borghese Cosentino, Timpa del Campanello

Istituto ITAS Bruno Chimirri Catanzaro – Storia d’amore: La marchesa Adele de Nobili e Saverio Marincola

Luigia Granata (Cosenza) Storia d’amore: Flavia la calda e Arianedo Barbarossa

Simona IannicelliStoria d’amore: Perna e Furio il muratore di Miglierina

 

Qui di seguito il link al quale è possibile visionare nel dettaglio le storie d’amore:

http://wikicultura.it/category/calabria-un-posto-di-passioni/le-storie/

 Sonia Miceli

La mitologia in un logo

COSENZA- Quando si pensa alla Calabria, alla sua storia, non si può non ricordare le leggende mitologiche di origine greca di cui è intrisa la nostra terra, anticamente chiamata Ausonia. “Calabria un posto di passioni” è un progetto culturale di espressione regionale che parte dalle origini, racchiudendo  in un logo gli amori, molto spesso dal destino funesto, degli antichi dei dell’Olimpo. Il bacio tra il mare e la terra, fra Poseidone e Gea è il simbolo del nuovo progetto di Wikicultura. In un lungo abbraccio le due divinità si uniscono sotto il segno di Apollo, dio del Sole, che fa da corona ad un momento di  vero pathos. Mar Jonio e Mar Tirreno confondono i loro colori con quelli della rigogliosa e ricca natura dei boschi dell’appennino meridionale che solo in Calabria diventa un altopiano. La Sila rappresenta l’emblema montano. Questo è il ritratto che emerge della culla della Magna Grecia. Secondo fonti mitologiche, Poseidone, “lo scuotitore della terra” (che poteva inoltre mutare d’aspetto a suo piacimento, sempre a simbolo dell’incostanza del mare) nato dall’unione di Crono e Rea, fratello di Zeus e Ade, fu designato signore del mare in seguito allo spodestamento paterno. Nell’iconografia mitologica è rappresentato alla guida di un cocchio marino, mentre impugna il tridente, il suo scettro reale. Si credeva che Poseidone abitasse in un palazzo negli abissi marini e si diceva avesse un carattere assai instabile, talora benevolo, talora burrascoso, rendendolo così la personificazione degli eventi marini; infatti si credeva che i maremoti fossero originati dallo sbattere del suo tridente. Il sovrano marino si invaghì di Anfitrite, ma questa spaventata fuggì. Un delfino partì alla sua ricerca e una volta rintracciata la giovane, riuscì a convincerla a sposare il burrascoso dio; Anfitrite si rivelò una sposa molto gelosa, al punto di trasformare Scilla in un mostro dai dodici piedi e dalle sei bocche che divoravano ogni marinaio che passasse lo stretto di Messina. Il dio del mare ebbe anche altri amori e di conseguenza altri figli mortali ed immortali. Poseidone generò anche il gigante Anteo insieme a Gea, sua nonna.  Gea o Gaia, dea primigenia della Terra emerse dal Caos generò da sola Urano (il Cielo), le Montagne, e anche il Ponto (il Flutto), personificazione dell’elemento marino. Unendosi a Urano, Gaia generò i Titani. Dopo i Titani, l’unione tra Gaia e Urano diede alla luce i tre Ciclopi e i Centimani. Urano, tuttavia, impedì che i figli da lui generati con Gaia, i dodici Titani, i tre Ciclopi e i tre Centimani, potessero nascere. La ragione di questo rifiuto sarebbe risieduta, nella loro “mostruosità”. Ecco che, Gaia, la loro madre, costruì dapprima una falce e poi invitò i figli a disfarsi del padre che li costringeva a rimanere nel suo ventre. Solo l’ultimo dei Titani, Crono, rispose all’appello della madre: appena Urano si stese nuovamente su Gaia, Crono, nascostolo lo evirò. Il sangue versato dal membro evirato di Urano gocciolò su Gaia producendo altre divinità: le Erinni, le dee della vendetta, i terribili Giganti e le Ninfe Melie. Nel logo di “Calabria un posto di passioni” testimone dell’amore incestuoso  tra il mare e la terra  c’è anche Apollo, fratello gemello di Artemide, nato dall’amore di Zeus e Latona. Helius, così come veniva chiamato, era il dio del sole e della luce, della salute, dei vaticini è anche e specialmente il dio del canto, della musica e della poesia.  Wikicultura vuole sottolineare come pochi altri luoghi al mondo possono vantare come la Calabria una storia altrettanto ricca di miti e leggende.  Gli dei, e strane creature come giganti, ciclopi e sirene riempiono le pagine della nostra storia formando la base di tanto credo religioso.  Il progetto vuole dunque  rappresentare la psiche calabra in toto, facendo riferimento alla passionalità con cui gli uomini e le donne calabresi  vivono in questa regione, spaziando dalle specialità agroalimentari alle bellezze paesaggistiche, all’architettura, all’arte e alla storia, che contraddistinguono “la terra d’amuri”. Il logo di Gabriele Morelli è quindi un’ immagine con una predominanza di rosso (colore del peperoncino altro simbolo del made in Italy) che vuole evidenziare la fiamma che i calabresi mettono nelle azioni della loro vita quotidiana, di lavoro, di cultura e di svago.
Rossana Muraca