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Rende, “Comitato di partecipazione diretta” punta su testimonianza, affidabilità, competenza e … storia!

RENDE (CS) – «Vogliamo parlare solo di proposte, sia politiche che amministrative, non mettendo mai da parte la nostra estrazione ideologica cattolica che anzi, anteponiamo a tutto! Ci obiettano sostanzialmente che ormai i cattolici sono in tutti gli schieramenti, che è impossibile amministrare senza allargare ad altre forze e che non abbiamo i numeri sufficienti: in sintesi che possiamo solo fare testimonianza! Questa della testimonianza che è vista quale debolezza rappresenta invece per noi la radice, la base dalla quale partiamo e non possiamo omettere!». E’ quanto dichiara Carlo Rinaldo, portavoce del Comitato di Cittadini “Comunità in partecipazione diretta“.      

Verso le amministrative di Rende

«A prescindere se ci impegneremo direttamente con una lista con un nostro candidato a Sindaco o in una eventuale coalizione – si legge nella nota del Comitato -, che al momento non esiste rispetto alle premesse sopra riportate, continueremo a fare le nostre proposte per suggerire soluzioni ai problemi del territorio. L’assenza di un partito di cattolici è un dato di fatto! Tante iniziative cercano di partire a livello nazionale per riformarne uno, ma non esiste! Secondo noi questo non significa che ci possiamo sentire liberi di fare qualsiasi cosa ed andare ad infilarci in un qualsiasi progetto politico-amministrativo: piuttosto possiamo tranquillamente non fare parte direttamente della competizione elettorale e proseguire a dare le nostre idee per una città migliore. La fortissima presenza di cattolici sui nostri territori dovrebbe rendere più facile la formazione di un gruppo omogeneo dai grandi numeri capace di influire fortemente sull’amministrazione, che guardi alla politica come una forma di dedizione caritatevole, agevolati dal clero che invece non entra in argomento; però purtroppo questo è difficile e si preferisce piuttosto votare o candidarsi in altre iniziative».

Quindi un appello finale:

«Non accontentiamoci più di piccole cose che durano poco nel tempo e non risolvono i problemi, abbiamo bisogno di cambiamenti epocali che devono partire dal rimettere ordine nelle cose! Non è troppo tardi per unirci localmente – conclude la nota -cerchiamo di formare un gruppo più allargato che è possibile dato che i numeri sarebbero dalla nostra parte, altrimenti per quanto ci riguarda possiamo tranquillamente “starcene a casa e continuare a fare ognuno il nostro lavoro”, pur continuando a fare proposte, come senso di responsabilità e servizio verso la comunità!»

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