La Regione dimentica i ricercatori delle scienze mediche

RENDE- Il Comitato COMUNICALMED, presieduto dal Prof. Rosario Aiello, costituito oltre un anno fa da Docenti dell’UNICAL e personalità della società civile per sostenere la possibilità di istituzione,  presso l’Università della Calabria, di un corso di Laurea in Medicina, baricentrato sulla ricerca biomedica avanzata,  prende posizione con un comunicato nei riguardi della recente vicenda del mancato invio da parte della Regione Calabria dei Progetti di ricerca presentati da giovani ricercatori nel settore delle scienze mediche.
“La notizia del grave episodio – si precisa nel documento –  è stupefacente e sicuramente non ha precedenti nella sua tipologia.   Si tratta di un grave danno,  arrecato a tanti giovani ricercatori della nostra Regione, per gravi carenze organizzative che  investono  responsabilità politiche gestionali. In realtà viviamo in una sorta di palude  istituzionale,  in cui si consumano sterili riti di campanilismo deteriore in tema di ricerca e formazione sanitaria.   Ciò da una parte  impedisce di  garantire fabbisogni formativi che non si possono negare all’intero nostro territorio regionale, ma dall’altra consente  nello stesso tempo lo sperpero di  milioni di euro proprio nelle maglie dell’inerzia burocratica amministrativa”.
I progetti  ( circa 40) di cui la regione era destinataria dovevano dare impulso innovativo ad importanti settori della sanità calabrese e  avrebbero coinvolto  anche professionalità  di eccellenza  della rete ospedaliera  che a fronte dei gravi problemi costretti ad affrontare quotidianamente (vedi carenze di organico, disservizi strutturali etc..) vogliono ancora dedicarsi oltre che ad un’assistenza di alto profilo ad attività di ricerca ed innovazione tecnologica.  “Si tratta – si puntualizza nella nota – di una mortificazione perpetrata nei confronti della  vita relazionale scientifica di un’intera ragione, di fatto  screditata nello scenario della ricerca nazionale. Esiste solo una possibilità,  oltre ai blandi richiami che lasciano il tempo che trovano agli uffici preposti”.
Il documento si conclude chiedendo un atto di riparazione da parte della Regione Calabria affermando che: “Occorre prefigurare una sorta  di risarcimento  morale nei confronti  dello stesso ceto scientifico mortificato e cioè recuperare almeno  risorse finanziarie  corrispondenti mediamente  alle somme ricevute dalla Regione,   per la stessa tipologia di bandi nelle edizioni recenti; occorre organizzare un apposito bando a cui possano partecipare i ricercatori, ingiustamente esclusi, non sulla base di un giudizio di merito,  ma sulla base di una  sciatta non curanza degli uffici amministrativi preposti . Una sorta di atto di riparazione, attraverso cui  l’attuale  ceto politico-dirigente può fare realmente percepire  sino a che punto abbia capacità e interesse a tutelare un intero patrimonio umano di intelligenze e di risorse culturali e scientifiche  che rischia di essere disperso”.

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