Ai confini del gusto e… della geografia

COSENZA – La geografia ce l’ha insegnato sin dalle scuole elementari. Dalle Langhe ai sette colli bruzi c’è tutto uno Stivale. Senza scorciatoie. Lo dice anche il Gps. Ma la scorsa notte no! L’8 ottobre, in quello scorcio meraviglioso di Cosenza che unisce la Città Vecchia alla Nuova, in via Milelli 80, le magnifiche colline piemontesi sembrava di vederle, toccarle, sentirle, gustarle. E questo grazie a un colpo da maestro che neanche il più grande illusionista di tutti i tempi. La magia si è consumata nella caratteristica cornice del Pancondito, sotto la cura maniacale e brillante del sommelier Giuseppe Trimboli. A fare da trait d’union tra il wine bar cosentino e i filari langaroli una vera e propria guest star, l’azienda vinicola Fontanafredda. Quasi due secoli di esperienza e un blasone testimoniato da cantine ottocentesche, custodi di botti di rovere e tini d’acciaio con bianchi, rossi e spumanti d’eccellenza. Una storia da far girare la testa soltanto a sentirla raccontare. Lo sa bene Giuseppe, che da perfetto ospite ha dato subito il via al percorso enogastronomico studiato a menadito. Per rompere il ghiaccio, un’ouverture conviviale, ciarliera e garbata: il crostone al Lardo di Colonnata s’è lasciato cullare dal carattere sbarazzino dell’Esordio extra dry, un tripudio di bollicine al profumo di agrume, salvia e frutta tropicale. La serata è subito entrata in confidenza con i commensali. E tra una chiacchiera e l’altra è arrivato il tempo delle Mezzelune ai funghi, accompagnate dal dolcetto d’Alba La Lepre, un rosso rubino intenso che ha regalato all’olfatto i profumi ammalianti di more e lamponi. La novella s’è fatta interessante e la silhouette charmant della bottiglia di Barolo Serralunga d’Alba ha chiamato una standing ovation. E mentre l’arrosto di vitello con patate al forno era lì che reclamava la sensuale compagnia del calice di rosso, più di qualcuno s’era già perso, rapito dal sapore vellutato e armonico del Serralunga e inebriato da quei sentori di vaniglia, spezie, rosa appassita e sottobosco. La diciamo tutta, a fine serata accettare che il tempo fosse passato così in fretta è stato difficile. Ma il sorriso del sommelier Giuseppe Trimboli non ha lasciato alcun dubbio. Al Pancondito son già tutti pronti per la prossima avventura enogastronomica, sfidando i confini del gusto e quelli della geografia. E in barba al Gps!

Mafalda Meduri

 

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