Il Calzolaio Prodigioso: la magica “fiaba” di Salvatore Ferragamo

Sin da bambini una delle prime cose che impariamo ad ascoltare sono le fiabe. Ci vengono raccontate per lenire la sofferenza, per farci credere che il mondo sia migliore, per illuderci che esista un lieto fine, ricordandoci sempre, però, che si tratta di una finzione destinata a scemare. Almeno nella maggior parte dei casi. A volte però quando il protagonista è “un bambino di nome Salvatore Ferragamo” magari il miracolo accade. E anche una cosa così materiale, come la produzione di una scarpa, può assumere i contorni magici e creativi di una dolcissima fiaba alla Cenerentola.

Per questa ragione tutti coloro che amano almeno un po’ la moda e la magia che spesso si nasconde dietro le storie di chi la lavora, non possono esimersi dall’andare a visitare l’ultima appassionante mostra de “ Il calzolaio prodigioso” presso Palazzo Spini Feroni, in allestimento fino al 31 marzo 2014 nel Museo Ferragamo a Firenze.

Palcoscenico di numerose esposizioni che ogni anno si succedono con un tema diverso destinato a celebrare la creatività e la fantasia che si cela dietro ogni creazione dello stilista, l’esposizione racconta la storia di un bambino prodigio, undicesimo di quattordici figli, nato da una famiglia modesta, che sapeva “vedere al di là”. La sua immaginazione, il suo genio, la sua originalità si mischiano alla bellezza delle collezioni più variegate che nel tempo hanno calzato i piedi di milioni di donne tra le più importanti nel mondo. Scarpe precedute da prototipi di legno lasciati riposare per tre giorni, realizzate secondo la sperimentazione di forme e materiali che passo dopo passo hanno alimentato la collezione Ferragamo fino a costituire, oggi, un vero e proprio tesoro. Scarpe di coccodrillo, in dentice, interamente cucite con la lenza, intarsiate d’oro, arricchite da piume, dipinte, con il tacco a virgola piuttosto che con quello tradizionale. Scarpe dalla capacità taumaturgica e salvifica destinata a realizzare i sogni di Marilyn Monroe, Sofia Loren, Anna Magnani tanto quanto quelli di principesse provenienti da ogni parte del mondo. Scarpe destinate a far sentire ogni donna un po’ regina in grado di spiegare le ali e prendere il volo.

Salvatore Ferragamo è ancora un adolescente quando decide di spostarsi verso gli Stati Uniti per perfezionare le sue doti di calzolaio, si confronta con un paese immenso riuscendo a superare i difficili momenti che la vita gli riserva. Tra lutti importanti e istanti di grande povertà dovuta alla guerra, la sua vita è un susseguirsi di emozioni di cui Mauro Borrelli, registra del cortometraggio realizzato in collaborazione con Tim Burton (le atmosfere e le musiche richiamano il noto “Edward mani di forbice”) programmato all’interno della mostra, si fa artefice e portavoce. Circoscritta all’interno di un allure che ricorda gli anni 20 del cinema tedesco, la pellicola si innesta sull’ infanzia, così travagliata e povera, contrassegnata dalla generosità e dall’amore, del piccolo Salvatore. Destinato a realizzare i sogni di tutte le donne, egli inizia la sua attività, durante una notte fredda e piena di stenti, creando un paio di scarpette bianche per la comunione della sorella. La sua  prima opera, figlia dell’affetto e della magia, è un omaggio al talento che va oltre la tecnica, che si nutre di speranze, di coraggio e di passione. La stanza dentro la quale il regista instaura la scena, tra verità e fantascienza, assume i contorni di una prigione per i nostri istinti e la nostra immaginazione. Solo la creatività e la fantasia di un bambino possono riuscire a superare i muri di quella gabbia metafisica. Le sue scarpe, portate a compimento di nascosto, rappresentano il momento critico e nel contempo surreale, nella  fiaba, che permette a Salvatore di liberare il suo genio destinato a fare grandi opere.

Ma la sua vita e i suoi manufatti non emozionano solo attraverso il cinema. In un’esposizione che si rivela un estasiante viaggio tra arte, cinema, letteratura e moda, prendono forma diverse opere collaterali che alla vita di Salvatore Ferragamo e al suo successo si sono ispirati. Come i fumetti di Frank Espinosa, anche lui per generazione legato al mondo dei calzolai, che assembla i pezzi della storia sotto forma di fumetti “cucendoli” alla maniera di una calzatura. L’atmosfera, apparentemente confusionaria e disordinata, si rifà ad un vero calzaturificio e alla passione di  Ferragamo per la costruzione manuale delle cose. Per lui non esistono le macchine e tutti gli elementi che vengono  fuori dagli scarti sono fonte di ispirazione e base per delle nuove creazioni. Espinosa lo ha definito “un’artista senza paura”, per noi è un  genio romantico destinato a ricordarci che solo chi crede nei sogni è destinato ad avere successo e che qualsiasi sia la difficoltà che la vita ci costringe a combattere ci si può sempre rialzare e ricominciare. Uno di quelli che quando tutti dicono ‘no’, va avanti lo stesso e anche quando ha raggiunto la meta deve continuare ad andare avanti. Di quelli che sentono di non aver fatto mai abbastanza e per questo arrivano fin dove nessuno ha mai osato spingersi. In mostra le 26 tavole con copertina del fumetto creato da Espinosa con tecnica mista (acriclico, gouache su matita e inchiostro a china, con dettagli e inserti in carta di riso); i disegni, gli schizzi, lo story board che testimoniano il processo creativo dell’artista per arrivare all’ opera finale.

Infine le fiabe. Quelle comuni, note al grande pubblico, riviste e cambiate  all’ interno della mostra in cui trovano spazio i modelli ispirati alla tradizione comune di Pollicino, per cui Ferragamo realizza l’allacciata con zeppa, i cui frammenti di camoscio su tela alludono alle briciole di pane che indicavano la strada, o piuttosto alla versione egiziana di Cenerentola in onore della quale viene coniato il sandalo dal tacco in ottone. Se la moda è creatività e fantasia, il mondo delle fiabe le è congeniale. Nelle favole abiti e scarpe sono spesso strumenti necessari a una trasformazione, simboli di sortilegi, causa del lieto fine di una storia. Nella vita sono mezzo che aiuta ad affrontare la realtà con quel pizzico di eleganza e di leggerezza che appartiene ai bambini e ai geni che di nome fanno ” Salvatore Ferragamo”.

Lia Giannini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *