[#AnimeSchool] Il tempo di Orange

Inauguriamo questa nuova rubrica incentrata sulle tematiche affrontate negli anime. Al giorno d’oggi capita di sentire e risentire la classica espressione “gli anime sono per bambini”, quando in realtà esistono anime talmente profondi da far impallidire tantissimi film in live action. Questa rubrica ha come scopo quello di approfondire i temi che rendono l’opera quantomeno dignitosa e la elevano dal semplice intrattenimento fine a se stesso.

In questo caso parleremo del tempo in Orange (anime attualmente in corso con il penultimo episodio) e di come Ichigo Takano abbia deciso di gestire questa tematica abusatissima sia nel cinema che nella letteratura.

La trama di Orange narra di una ragazza, Maho Takamiya, che riceve una lettera dalla se stessa di 10 anni più vecchia. Il motivo è molto semplice: la Maho del futuro vuole cancellare i propri rimpianti, impedendo alla se stessa più giovane di compiere i suoi stessi errori.

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Tralasciando i risvolti della trama, si tratta di un soggetto non propriamente originale, già visto in altri anime come Steins;Gate, in cui i protagonisti riuscivano a mandare delle e-mail nel passato (ribattezzate simpaticamente D-Mail, da DeLorean, la macchina che permetteva il viaggio nel tempo nella saga di Ritorno al Futuro) o in film come “La casa sul lago del tempo” in cui i due protagonisti si trovano separati a due anni di distanza e comunicano attraverso delle lettere.

Scegliere un simile soggetto porta l’autore a compiere un’ulteriore scelta narrativa: come gestisco i paradossi che ne derivano?

Di solito all’interno di opere simili si giunge sempre al momento dello spiegone, quello che ci fa capire come l’autore abbia deciso di trattare il tema. Naturalmente questo avviene anche in Orange.

Immaginiamo di trovarci in questa situazione: la nostra versione più grande di 10 anni ci invia una lettera che ha come scopo quello di impedirci di compiere i suoi stessi errori. Se ci riflettiamo, il voler annullare i propri rimpianti è il motivo che ha spinto la nostra versione del futuro a scrivere la lettera. Quindi se la lettera dovesse funzionare e riuscissimo ad annullare i suoi rimpianti, la nostra versione del futuro non avrebbe più motivo di scrivere la lettera.

Un paradosso simile a quello di tantissime altre opere, gestito in svariati modi dai vari autori.

Prendendo come esempio la serie tv “Lost”, in quel caso la lettera sarebbe inutile, ma anzi, se la nostra versione giovane la utilizzasse riuscirebbe solamente a provocare gli stessi errori della nostra versione del futuro, quasi come se il passato contemplasse già la presenza della lettera.

Interessante poi è il discorso della saga di “Terminator”, in cui l’esistenza stessa delle macchine è legata al fatto che una di esse è tornata nel passato lasciando tracce della propria tecnologia, oppure il fatto che il leader della resistenza sia figlio di un guerriero del futuro, quasi come se passato e futuro esistessero nello stesso momento (l’effetto potrebbe provocare la causa invece del contrario).

Nel film “Donnie Darko” è stato scelto di utilizzare un espediente terrificante. L’arrivo di un artefatto del futuro (nel nostro caso la lettera) provoca la nascita di un Universo Tangente. Quindi la  presenza della lettera diventa il motivo per cui esiste questo nuovo universo. Questo porta la nostra versione giovane a inviare nuovamente la lettera una volta passati 10 anni, altrimenti l’universo cesserebbe di esistere.

Se invece prendessimo come esempio la saga di “Ritorno al futuro”, dal momento dell’apparizione della lettera, la nostra versione giovane avrebbe la possibilità di cambiare il proprio futuro e quindi il passato della nostra versione più vecchia.

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Un’altra scelta interessante è quella dell’anime “Steins;Gate” o della serie tv “Heroes”. La nostra versione del futuro avrebbe la possibilità di modificare il proprio passato solo inviando la lettera in un preciso momento del tempo e annullando uno specifico evento. Questo creerebbe una nuova serie di eventi assolutamente imprevedibili e cancellerebbe il precedente futuro.

Takano ha deciso di gestire il tutto in modo simile a Dragon Ball, ovvero facendo in modo che la lettera crei una nuova dimensione con una serie di eventi slegati da quelli vissuti dalla nostra versione del futuro. Quindi la nostra versione del futuro non avrebbe comunque modo di annullare i propri rimpianti, ma potrebbe solo impedirci di compiere i suoi stessi errori. Esisterebbero quindi due diverse storie per la stessa persona, un risvolto triste quanto affascinante. Questo lascerebbe intendere che esistano diverse versioni di noi stessi, ognuno con la propria storia e i propri rimpianti. Non sarebbe male, vero?

Antonio Vaccaro

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