Le donne…le stelle della notte

COSENZA – Ieri oltre 60 centri antiviolenza sparsi su tutto il territorio nazionale hanno partecipato all’evento “Nessun(a) dorma” davanti alla violenza sulle donne, promosso dall’associazione Donne in rete contro la violenza D.i.Re., una lunga notte bianca durante la quale tutte le sedi dall’imbrunire all’alba hanno aperto le loro porte alla società civile per ricordare il ruolo e l’importanza di questi luoghi di accoglienza e di aiuto e l’assoluta necessità di difenderli a tutti costi.
Daniela Ceci responsabile della formazione del Centro contro la violenza Roberta Lanzino di Cosenza ha illustrato i dati degli ultimi 2 anni e i numeri sono ancora assai allarmanti. Nel 2011 sono 273 le donne che hanno chiesto aiuto al centro, di cui 260 italiane e le restanti 13 straniere, di queste 273, 193 sono vittime delle violenze del partner, 77 dall’ex partner, 3 dai familiari, 5 da conoscenti e 2 da sconosciuti. Ancora di queste 273 donne, 110 hanno subito violenza fisica, 123 violenza psicologica, 12 violenza sessuale e 13 violenza economica. Dal 2012 a oggi sono 62 le donne che si sono rivolte al centro, di cui 26 seguite dalle psicologhe e 40 dalle legali del centro stesso. 2 donne e 1 minore in questo momento si trovano in una casa rifugio, lontani dalla relazione violenta per ricostruirsi un futuro.
Il Centro contro la violenza alle donne Roberta Lanzino è una vera e propria boccata di ossigeno per la città di Cosenza, nasce nel 1989 senza alcun scopo di lucro per offrire sostegno a tutte le donne vittime di abusi, maltrattamenti e violenza fisica e psicologica, fornendo loro ascolto e accoglienza, sostegno psicologico, consulenza legale e assistenziale gratuita. Daniela Ceci ci dice che il numero delle donne vittime di violenza è in continua crescita ma sono anche molte le donne che decidono di spaccare il silenzio chiedendo aiuto, il cammino non è facile, ci vuole molto tempo ma sono tanti i casi che si risolvono con un finale positivo, altre donne decidono di non portare a termine il percorso, di ritornare alla realtà, ma ci assicura anche che il ritorno alla quotidianità le vede comunque cambiate, in viaggio verso una nuova vita con una consapevolezza diversa.
Il Centro ovviamente si autofinanzia attraverso progetti con la Provincia, con l’Azienda sanitaria, attività culturali, seminari che spiegano cos’è la violenza ma soprattutto come riconoscerla e trova la sua concretizzazione nel volontariato, il vero punto di forza che permette di mandare avanti queste associazioni e di cui c’è sempre bisogno, ma una maggiore e sempre crescente attenzione si richiede soprattutto da parte delle istituzioni locali.
Il tema della violenza sulle donne è una questione profonda, arcana perché affonda le sue radici nelle convinzioni culturali, tutti dobbiamo imparare a fare qualcosa per fermare questa inammissibile strage delle innocenti, cominciando con l’educare i nostri figli al rispetto dell’altro ma soprattutto smettendo di fare sempre il medesimo errore ovvero quello di circoscrivere il problema esclusivamente alla vittima e al carnefice, al contrario bisogna farlo diventare un problema di ognuno.
Gaia Santolla

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