L’Upi Calabria esprime sconcerto per il riordino

CATANZARO – Un documento in cui si chiede al governo di sospendere la decretazione d’urgenza sul riordino delle Province del 31 ottobre scorso, è stato sottoscritto dal presidente dell’Upi Calabria, Wanda Ferro, e dai presidenti Mario Oliverio (Cosenza), Giuseppe Raffa (Reggio Calabria), Stanislao Zurlo (Crotone) e Giuseppe Barbuto, vicepresidente di Vibo Valentia. “Il Governo con tale decreto, approvato e diffuso proprio pochi giorni prima della data fissata dalla Corte Costituzionale per l’udienza sui ricorsi avanzati dalle Regioni avverso il Decreto “Salva Italia” del 2011 – è scritto nel testo – ha disegnato una riforma che desta perplessità per la scarsa chiarezza delle disposizioni sul percorso da seguire, e, soprattutto, sulla tipologia di “elezione” dei nuovi consigli provinciali, che rappresentano il punto focale delle sorti di un ente di governo territoriale. L’articolo 7 disegna, innanzitutto, un percorso che in meno di dodici mesi dovrebbe portare gli enti alle nuove “elezioni” che, in mancanza di una pronuncia della Corte Costituzionale sulla legittimità del sistema elettorale previsto dal Salva Italia, non sono ancora definite in maniera certa”. “L’accorpamento della Provincia di Catanzaro con quelle di Crotone e di Vibo – prosegue il documento – pur rappresentando un caso peculiare perché relativo alla ricostruzione di una provincia smembrata vent’anni addietro, può comunque essere portato quale esempio emblematico delle criticità concrete dell’attuazione di un processo rapido quanto incerto. In questo caso esistono ancora mutui, debiti fuori bilancio, contenziosi in atto per milioni di euro tra Catanzaro e le altre due Province che un accorpamento potrebbe far cadere, ma resta il problema delle perdite di bilancio che si potrebbero registrare al momento della ricomposizione di un assetto unitario. Né vanno trascurate le inevitabili ripercussioni sul personale, atteso che complessivamente sono a rischio ben cinquantaseimila posti di lavoro dei dipendenti provinciali”.

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