Il viaggio di Monica Guerritore al Teatro Garden, “Dall’Inferno all’infinito”

Rende (CS) – Grande successo per l’ottavo spettacolo della rassegna “Primafila”, organizzata “Novecento Teatri”, con la direzione di artistica di Benedetto Castriota e del presidente Luisa Giannotti.  “Dall’inferno all’infinito” , sul palco del Teatro Garden ieri sera, opera interpretata da Monica Guerritore, porta in scena un monologo che spazia tra inconscio, psiche e letteratura.

La prima parte dello spettacolo si avvia a prendere un’impronta dantesca.

L’attrice interpreta in maniera magistrale alcuni dei canti dell’inferno della Divina Commedia. Dalla selva oscura, al girone dei lussuriosi, Monica Guerritore impantana il Garden in una visione onirica del poema di Alighieri. Parallelismo che attraversa i secoli ed i sentimenti della platea, quello tra il Conte Ugolino dantesco e la lettera di Pasolini indirizzata alla madre. Inusuale il confronto che scaturisce tra Beatrice e Francesca da Rimini. La prima, donna angelica esempio di donna ideale. La seconda, donna interpretata dalla Guerritore come sofferente e vittima/carnefice di un amore passionale e carnale. Il bellissimo passaggio di Elsa Morante sull’amore infelice nei confronti della madre ricongiunge la sintesi tra sentimenti e ambiente domestico. Viaggio nell’inconscio che ricollega sfumature di letteratura tangenti con la psicologia e le teorie di Jung.

Rilevante lo stralcio sulla condizione infinita di solitudine di Victor Hugo.

Chiusura che va, appunto, “Dall’inferno all’infinito”, con l’interpretazione de l’”Infinito” di Leopardi. A 200 anni dalla composizione di una delle poesie più rappresentative e a 700 anni dalla morte del sommo poeta Alighieri, Monica Guerritore porta in scena uno spettacolo dell’io. Un’opera che ricongiunge un bisogno umano che, in questo periodo storico, è andato svanendo: la solitudine. Quest’ultima intesa come ritrovamento della condizione umana attraverso la letteratura. Spettacolo completo sotto ogni punto di vista. Interpretazione maestosa, visione completamente nuova dell’Inferno dantesco e incontri letterari solo superficialmente lontani tra epoche. Guerritore in veste d’attrice ma soprattutto di donna dall’alto profilo artistico e culturale. Nonostante i numerosi riconoscimenti (su tutti la nomina di Commendatore al Merito della Repubblica Italiana nel 2011), Monica Guerritore dimostra onestà intellettuale e umiltà artistica confrontandosi con la platea e creando un sottile filo resistente alla barbarie di un’epoca poco sensibile ai grandi temi.

La letteratura è bistrattata. Il teatro, inteso come forma d’arte pura, prende un’accezione desueta. Monica Guerritore e il suo spettacolo servono per contrastare il bisogno di restare vuoti in mezzo alla società e creare una consapevolezza di solitudine umana.

 

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