Reggio, fermati i presunti responsabili dell’omicidio Polimeni

REGGIO CALABRIA – Una faida esplosa per il controllo del territorio che ha portato a un omicidio e due tentati omicidi, su cui la Polizia di Stato di Reggio Calabria ha fatto luce in pochi mesi e oggi ha fermato 4 persone, tra presunti mandanti ed esecutori materiali dei delitti. Alla base del conflitto tra due fazioni, che un tempo appartenevano alla medesima componente della ‘ndrangheta, vi sarebbe il tentativo di esercitare il controllo criminale esclusivo sul territorio di Calanna, un piccolo Comune a 500 metri sul livello del mare in provincia di Reggio Calabria. Le indagini condotte dalla squadra mobile di Reggio Calabria, diretta dal primo dirigente Francesco Rattà e dal suo vice Fabio Catalano, dirigente della sezione criminalità organizzata, hanno ricostruito i due fatti di sangue, il tentato omicidio di Antonino Princi, e il duplice agguato in cui perse la vita Domenico Polimeni e rimase ferito Giuseppe Greco, già collaboratore di giustizia. Proprio Greco, secondo la ricostruzione degli investigatori, aveva progettato l’omicidio di Princi, che avvenne senza successo il 9 febbraio all’uscita dell’impianto di rifiuti in località Sambatello di Reggio Calabria, dove Princi lavorava come operaio. Greco insieme a un sodale avrebbe esploso numerosi colpi di pistola e di fucile contro l’autovettura di Princi, che scampò miracolosamente all’agguato sfondando il cancello con l’auto e rifugiandosi all’interno dello stabilimento. Sarebbe seguita la vendetta, attuata la sera del 3 aprile, quando due sodali di Princi si sarebbero appostati nei pressi di una casa, a Calanna, dove Greco aveva trovato rifugio. Colpi di fucile a pallettoni furono esplosi contro Greco, affacciato al balcone, che rimase ferito gravemente, mentre il padrone di casa, Domenico Polimeni, che stava con lui, venne ucciso. Alla base dell’indagine, denominata Kalanè, vi sono numerose intercettazioni telefoniche, ambientali e delle video riprese disposte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. In nottata la squadra mobile ha fermato Giuseppe Greco, di 56 anni, già collaboratore di giustizia, figlio dello storico boss di Calanna Ciccio Greco, e un suo presunto sodale, Domenico Provenzano. Sono stati fermati anche i fratelli Giuseppe Falcone e Antonio Falcone, di 49 e 45 anni, ritenuti fedelissimi di Antonino Princi.

C’è una quinta persona, Antonino Princi, tra i destinatari di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Dda di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione Kalanè, che ha fatto luce su un omicidio e due tentati omicidi premeditati. Princi è la vittima del primo tentato omicidio, e secondo gli inquirenti mandante del secondo fatto delittuoso, culminato con un omicidio e il ferimento di Giuseppe Greco, che sarebbe invece mandante ed esecutore dell’agguato a Princi. Quest’ultimo è già irreperibile da alcuni mesi, ora è attivamente ricercato dalla Polizia che ha condotto le indagini.

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