Paolini al vetriolo: «Questo Pd lo lascio volentieri a Presta»

COSENZA – «A chi mi accusa di avere alle spalle la vecchia nomenclatura del Pd dico: ma chi voleva fare le primarie non voleva l’apporto del Pd». La battuta,  tagliente, pronunciata da Lucio Presta nel corso della conferenza stampa di sabato e chiaramente riferita ad Enzo Paolini, non ha lasciato indifferente il candidato a sindaco di Cosenza del Pse, svelto a replicare con alcune “Brevi osservazioni” come le definisce lo stesso Paolini : «E’ vero – afferma l’avvocato con la passione del rugby – ho tentato in tutti i modi di avere il Pd con me: ho chiesto le primarie , ho invocato il loro statuto, ho sperato nel rispetto delle regole. Ma non c’è stato niente da fare; hanno scelto un altro. La nomenclatura Pd ha dapprima calpestato ogni regola e poi ha cercato di comprarmi. Questo Pd glielo lascio volentieri; non è la lebbra. E’ solo un gruppo di persone che sono maggiordomi a Roma e pensano di essere padroni in Calabria. Noi ci teniamo ben stretti gli elettori del Pd, i sinceri democratici che non ne possono più di queste persone e questi metodi. Quanto all’altra affermazione, secondo la quale lui potrebbe permettersi di perdere avendo un lavoro mentre tra gli altri candidati vi sarebbero politici di professione, dovrebbe avere l’amabilità di dire a chi si riferisce: al medico, al fotografo, all’ingegnere, all’architetto o all’avvocato? Se invece – conclude Paolini – voleva dire che per aspirare a fare il sindaco occorre avere anche un’idea politica di città ha ragione. Può permettersi di perdere».

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