Il poeta cantautore Maurizio Esposito in Commissione Cultura

COSENZA – Maurizio Esposito è quel che si definirebbe un uomo semplice, ma dalle inesauribili risorse, che ha messo al servizio della collettività una versatilità sfociata in un’attività multiforme: cantautore, poeta e scrittore, ancora, però, alla ricerca della sua vera occasione per sfondare. Eppure c’era andato molto vicino quando per lunghissimo tempo ha accompagnato le tournèes, in giro per l’Italia, del cantautore Claudio Lolli. E’ in quel contesto che conobbe Paolo Capodacqua, uno dei collaboratori più stretti di Lolli ma anche traduttore ed interprete di George Brassens e autore delle musiche di alcune fiabe e filastrocche del grande Gianni Rodari. E a Capodacqua Maurizio Esposito chiese di firmare la prefazione del suo più recente libro di poesie, “Noi dal Sud”.

Alla schiera degli sconosciuti Maurizio Esposito appartiene quasi di diritto, tanta è la sua voglia di portare all’esterno le sue canzoni, come i suoi versi, intrisi le une e gli altri, di una profondità di pensiero di cui sarebbe ingiusto dimenticarsi, così come è altrettanto alto il rischio che il tempo per lui possa trascorrere invano.

E lo ha ben compreso la Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi, presieduta da Claudio Nigro che ha invitato il cantautore e poeta cosentino a Palazzo dei Bruzi, ospite della collaudata rassegna “Nemo propheta in patria”.

Nel corso dell’incontro, relatore il consigliere Mimmo Frammartino, è stata ripercorsa la poliedrica attività di Esposito con particolare riferimento proprio alla raccolta di poesie “Noi dal Sud”, nella quale il poeta, con uno sguardo “onesto, sensibile e sincero”, come scrive Paolo Capodacqua nella sua presentazione, guarda oltre che alla sua terra, anche al mondo e alla cultura di un Paese, il nostro, del quale è importante recuperare, lungi da ogni operazione nostalgia, l’humus di quelle figure rappresentative di un’Italia coraggiosa e al tempo stesso fragile di cui si sono perse le tracce. E così prendono corpo “Era il 27 gennaio 1967”, dedicata al cantautore Luigi Tenco, o “Agostino”, in ricordo del capitano della Roma Di Bartolomei, che ha lasciato anzitempo la vita anche lui per scelta.

E’ un album di ricordi non ancora ingialliti, anzi più nitidi che mai, quello che Esposito ha sfogliato davanti alla commissione cultura che, all’unanimità, ha tributato un riconoscimento al poeta e cantautore che ha pubblicato anche il suo primo e finora unico disco, “Tra musica e poesia”, avvalendosi del prezioso apporto musicale dello “Squintetto”, il gruppo che lo accompagna e che ha curato gli arrangiamenti di questa produzione discografica.

A leggere le poesie o le canzoni di Esposito si ha quasi l’impressione che si respiri l’atmosfera della mitica Osteria delle dame di Bologna dove si davano appuntamento sia Lolli che Guccini. In verità, è un po’ tutta la produzione in versi del poeta cosentino che risulta impregnata di un richiamo romantico agli anni ’70, ed è questo che non gli fa accettare la nuda e cruda realtà dei nostri giorni e che gli fa desiderare un’altra Calabria, come il titolo di quella poesia intrisa di pessimismo in cui la nostra terra è tratteggiata come incapace di affrancarsi dalle sofferenze e difficoltà che la attanagliano. Per la profondità del pensiero, tra i tanti riconoscimenti che, nonostante tutto Maurizio Esposito è riuscito a portare a casa, ce n’è uno di cui va particolarmente fiero: la menzione speciale ottenuta alla V edizione del Premio Città di Casal di Principe, nel giugno del 2008.

 

 

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