Amantea, l’assessore Pati interviene sulla questione scuole medie

AMANTEA (CS) – «La vicenda delle scuole medie è una ferita che potrà essere rimarginata soltanto quando il nuovo fabbricato sarà pronto ed inaugurato. Fino a quel momento dobbiamo dimostrare di essere una comunità che mette al primo posto la crescita dei nostri figli e che fa il possibile per porre rimedio ad una serie di criticità che, oggettivamente, nessuno di noi si aspettava». Lo ha dichiarato l’assessore all’istruzione del comune di Amantea, Emma Pati, sulla dislocazione degli alunni delle scuole medie, sgombrati dallo loro sede abituale nella scorsa primavera per la qualità troppo scadente del cemento con cui era costruito lo stabile. «Lo sgombero dell’edificio, avvenuto nella scorsa primavera, ha scosso tutti: l’uso del cemento troppo scadente che ha messo a repentaglio la vita di tanti innocenti è una circostanza che merita conoscenza e approfondimento da parte degli organi competenti. I ragazzi della scuola media “Goffredo Mameli”, ai q uali rivolgo il mio personale ringraziamento sin d’ora per l’impegno con il quale affronteranno questo importante passaggio, saranno dislocati in due diverse strutture di proprietà comunale: dieci classi saranno allocate nel plesso “Alessandro Manzoni” su via Garibaldi, altre quattro aule saranno posizionate all’interno della scuola “don Giulio Spada” nel quartiere Santa Maria. Il Campus “Francesco Tonnara” tornerà dunque a svolgere la funzione di laboratorio culturale e di incontro per il quale è stato costruito».

«Una soluzione – conclude la Pati – condivisa anche con la minoranza, i genitori, i professori e, come ovvio che sia, con la dirigente Antonella Bozzo che certamente saprà gestire al meglio questa suddivisione di uomini e mezzi. Adesso rivolgiamo il nostro impegno alla ristrutturazione dello stabile che accoglieva un tempo l’ufficio del giudice di pace e alla ricostruzione della nuova scuola media. Su entrambi i procedimenti saremo vigili e presenti come non mai. La burocrazia non deve ritardare un processo che già di per sé, si presenta articolato e irto di ostacoli. Lo dobbiamo alla città, alla società civile, ma anche a noi amministratori che sulla vicenda non ci siamo di certo risparmiati».

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