Al via la rassegna “L’Altro Teatro”, stasera al Rendano “Il Berretto a Sonagli”

COSENZA – Questa sera si alza ufficialmente il sipario della “Rassegna L’Altro Teatro 2017/2018” con il primo spettacolo in abbonamento “Il berretto a sonagli” con Gianfranco Jannuzzo. Finanziato dalla Regione Calabria, quale evento storicizzato- sull’avviso pubblico per la selezione e finanziamento di interventi per la valorizzazione del sistema dei beni culturali, la qualificazione e il rafforzamento dell’offerta culturale- vede, inotre, il supporto dell’Amministrazione comunale di Cosenza. Organizzato dalla società “L’AltroTeatro” guidata dal gruppo di operatori del mondo dello spettacolo locale: Enzo Noce, Giuseppe Citrigno e Gianluigi Fabiano. Sul palco del Teatro A. Rendano 14 appuntamenti all’insegna della grande drammaturgia senza dimenticare, però, il divertimento e il puro spettacolo. Prosa, dai grandi classici agli autori contemporanei e poi, commedie e musical questi gli ingredienti del cartellone ideato da “L’AltroTeatro”. Dunque, questa sera, sarà la volta di un grande classico della drammaturgia italiana “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello. In occasione delle celebrazioni dei 150 anni dalla nascita del drammaturgo siciliano, torna in scena una delle sue opere più amate. Uno dei suoi testi più conosciuti e rappresentati. Una versione diretta da Francesco Bellomo e intepretata dal mattatore siciliano Gianfranco Jannuzzo. La commedia è ambientata nell’immediato dopoguerra, si connota per aver restituito alcune scene tagliate della versione originale e per aver incentrato il testo su molti aspetti tipici di una sicilianità a volte perduti nel tempo.

L’OPERA E LA TRAMA

Il berretto a sonagli” prende spunto da due novelle: “Certi obblighi” e “La verità” di Luigi Pirandello; in entrambi i casi si narra di un marito che, nonostante sia a conoscenza dell’adulterio della moglie, lo accetta con rassegnazione, ponendo come unica condizione la salvaguardia dell’onorabilità scrive nelle sue note di regia Francesco Bellomo – La società costringe gli individui ad apparire rispettabili, obbedendo a precisi codici di comportamento; in realtà tutto è permesso purché si salvino le apparenze. La vicenda trascende, nel suo giuoco beffardo, la realtà dell’ambiente, ma non si sarebbe potuta realizzare al di fuori di quella. Ciampa, scrivano in una cittadina all’interno della Sicilia, è inserito in una società piccolo-borghese, condizionata dai “galantuomini”, ma non esclusa da un rapporto attivo, anche se subalterno, con la classe superiore. La morale sessuale è pur sempre sofisticata, ma acquisisce, nel caso di Ciampa, il decoro convenzionale e ipocrita del codice borghese del perbenismo, un codice sul quale la beffarda rivalsa del subalterno gioca una sua partita arguta e teorizza il sistema pratico, socio-morale delle “tre corde”: la seria, la civile e la pazza. ll recupero del copione originale consente di evidenziare la spontaneità della vis comica pirandelliana. Inoltre, il reinserimento di alcune scene tagliate permette di identificare meglio e la tematica dell’opera e i caratteri dei personaggi. Le musiche di Mario D’Alessandro ci riportano a quelle sonorità forti e terragne che hanno caratterizzato la produzione cinematografica dei film di ispirazione siciliana degli anni ’50.

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