[#Anime] Ajin, immortali tra gli uomini

Ajin è una serie tv di 13 episodi, tratta dall’omonimo manga di Gamon Sakurai, andata in onda durante la stagione invernale 2016 e terminata un paio di settimane fa. L’anime è prodotto dallo studio Polygon Pictures, famoso per l’utilizzo massiccio della computer grafica (in particolare la tecnica nota come Cel Shading) nelle sue produzioni.

La trama risulta essere molto interessante: gli Ajin sono esseri immortali che vagano per il pianeta Terra, dall’aspettoajin3 assolutamente identico a quello degli esseri umani. Ad ogni decesso ritornano in vita, rimarginando tutte le ferite riportate in precedenza. Oltre a questo sono in grado di evocare una creatura umanoide nera nota come IBM (Invisible Black Matter), che sembra essere la principale fonte dei loro poteri. Il “fantasma nero” può essere visto solo da un altro Ajin ed ha un aspetto differente per ognuno di essi. La storia narra le vicende di Nagai Kei, un normale studente che rimane vittima di un incidente stradale e che scopre di essere un Ajin.

La trama di base di Ajin è intrigante, in particolare per il tema “immortalità”, uno dei grandi tabù dell’umanità, da sempre ricercata con ogni mezzo. Sicuramente non si tratta di nulla di originale, essendo un tema enormemente sfruttato in produzioni di ogni genere. Anche l’idea dell’IBM sembra prendere spunto dallo stand de Le bizzarre avventure di Jojo, nonostante alcune differenze. L’immortalità in Ajin è molto “da videogioco”, in cui il personaggio ritorna in vita dopo essere stato ucciso. Un videogioco truccato, in quanto sembra che un Ajin abbia un numero di vite infinito. Questo li porta a cercare la morte per sfuggire al dolore di gravi ferite (gli Ajin provano dolore come un normale essere umano) o per evitare di essere sedati. Se ci pensate è molto interessante l’idea di autoconservazione basata non sulla paura di morire, ma sulla paura di NON morire. Sicuramente l’immortalità e le sue ripercussioni sul mondo e sui personaggi sono degli argomenti trattati magnificamente dagli autori.

La serie ha il grande pregio di avere un ritmo ben dosato e costante per tutti i 13 episodi. Il primo tema interessante che salta all’occhio è il problema della persecuzione del “diverso”. Gli Ajin sono visti come qualcosa di pericoloso, da studiare e tenere sotto controllo. Caratteristica che ha sempre accompagnato il pensiero umano, ovvero quella di temere la diversità e l’ignoto.

Nonostante il tema soprannaturale, la serie si muove soprattutto su binari realistici. I personaggi sono caratterizzati abbastanza bene, anche se il protagonista non brilla sicuramente per il carisma, anche perché non ha un ruolo centralissimo in questa (si spera) prima stagione. Anche se poco approfonditi, risultano molto interessanti i due personaggi “negativi” dell’opera, ovvero Sato, un Ajin dall’aspetto anziano e Tosaki, un umano a capo del dipartimento di ricerca sugli Ajin.ajin2

L’apparato tecnico di Ajin punta quasi tutto su delle animazioni in Cel Shading molto curate, ma che danno ai personaggi delle movenze molto “legnose”, quasi come se si stesse guardando un videogioco installato su una macchina poco performante, che permette di giocare al massimo a 12 o 13 fotogrammi al secondo, cosa che si nota soprattutto nelle scene d’azione (in particolare nelle lotte tra IBM), in cui si perdono di vista alcuni movimenti. Questa tecnica ha però il pregio di restituire quei movimenti che nell’animazione tradizionale vengono sottintesi, come piccoli spostamenti del corpo durante le scene di dialogo. La regia non offre particolari guizzi ma è ben curata sotto il piano della composizione delle inquadrature nelle scene statiche, anche se si perde nelle scene d’azione, in cui a volte si fa fatica a capire cosa sta succedendo. Altra piccola nota di demerito sulla fotografia a volte eccessivamente contrastata, con zone illuminate in maniera accecante e zone d’ombra praticamente invisibili, anche se probabilmente si tratta di una scelta registica volta ad accentuare il phatos della scena. Le OST sono molto belle e cupe, ma sembra che ci sia poca scelta nei brani, che spesso si ripetono anche in episodi contigui.

Nel complesso Ajin è una serie che mi sento di consigliare a tutti, visti gli spunti interessanti e la sceneggiatura ben curata. Si spera in una seconda stagione che riesca a sopperire ad alcuni difettucci tecnici.

Antonio Vaccaro

https://youtu.be/nrhvnvNJND4

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