Operazione “Doppio Gioco”, arresti per rapina e tentata estorsione (I NOMI)

CROSIA (CS) – Nella mattinata odierna, nei Comuni di Crosia, Pietrapaola, Cariati, i Carabinieri della Compagnia di Rossano, nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata “Doppio Gioco”, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro soggetti ed, in particolare di due crosioti, PERFETTI Serafino, classe 1978 e LEFOSSE Rosario, classe 1987, di un cariatese, PIRILLO Rocco, classe 1984 e di un cosentino residente a Pietrapaola, CIRIGLIANO Antonio, classe 1964, indagati per i reati di rapina e tentata estorsione in concorso.

La vicenda nasce allorquando, alla metà del mese di maggio di quest’anno, veniva rubata un’utilitaria in Cosenza, il cui proprietario è un settantatreenne di Longobucco. Al fine di rinvenire l’autovettura, l’anziano si era rivolto ad un meccanico bocchiglierese quarantottenne, il quale – da quanto ricostruito nel corso delle indagini – si sarebbe adoperato con attività di intermediazione con soggetti operanti nel capoluogo bruzio per rinvenire la vettura, a fronte del pagamento della somma di 1.500 euro.

Contestualmente, l’anziano si confidava in ordine alla soluzione ipotizzata col proprio figlio, PERFETTI Serafino, il quale verosimilmente non soddisfatto della proposta fatta dal meccanico quarantottenne, a sua volta avviava contatti con soggetti dell’ambiente cirotano per il tramite di CIRIGLIANO Antonio, finalizzati a rinvenire l’utilitaria con una soluzione alternativa.

Veniva quindi organizzato un incontro tra il PERFETTI ed il meccanico quarantottenne, il giorno 21 maggio, a Mirto Crosia, per discutere sul rinvenimento dell’utilitaria. All’appuntamento, tuttavia, si presentavano, come ricostruito grazie alle immagini di un impianto di videosorveglianza, all’analisi dei tabulati telefonici, all’analisi dei gps installati sulle autovetture ed al riconoscimento effettuato dalla persona offesa, due cirotani, rispettivamente di trentanove e trentuno anni, ed il PIRILLO, accompagnati dal PERFETTI e dal LEFOSSE, che attiravano il malcapitato in una via isolata e, dopo averlo fatto scendere dal proprio fuoristrada, lo malmenavano ripetutamente e lo rapinavano del mezzo, minacciandolo di adoperarsi per il rinvenimento dell’utilitaria trafugata a Cosenza e per riottenere il fuoristrada, senza l’esborso di alcuna somma di denaro. Il meccanico quarantottenne, il giorno seguente, si recava così presso la Stazione Carabinieri di Bocchigliero ove sporgeva una denuncia di furto del proprio fuoristrada, non raccontando quanto accaduto per paura di ritorsioni. Solo l’intuito del Comandante di quella Stazione, unitamente ad una rete di informazioni acquisite in via preliminare, consentiva di fare scattare le indagini.

Il 27 maggio, una pattuglia dei Carabinieri di Cosenza rinveniva, nel corso di un servizio di controllo del territorio, l’utilitaria trafugata, per cui il fuoristrada veniva dapprima posizionato lungo una strada che da Crosia collega il limitrofo comune di Cropalati e poi rinvenuto dai Carabinieri della Stazione di Mirto Crosia.

Sempre dalle risultanze investigative, si appurava che il PERFETTI, per “ringraziare” del favore, avrebbe chiesto un incontro, nel quale avrebbe consegnato la cifra di 700 euro ad uno dei due cirotani. Le attività investigative, condotte in via principale dalla Stazione Carabinieri di Mirto Crosia e coordinate dal Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Dott. Eugenio FACCIOLLA, unitamente al Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Antonino IANNOTTA, sono state da subito serrate e si sono articolate sull’escussione di persone informate sui fatti, sull’analisi di filmati di impianti di videosorveglianza, attività tecnica e servizi di osservazione. All’operazione hanno preso parte oltre cinquanta carabinieri con l’ausilio delle unità cinofile di Vibo Valentia ed al termine delle formalità di rito, PIRILLO, PERFETTI e LEFOSSE sono stati trasferiti presso la Casa Circondariale di Castrovillari, mentre il CIRIGLIANO è stato sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione, tutti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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