Fusione Corigliano-Rossano, Graziano: «In democrazia decide chi partecipa»

CORIGLIANO/ROSSANO  – In merito al progetto di fusione dei comuni di Corigliano e Rossano il prossimo step, come ormai noto, sarà la consultazione referendaria di Domenica 22 Ottobre 2017 così per come stabilito nelle more la legge 13/1983. «In questa fase non possono esserci tentennamenti o dubbi su quelle che sono le procedure referendarie. Altrimenti si rischia di generare un’inutile e dannosa confusione nelle due comunità. Che ormai da tempo sono già pienamente coinvolte nell’elaborazione concettuale di questa proposta. Da che mondo è mondo decide chi partecipa. Chi resta indifferente delega la sua partecipazione. È il gioco perfetto della democrazia che non può essere sovvertito con sotterfugi o escamotage che rischiano di escludere il popolo dalle scelte». È quanto torna a ribadire il Segretario questore del Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, promotore e firmatario della proposta di legge regionale sulla fusione dei due Comuni dell’Area urbana Corigliano-Rossano.

La creazione di un’unica entità municipale tra Corigliano e Rossano – dice Graziano – è un progetto di cui si parla da decenni nella Sibaritide. E in questi anni è diventato anche un argomento socio-culturale che si ripropone in quasi tutti i dibattiti e le manifestazioni pubbliche. Non abbiamo inventato noi politici dell’ultimo quinquennio l’idea di creare una grande Città! Ma sono stati i rossanesi ed i coriglianesi, insieme, soprattutto quelli delle ultime generazioni, a spingere, promuovere e perorare l’attuazione di questo processo istituzionale. Tant’è che finora nessuno ha interpellato i cittadini su quella che è la loro volontà – a mio avviso, positiva riguardo alla fusione. Viceversa – aggiunge – sono emerse solo posizioni prettamente personalistiche e individuali, soprattutto da chi riveste cariche istituzionali in questo territorio. L’unico modo per capire se i cittadini sono d’accordo o meno rispetto al progetto di un’unica municipalità è interpellarli ufficialmente, con il voto. A prescindere da quella che sarà l’affluenza alle urne.

«Imporre un quorum ad un referendum consultivo – chiarisce il Segretario questore – equivale a limitare il peso della democrazia. Piuttosto, invece di creare ostacoli e di inzuppare il corpo della legge regionale sulle consultazioni referendarie di ulteriori norme, codici, comma e singolari paletti, sarebbe opportuno da parte delle Istituzioni e del mondo politico, quantomeno in questa fase ormai avviata e con delle regole del gioco stabilite, scendere in piazza e tra le strade di Corigliano e Rossano per  parlare con la gente e sostenere la bontà o meno del progetto di fusione. Non si creerebbero così – conclude Graziano – inutili incomprensioni e, soprattutto, si darebbe onore al valore della partecipazione dal basso che spesso viene  disatteso e ostacolato dalla politica».

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