Bersani contestato all’Unical

RENDE (CS) – Adamo presente, Censore presente, Guccione presente, Maiolo presente e potremmo continuare ancora, tutti ad accaparrarsi anticipatamente i posti migliori nell’aula magna dell’Unical in attesa che arrivi, ammesso che non si perda nei meandri della Salerno-Reggio, il segretario del Pd Pierluigi Bersani.
Del resto la posta in gioco è diventata altissima, la lotta alle primarie è sempre più agguerrita e Bersani, ora più che mai, ha bisogno del sostegno dei suoi uomini migliori, gli inamovibili.
L’entrata è trionfale, una grande ovazione della folla che in piedi si lascia andare in un interminabile applauso.

A moderare l’intervento è il Commissario regionale del Pd Calabria Alfredo D’Attorre che dopo un breve saluto passa immediatamente la parola al Magnifico Rettore Giovanni Latorre che spiega come l’Unical sia diventata nel corso degli anni il più potente potere sociale di questa regione, fornendo risorse umane in grado di migliorare il paese intero. Ma il Rettore continua esprimendo le reali difficoltà che si incontrano quando vengono continuamente a mancare gli aiuti dei fondi statali e a Bersani non chiede corsie preferenziali ma una strada unica per tutti, all’insegna dell’equità.

Ad intervenire successivamente è Massimo Migliori ricercatore di chimica, rappresentante di una realtà fortemente critica come quella della ricerca scientifica. Sostiene che l’università da culla del pensiero critico, da luogo della massima espressione democratica e della partecipazione attiva si ritrova oggi a essere martoriata da una schizofrenia normativa, che la rende sempre meno stabile, e da una scellerata diminuizione dei fondi. L’intervento del ricercatore si conclude con una riflessione, una società sana in linea con il progresso scientifico e tecnologico utilizza lo strumento della ricerca come vero e proprio investimento, un paese come l’Italia come lo si può definire competitivo se a mancare sono proprio le risorse.

Interessante l’intervento del portavoce della comunità cinese che racconta di quanto siano fondamentali i progetti di interscambio culturale per diminuire le distanze nel mondo, per diventare parte integrante di una sola cultura dai mille volti e dalle mille lingue, del resto la cultura è la vita stessa, siamo ciascuno di noi.

Arriva il momento dell’intervento del segretario del Pd, riesce a malapena a salutare quando viene interrotto da un gruppo di giovani contestatori che armati di megafono lo accusano di sostenere i tecnici montiani e la Bce.
Nell’aula magna avviene qualcosa di paradossale si scatena la contestazione della contestazione, i sostenitori di Bersani si alzano nuovamente in piedi ma questa volta per inveire contro gli intrusi, prima fra tutti la militante di sinistra Enza Bruno Bossio che con urla e fischi invita gentilmente i manifestanti ad allontanarsi.

Ritorna la calma e Bersani che senza scomodarsi dichiara di averne visto di peggio esordisce salutando le popolazioni del Pollino promettendo, qualora dovessero toccare a lui le sorti del nostro paese, in un ritorno della parola Mezzogiorno che risvegli l’orgoglio dell’Italia intera.
Un ritorno al principio di reciprocità in cui non esiste più la distinzione fra Nord e Sud del paese, perché da soli non ci si salva. Un ritorno al pensiero critico che riprenda le forze intellettuali non disperdendo le sue potenziali risorse.
Ma soprattutto Bersani promette che sarà il diritto allo studio il punto d’attacco della sua politica che vedrà un’organizzazione più stabile del sistema universitario, un superamento dell’impostazione classista dell’istruzione e una maggiore attenzione sull’innovazione, sulla competitività tale da garantire l’uguaglianza senza la quale l’economia cessa di girare.
“Piedi a terra e tanta fiducia” saluta così Bersani.

Gaia Santolla

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