Lsu e Lpu, Orlandino Greco:«Una storia lunga 20 anni, è ora di stabilizzare»

orlandino-grecoCATANZARO – «La continuità del lavoro degli lsu e degli lpu all’interno dei Comuni è considerata prioritaria. Chi si confronta quotidianamente con i sindaci, o chi è stato amministratore, conosce quanto i lavoratori siano indispensabili per l’erogazione dei servizi ai cittadini. Per questo motivo il risultato ottenuto dal governo è una risposta positiva ad una sollecitazione regionale. Tant’è vero che l’assessorato al lavoro, così come gli amministratori comunali, non sono stati fermi. Anzi, hanno preceduto e agevolato il lavoro del governo agendo in diverse direzioni. Ad oggi solo qualche decina di lavoratori non risulta essere contrattualizzato: dopo l’iniziativa del governo regionale, in particolare del Presidente Oliverio e dell’assessore Roccisano, di costruire il percorso di stabilizzazione dal gennaio 2015, quasi la totalità dei lavoratori lsu/lpu ha un contratto a tempo determinato con l’ente presso cui lavora. Dal mese di giugno è iniziato il censimento dei lavoratori e la mappatura delle disponibilità in pianta organica per ogni comune ed ente pubblico o strumentale ospitante: in questo modo l’assessorato al lavoro ha potuto iniziare un lavoro di sinergia con il ministero per studiare e costruire percorsi di pensionamento per gli over 60 anni e prospettive di stabilizzazione per gli altri. È evidente quindi che per arrivare alla definitiva stabilizzazione dei lavoratori lsu/lpu non è sufficiente un nuovo stanziamento di risorse, che sono certo saranno assicurate in primis dalla Regione e spero anche dal governo. Non dobbiamo dimenticare che è anche giusto garantire che la stabilizzazione sia attuata prioritariamente da quegli Enti che, da tempo ormai immemore, si avvalgono di questi lavoratori con i quali hanno finora sopperito alle gravi ed ormai croniche carenze di organico determinate da anni di blocco delle assunzioni nella P.A. Ciò per un duplice evidente motivo: dare continuità e sicurezza di lavoro a persone che hanno dedicato già buona parte della loro vita lavorativa a questi enti nei quali sono ormai perfettamente integrati, ma anche per i comuni stessi, molti dei quali sono stati costretti a garantire i propri servizi indispensabili proprio con questi lavoratori. Allora è bene ricordare al governo che è indispensabile adottare normative che consentano a questi comuni di definire il processo di stabilizzazione con assunzioni a tempo indeterminato, cosa che finora i comuni non hanno potuto fare, al di là delle limitate disponibilità di bilancio che la previsione di un contributo può solo alleviare, perché bloccati dai tanti vincoli che nel tempo il legislatore ha posto a quella che dovrebbe essere la legittima autodeterminazione degli enti locali nella politica del personale. Ne elencherò solo alcuni: rapporto spesa del personale sul totale della spesa corrente, rispetto del limite della media triennale registrata negli anni 2011-2013, turn over. A cui si aggiungono le c.d. sanzioni che ormai vengono previste a fronte di qualsivoglia inadempienza: mancato rispetto del patto di stabilità, mancato rispetto dei tempi medi di pagamento, quest’ultimo in verità opportunamente cassato dalla Corte Costituzionale, e le norme procedurali. Allora è indispensabile che il governo, se vuole seriamente portare a soluzione il problema, non si limiti a stanziare risorse in forma di contributi alla stabilizzazione, inutili se poi nella maggior parte dei casi gli enti locali non saranno nemmeno nelle condizioni di usufruirne. E’ necessario invece che, come già avvenuto nel 2001 e nel 2009, si riscriva la deroga a tutti questi vincoli per quei comuni che vorranno finalmente procedere ad assumere questi lavoratori con contratti a tempo indeterminato. Senza questo presupposto resteranno come sempre solo belle parole sulla pelle dei lavoratori».

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