“Libri a palazzo”, Lisa Ficara semina parole e sentimenti in “Mine vaganti”

MENDICINO (CS) – Da tre anni a Mendicino si respira un’aria nuova che sa di libri e di cultura grazie a “Libri a palazzo”, la rassegna culturale ideata dal sindaco Antonio Palermo e dalla consigliera Margherita Ricci. Qualche giorno fa, grazie alla solerzia e all’entusiasmo che li contraddistingue, sono venuta a conoscenza della presentazione di “Mine vaganti”, l’opera prima di Lisa Ficara presentata ieri nella splendida cornice di Palazzo Campagna. Cosa ci spinge a scegliere un titolo? È davvero un titolo calzante, quello che ti fa dire: «Non avrebbe potuto scegliere di meglio!». Quando si ha in mano “Mine vaganti” accade esattamente questo. Cosa è una mina vagante? Una guerra silente, qualcosa pronto alla deflagrazione? Le parole esplodono, strisciano, si inseguono. Parole vecchie e nuove. Fresche come l’acqua e taglienti come lame. Corrono, slittano, parlano e ci parlano. Si fanno portatrici del nostro vissuto, nuovo rifugio e balsamo riparatore per cuori affranti e solitari. Fili per cucire discorsi frammentari. Caos calmo, grido silenzioso, una finestra sul mondo che offre una prospettiva diversa. Funambola, sognatrice, seminatrice di parole e sentimenti. La folle lucidità di chi gioca con le parole, le smonta, le rimonta tessendo mosaici in cui trovano posto il sommo poeta che dipinge gli scenari dell’Inferno dove «starai nell’eterna gelida acqua, con lo sguardo basso, gli occhi pieni di lagrime e la bocca che batte. Oppure con la faccia all’insù, così che anche il pianto si gelerà», lo scottante tema dell’accoglienza e degli estranei «che puzzano. Ecco, l’ho detto, puzzano. La loro pelle ha un odore troppo forte e io non lo sopporto!» e l’informatica con la sua fitta rete di reti e nodi per ricordarci che Lisa Ficara è ingegnere gestionale. Parole in libertà o su commissione per ricordarci chi siamo stati, chi siamo e chi saremo. I brillanti interventi dei giornalisti Gregorio Corigliano e Carmela Formoso, le note e gli appassionanti testi del cantautore Daniele Moraca che assaggia il mondo, lo respira, fa rimbalzare parole e ci fa riflettere sulla caducità della vita e sulla difficoltà di comunicazione, sono stati gli ingredienti perfetti di piatto gustoso e ben riuscito. Il modello postale della comunicazione di Shannon e Weaver e la lista della spesa («C’è una sola cosa che si scrive solo per se stesso, ed è la lista della spesa», scriveva Umberto Eco ne “Vertigine della lista”) mi hanno fatto fare un balzo con la memoria al periodo universitario. Grazie, Lisa!

Rita Pellicori

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *