Cosenza, rimpianti poco amari.

Il Cosenza sbaglia anche il secondo tentativo di fuga, ma esprime un gioco migliore rispetto a quanto fatto vedere nella sfida di Venerdì scorso al San Vito contro il Foggia, risolvendo alcuni problemi palesi e trovando un’ottima orchestrazione. Certo, manca il gol, ma lo spettacolo messo in mostra oggi è di un’altra categoria.

L’undici iniziale dei Lupi è quello che è incappato nel mezzo passo falso casalingo contro i rossoneri di Puglia nell’ultima giornata di campionato: Frattali tra i pali, Mannini e Palazzi esterni bassi, Guidi e Blondett centrali, Meduri, Bigoni e Giordano nel mezzo, Mosciaro ed Alessandro a supporto di De Angelis, il quale si abbassa frequentemente per lanciare le due ali in porta. Ancora forfait per Castagnetti, dunque, e panchina per Calderini.

Il Cosenza parte con un gran contropiede orchestrato da De Angelis, il quale serve Mosciaro in uno contro uno: il numero nove spara alto a pochi passi dalla porta. Non si fa attendere la risposta del Messina con Bucoli che tenta dalla distanza sfiorando la traversa. Le squadre sono toniche e dimostrano di avere tanta voglia di fare, specie gli uomini di Cappellacci che ci riprovano con una bella azione costruita sull’asse Mannini – Bigoni, il cui tiro viene respinto dal portiere siculo: sulla ribattuta Mosciaro non trova il tap – in vincente. Al quarto d’ora l’ex Guadalupi prova l’imbucata per Guerriera, che spedisce a lato una ghiotta occasione. Episodio dubbio intorno al ventesimo in area del Cosenza, con un intervento di Blondett in ritardo su Chiaria. I rimpianti del Cosenza diventano due: ancora De Angelis, ancora per Mosciaro, ancora un errore del capitano che spara addosso a Lagomarsini, bravo a non farsi trarre in inganno. Alla mezz’ora il Messina si riaffaccia dalle parti di Frattali prima con Guerriera che cerca di sfruttare un errato disimpegno di Blondett, poi con Chiaria che tenta al volo dai venti metri, ma in entrambi i casi la sfera esce alta e a lato. Il Cosenza però ha più fiato e soprattutto tanta più tecnica, e rischia ancora di passare in vantaggio con un cross in mezzo di Mannini propiziato da Mosciaro ma mancato da Alessandro. A cinque dalla fine c’è un tentativo dalla distanza dei peloritani, ma Frattali non si fa stupire e, come dall’inizio del torneo, toglie le castagne dal fuoco ai suoi compagni di squadra. Il Cosenza risponde con Alessandro che, su sponda di De Angelis, dall’interno dell’area piccola, mette il corpo indietro mandando alto sulla traversa.

La ripresa inizia con un nuovo canovaccio per i primi dieci minuti, che vede alcune sfuriate dei padroni di casa le quali, però, non sortiscono gli effetti sperati. La prima vera occasione del secondo tempo è per gli ospiti però, che su una punizione battuta dal vertice basso di sinistra da Giordano, trovano una magnifica torsione di Guidi con sfera che si spegne di nulla sul fondo. Il Messina non ci sta e prova con varie folate offensive, sfiorando il vantaggio con Chiaria, il quale prova a beffare Frattali: san Pierluigi non ci sta e compie l’ennesimo miracolo che salva i Lupi. Attorno al minuto venticinque un contropiede avviato da Mosciaro termina sui piedi di De Angelis in quale prova ad incrociare il destro: la sfera bacia romanticamente il legno e si spegne sul fondo, senza completare il matrimonio con la rete. E, poco dopo, sembra che le strade dei Lupi e del gol siano due rette parallele: Calderini recupera e dai venticinque spara un bolide, fuori di poco anche questo. Però il Messina non è morto, Corona se lo carica sulle spalle e fa da rifinitore per Chiaria: palla fuori di un nulla e brividi sulla schiena dei tifosi presilani.  È l’ultima occasione della partita che si trascina stancamente fino al triplice fischio: resta il tabù dello stadio San Filippo, mai violato dai rossoblù, capaci di vincere in questa terra solo quando il campo di casa degli uomini oggi guidati da Catalano si chiamava Celeste.

Resta il rammarico per altri due punti buttati un po’ alle ortiche, visto l’immenso numero di palle gol create dai ragazzi di Cappellacci; dall’altro lato, però, c’è la grande soddisfazione di aver mostrato un gioco vivo e pimpante, sebbene non estremamente cinico. Un gioco da palati sopraffini, specialmente per quanto fatto vedere da un De Angelis apparso oggi più in forma che mai. C’è bisogno di più precisione e sicurezza sotto porta, ma questi due punti che mancano fanno indubbiamente meno male dei due punti lasciati per strada contro il Foggia venerdì, soprattutto per le capacità di gioco espresse dai bretti che, grazie al pareggio a reti inviolate tra Teramo e Casertana, mantengono la vetta a quota venti e conservando comunque un punto di vantaggio sugli inseguitori.

Francesco La Luna

MESSINA – COSENZA 0 – 0

MESSINA: Lagomarsini; Quintoni, Cucinotta (’33 st Caldore), Ignoffo; Silvestri, Bucolo, Guerriera, Costa Ferreira, Guadalupi (’38 Simonetti); Lasagna (’20 st Corona); Chiaria.

COSENZA: Frattali; Palazzi, Guidi, Blondett, Mannini; Meduri, Bigoni, Castagnetti; Alessandro (’30 st Calderini), De Angelis, Mosciaro (’40 st).

AMMONITI: Lasagna, Costa Ferreira, Bucolo, Ignoffo (M), Guidi (C)

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