Convenzione col Bambin Gesù, Molinari e Barbanti (M5S): ennesimo fallimento

ROMA – Qualche giorno fa sono stati resi pubblici i numeri della Convenzione tra l’Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma e il Pugliese Ciaccio di Catanzaro ; questi numeri, spacciati per un successo, in realtà svelano l’ennesimo fallimento delle strategie regionali calabresi in ambito sanitario, con un continuo sperpero di denaro e quanto dichiarano Francesco Molinari e Sebastiano Barbanti senatore e deputato del  M5S.

Per quanto riguarda l’importanza degli interventi che si compiono il Bambin Gesù a Catanzaro, dichiarano, esegue una chirurgia di basso livello, già gestita dal reparto di Chirurgia Pediatrica del Pugliese. Bisogna, inoltre, considerare il peso dei DRG (Diagnosis-related groups), dato che le operazioni effettuate sono poco difficoltose mentre per gli interventi più rilevanti i cittadini calabresi devono invece andare a Roma, con costi maggiorati per la Calabria che paga i DRG più importanti e più costosi alla regione Lazio. Ma anche in termini quantitativi i dati snocciolati dal presidente del Bambin Gesù, Giuseppe Profiti, sono preoccupanti : si dichiarano infatti 42 interventi al mese, rimarcando che, in precedenza, erano solo 20 al mese.

Ebbene, nel reparto di Chirurgia Pediatrica dell’Ospedale dell’Annunziata, a Cosenza, gli interventi effettuati sono circa 50 a settimana : si tratta di una differenza assai rilevante. Ci si deve chiedere, pertanto, quant’erano – e sono – produttivi i sei medici dell’Unità Operativa Complessa (UOC) di Chirurgia Pediatrica di Catanzaro, visto che l’attività chirurgica del Bambin Gesù non ha sostituito ma si è aggiunta all’attività svolta dai chirurghi locali.
Un’altra cosa importante è sapere se corrisponde al vero che il reparto di chirurgia pediatrica catanzarese chiude sabato e domenica, a motivo del rientro degli operatori a Roma. Lo riterremo, anche questo, un fatto su cui fare gravi considerazioni e – forse – anche con qualche profilo di illegittimità, trattandosi di un ospedale catalogato come hub.
Solleviamo pure qualche dubbio sull’opportunità di cercare – pagando caro – fuori regione professionalità equivalenti a quelle che potremmo trovare in Calabria ; ci risulta, infatti, che i medici più quotati preferiscano operare a Roma piuttosto che scendere a Catanzaro, vista la differenza di tassazione tra la Calabria e il Vaticano, dove ha sede il Bambin Gesù. Insomma, per i medici migliori venire in Calabria – è triste dirlo – non sarebbe “economicamente conveniente”.
E ci sarebbe da indagare, infine, anche sulla sostituzione della figura apicale del Bambin Gesù a Catanzaro, avvenuta a maggio di quest’anno – a quanto sembra – per scarsa produttività e incompatibilità ambientale. In conclusione, risultato di tale costosa convenzione è che non abbiamo le migliori professionalità del Bambin Gesù, non sono terminati i viaggi della speranza dei calabresi fuori regione per quelle operazioni più importanti, non c’è una crescita professionale dei nostri medici ma (al contrario) un ostacolo allo sviluppo delle professionalità locali e – per finire – i costi della sanità regionale aumentano.
Sarebbe il caso di riflettere su questa ulteriore discutibile operazione del Commissario della sanità nonché governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, il cui nome garantisce, ai cittadini calabresi, un doppio fallimento per ogni suo atto amministrativo sia direttamente, per la scarsa qualità dei servizi fruiti, sia indirettamente, per il carico tributario che si troveranno costretti a sopportare per coprire l’aggravio delle spese regionali.

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