I “Dialoghi dell’Espresso” all’Unical

RENDE (CS) – Si sono svolti questa mattina, presso l’aula Umberto Caldora dell’Università della Calabria, i “Dialoghi dell’Espresso”, ospitati dal Laboratorio di Resistenza Antimafia del progetto Pedagogia della R-Esistenza. L’incontro, coordinato dall’inviato del gruppo l’Espresso – La Repubblica Lirio Abbate, si è aperto con i saluti del Rettore dell’Unical Gino Mirocle Crisci e del Direttore dell’Espresso Bruno Manfellotto. Alla discussione, sviluppata intorno al tema “Mafie, istituzioni e poteri forti”, hanno partecipato anche i magistrati Gian Carlo Caselli, Giuseppe Borrelli e Donatella Donato.

“Non fidatevi troppo di me. La mia è una delle tante opinioni che possono esserci a riguardo”. Esordisce così Gian Carlo Caselli, magistrato noto per la lotta a “Cosa Nostra” e per il suo attivo intervento nell’inchiesta “Minotauro” che coinvolge la ‘ndrangheta piemontese. La mafia – dichiara Gian Carlo Caselli – non è soltanto un problema di crimini complessi, ma è un problema sociale ed economico che è stato misurato in termini numerici precisi.

Le mafie impediscono lo sviluppo economico nel Mezzogiorno e lo dimostrano i dati della Censis: 7,5 miliardi in meno di ricchezza e conseguente perdita di circa 180 mila posti di lavoro regolari all’anno. Oggi il problema “mafie” è arrivato al centro e al nord del nostro paese. L’obiettivo ultimo delle mafie – conclude Gian Carlo Caselli – è quello di dimostrare che stare dalla loro parte conviene. Non dobbiamo aspettare il “Minotauro” per capire che la mafia c’è.

Sulla scia di Caselli, il magistrato Donatella Donato prosegue: “Rispettare la regola vuol dire contrastare questi fenomeni di criminalità organizzata”. In Calabria abbiamo un doppio binario, uno pubblico e l’altro segreto, ed è proprio quest’ultimo che deve essere abbattuto perchè al suo interno è ben radicata la criminalità organizzata. Una delle cose più gravi – ribadisce il magistrato Giuseppe Borrelli – è che in Calabria, principalmente lungo la costa tirrenica, non c’è presenza di Polizia di Stato. Serve un potenziamento degli apparati di contrasto alla criminalità organizzata.
Al termine della discussione, intervallata da forti applausi, si inserisce l’intervento del pubblico, composto principalmente da giovani studenti. Le risposte dei magistrati invitano gli studenti e tutti i presenti a “resistere” per contrastare questo fenomeno distruttivo, non solo per la nostra regione ma per l’intera nazione. “La Resistenza propone un futuro migliore domani”.

Tre magistrati, tre esempi da imitare –  conclude Lirio Abbate – persone delle istituzioni a cui stare accanto. Chi va contro la magistratura non è per le regole. “No alla ‘Ndrangheta, no all’illegalità, no alla mancanza di regole”.

 

Laura Laurini

 

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