Ricordo di Carlo Mazzacurati a cura di Ugo G. Caruso

ROMA – Al Cineclub Alphaville di Roma (Via del Pigneto, 283) martedì 3 marzo alle ore 21 è in programma un incontro curato e condotto da Ugo G. Caruso in memoria di Carlo Mazzacurati, scomparso prematuramente agli inizi del 2014. A tratteggiarne la figura umana e artistica ci saranno due collaboratori abituali del regista, gli sceneggiatori Franco Bernini e Doriana Leondeff, che gli furono vicini in momenti diversi del suo percorso. Insieme a loro anche l’attore e doppiatore Pasquale Anselmo, tra gli interpreti del film che sarà proposto a seguire, L’altra vita un titolo del 1992 un pò dimenticato, passato di rado in televisione e mai editato in dvd a causa delle vicende legali che travolsero il suo produttore Angelo Rizzoli.

“L’ho scelto perchè oltre a giudicarlo il suo film più riuscito – confida Caruso, coetaneo del regista scomparso dal quale lo dividono un pugno di giorni – mi pare che per la sottovalutazione cui andò incontro alla sua uscita, rappresenti il paradigma dell’opera di Mazzacurati e della sua fortuna presso la critica e il pubblico, decisamente inferiore, nonostante i vari riconoscimenti, ai suoi meriti e al suo talento. Il film peraltro si avvale di un cast ragguardevole: Sivio Orlando, Adrianna Biedrzynska , Claudio Amendola, Giorgio Tirabassi, Antonello Fassari, Luisa De Santis, Antonella Ponziani, Kim Rossi Stuart oltre a Monica Scattini, anch’ella recentemente scomparsa e al già citato Pasquale Anselmo. Tra i tanti pregi del film è impossibile non menzionare anche il tema musicale composto dal chitarrista americano Ralph Towner. Ambientato in una Roma sorprendente e riconoscibilissima ad un tempo, estremamente vera quanto insospettabile, Un’altra vita racconta un’amore difficile e pericoloso che spinge un uomo mite a sovvertire la propria esistenza grigia e routinaria avventurandosi in una sorta di discesa negli inferi delle periferie romane che lo metterà in contatto con un milieu marginale e sconfinante nella devianza. Cinefilo appassionato, amico da tutti rimpianto, esploratore di paesaggi, siano essi la campagna veneta e il Delta del Po come i sobborghi capitolini, fine tratteggiatore di psicologie femminile, cantore antiretorico degli antireoi e dei dimenticati, il regista padovano che come scrive Antonio Costa nella monografia critica a suo tempo dedicatogli, proteggeva nel suo corpo imponente ‘l’anima dondolante del ragazzo’, attende ancora la rivalutazione che gli è dovuta e la giusta collocazione nel cinema italiano contemporaneo.”.

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