Gaspare Tancredi, un clown cantastorie

MENDICINO (CS) – Mi accoglie con un caldo sorriso  e si racconta a cuore aperto, senza filtri, con la semplicità e la caparbietà di chi sa lottare e attendere. Un incontro piacevole quello con Gaspare Tancredi, cantautore cosentino che domani sera salirà sul palco del teatro comunale di Mendicino per un  concerto dal titolo “Le donne di un clown”.

D – Chi è Gaspare Tancredi?

R- Gaspare Tancredi è un cantautore, uno scrittore di canzoni, uno scrittore di racconti.

D – Quando e perché hai deciso di diventare un clown?

R- La figura del clown è molto presente nell’album anche per via del titolo. Provo ad essere un clown, ho utilizzato questo personaggio, questa figura per scrivere l’album proprio perché il clown a mio avviso ha questa capacità di rimanere su quella linea sottile che è la capacità in qualche modo di far divertire le persone, portarle alla risata però, anche allo stesso tempo, avere una profonda umanità e vivere questa vita del donare agli altri un momento di sorriso, di speranza nonostante le vicende personali.

D – Domani sera in scena al teatro di Mendicino in un concerto dal titolo “Le donne di un clown”, come sono le donne di un clown?

R – le donne di un clown sono donne che combattono per avere una vita dignitosa, di speranza. Ci sono diverse figure al femminile nell’album: Rosilda forme d’argilla, Vera, Marta, sono tutte donne che raccontano i propri vissuti. In Rosilda per esempio tocco il delicato tema della vendita delle bambine, un fenomeno frequente in Italia e ancor di più all’estero, il brano nasce dalla fascinazione che ho avuto da un libro di Jorge Amado e non è l’unico brano che viene fuori dalla bellezza di alcuni romanzi. L’uva di marta è sempre un personaggio al femminile, racconta del suo spaccato e di quello che è oggi la vita attraverso i social, lo scegliere un amore per corrispondenza o attraverso un mondo virtuale; altro personaggio femminile è Vera ed è forse uno dei testi che mi tocca più di persona perché riguarda l’estrema esigenza di apparire ed essere perfetti.

D – Ne “Le donne di un clown” scrivi : «Rifuggo la realtà che venera la falsità», tu da cosa fuggi?

R – Più che rifuggire, sto nella realtà. Tramite la scrittura mi piace indossare occhi diversi, maschere diverse per poter dare un punto di vista che non è solo il mio ma anche quello di altre persone reali o inventate; come uomo provo a rifuggire dall’essere falso per essere una persona autentica.

D – Domani sera sul palco non sarai da solo, chi ti accompagna?

R – Mi accompagnerà quella che abbiamo battezzato “La banda degli onesti” anche per citare un film di Totò visto che quest’anno ricorre il cinquantenario della morte, mi accompagna Federico mari al basso elettrico e al contrabbasso, Alessio Sisca alla batteria, Alessandro la neve ai sassofoni, Giuseppe santelli pianoforte e tastiere, responsabile del suono Paolo Scarpino e poi ci saranno degli ospiti speciali che citeremo dal palco.

D – Quali sono i progetti per il futuro?

R – Un album già in scrittura e poi stiamo scegliendo  delle date per una serie di concerti estivi e autunnali.

Rita Pellicori

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