Mendicino, storia ed emozione ne “I maccaturi”

MENDICINO (CS) – Inconsueta, emozionante, inaspettata. Nato dall’intuizione e dall’estro creativo di Gianni Termine e Adele Lo Feudo, il progetto de “I maccaturi” è approdato a Mendicino con la mostra permanente nella splendida e maestosa cornice di palazzo Campagna. Sul filo dell’emozione la consigliera Margherita Ricci racconta il percorso che ha portato alla mostra, «un percorso iniziato il 17 agosto dello scorso anno quando grazie all’assessore Francesco Gervasi ho avuto modo di conoscere Alessandra Primicerio e Adele Lo Feudo. Allora è nata l’unione che oggi si corona attraverso l’inaugurazione della mostra». Commosso il primo cittadino Antonio Palermo che ringrazia Adele Lo Feudo, Gianni Termine e Alessandra Primicerio per il dono fatto alla città e per l’impegno e la cura dimostrata nell’allestimento e nella realizzazione della mostra. «Amministrare un paese è un compito difficile, poi, però, è grazie a momenti come questi che si sopportano i momenti difficili». «Ringrazio i presenti e il sindaco che ha accolto la proposta e ha voluto che l’esposizione fosse qui a palazzo Campagna. L’idea è di Adele che ha collaborato al progetto con Gianni, però anche io mi sento parte di questo progetto che ho seguito dall’inizio e che si è allargato grazie alla pubblicazione di un libro, alla realizzazione di un video e alla creazione di un pagina su un social network. 107 persone (artisti e non) incuriosite hanno deciso di prendere parte al progetto e lo hanno arricchito attraverso le loro creazioni», dice il critico d’arte e curatore della mostra Alessandra Primicerio. «Un progetto nato per caso qualche anno fa quando rividi Adele- racconta il fotografo Gianni Termine-. Ci siamo detti:”Perché non sponsorizziamo la Calabria, terra bella e maledetta?”. Su consiglio di Adele ho realizzato 14 scatti, 7 su Cosenza e 7 sulla Calabria». Le sapienti mani dell’artista Adele Lo Feudo imprimono su fazzoletti di seta grezza di San Floro gli scorci fotografati da Gianni e consegnano al mondo oggetti unici che racchiudono i ricordi e l’anima di una donna che ha trasformato e dato nuova vita al maccaturo. Portato come copricapo, per trasportare oggetti o per salutare chi parte in cerca di fortuna, il maccaturo con Adele si lega indissolubilmente all’arte e dà visibilità alle donne del Sud. Col taglio del nastro si entra in sala ad ammirare la mostra. Occhi curiosi scrutano quegli oggetti intrisi di storia ed emozioni, come il maccaturo che ritrae la nonna di Adele (donna a cui è dedicata la mostra) o quello che esce dal selciato della mostra e raffigura l’accesso alla casa dei nonni. Colta e sensibile, Adele-che tra l’altro ha donato delle opere al centro antiviolenza “Roberta Lanzino”-ha consegnato i maccaturi realizzati dai bambini al vicesindaco del consiglio comunale dei ragazzi affinché, come dice lei stessa, «i giovani possano cogliere il passato». Tra foto e sorrisi, si chiude l’inaugurazione di un evento unico in quella che è definita “città della seta”. Che sia un segno del destino?

 

 

 

 

 

Rita Pellicori

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