“Cosenza come opera d’arte”. Il bilancio di fine anno del sindaco Mario Occhiuto

COSENZA – Nel corso di uno speciale brindisi di fine anno, il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, ha incontrato i giornalisti della carta stampata, delle tivù e del web. Un incontro organizzato non soltanto per tracciare il classico consuntivo di fine anno, ma proprio un momento che sancisce il giro di boa del quinto Natale che caratterizza un intero ciclo: il suo primo mandato politico-amministrativo alla guida di palazzo dei Bruzi.

“Proverò a tracciare un bilancio più complessivo”, ha difatti esordito Occhiuto prendendo la parola e facendo un excursus a 360 gradi prima di rispondere alle domande dei cronisti. M. Occhiuto
Durante le due ore di chiacchierata in cui Occhiuto ha spaziato su ogni singola azione di governo, sono stati toccati punti nevralgici e strategici quali: Baraccopoli rom, servizi per le periferie, Circolare veloce Cosenza - Rende - Unical, Polo museale e tesoro di AlaricoA conclusione dell'incontro il Sindaco ha poi dichiarato:“La mia città io la chiamo opera d'arte, fabbrica creativa. Immaginate tutto quello che abbiamo fatto in questi anni con il Ponte di Calatrava, il museo di piazza Bilotti che accoglierà con gli ologrammi, e tante altre opere: a mio parere, non esistono città di questa valenza in cui si sono investite tutte queste risorse in opere di architettura contemporanea.Certo, non è stato facile governare in questi anni di crisi.Il Comune di Cosenza oggi spende sette milioni di euro in meno per gli stipendi dei dipendenti. Abbiamo dato tanto anche in termini di competenze.Implementato il servizio di trasporto ai disabili e agli anziani. I miei progetti per il futuro sono progetti di riqualificazione urbana delle aree marginali.Dobbiamo insomma parlare di servizi e costruire sul costruito. La città è fatta per poli con grandi elementi catalizzatori. Nei quartieri devono esserci la stessa qualità e quantità di servizi. Lungo la strada, forse, lascio qualche errore, ma soprattutto posso dire di aver lavorato secondo giustizia e secondo coscienza”.

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