[#JapanTime] Il Filo Rosso del Destino

Il Giappone, Paese dalla grande tradizione e pervaso dal mito. Sono tante le credenze della terra del Sol Levante e, nella nuova rubrica targata Nerd30, “JapanTime”, le vogliamo raccontare al fine di divulgare l’estro poetico e filosofico di cui questa Nazione è impregnata.
Fra le leggende senz’altro più conosciute e famose, soprattutto dal mondo otaku, troviamo quella del Filo Rosso del Destino, mito dal forte carattere romantico che, grazie alla sua particolare profondità, potrebbe far cedere anche i “cuori di ghiaccio”.

Secondo la tradizione ogni individuo, sin dalla nascita, ha legato al mignolo della mano sinistra un filo rosso con l’altra estremità congiunta inseparabilmente al mignolo della propria anima gemella. Il filo, indistruttibile, lunghissimo e invisibile, tiene unite le due anime al fine di ricongiungerle un giorno e per sempre. È possibile che il filo si intrecci, si attorcigli, che crei difficoltà nella vita dei due inconsapevoli innamorati, ma in ogni caso è scritto che le loro vite si incontreranno unendo anima e cuore.

filo rosso 2
L’origine della leggenda è cinese: Wei è un uomo rimasto orfano in tenera età e, proprio per questo, il suo più grande sogno è da sempre quello di avere una famiglia numerosa. Purtroppo, però, non riesce a trovare la compagna che risponde ai suoi desideri. Durante uno dei suoi tanti viaggi, Wei incontra nei pressi di un tempio il dio dei matrimoni, con le sembianze di un anziano seduto su uno strano sacco; l’uomo si ferma incuriosito e, durante il dialogo, il dio gli rivela l’esistenza della sua anima gemella, ma gli dice anche che al momento ella è ancora una bambina di tre anni e che, prima di sposarla, dovrà aspettare ben quattordici anni. Deluso e perplesso da questa prima affermazione, Wei chiede al dio cosa rappresenti il sacco su cui è seduto: «È il filo rosso del destino» – risponde l’anziano – «Che lega due persone indissolubilmente». Coloro che sono legati da questo filo sono, dunque, destinate a stare insieme, indipendentemente dal proprio agire, da quello degli altri e da qualsiasi influenza esterna. Incredulo e per dimostrare la sua libertà di scelta, l’uomo ordina a un servo di uccidere la bambina, ma quest’ultimo, preso da compassione, si limita soltanto a ferirla alla testa. Dopo questo accaduto, Wei continua la sua vita normalmente, fino a quando, quattordici anni dopo, conosce e successivamente sposa una ragazza di diciassette anni, di famiglia benestante, che porta sempre una fascia in fronte. Dopo il matrimonio, nell’intimità della loro casa, la ragazza spiega il motivo della benda: nasconde una ferita che le fu procurata all’età di tre anni. Sbalordito, Wei capisce che il filo rosso li aveva ricongiunti e, da qui in poi, il legame fra i due si concretizza più di prima e felicemente passano insieme il resto della loro vita.

I riferimenti al Filo Rosso del Destino si trovano, ovviamente, anche nella cultura pop giapponese, a iniziare da anime e manga: ad esempio troviamo rimandi in “Nana”, “Kuroshitsuji”, “Ranma ½”, “Detective Conan” e tanti altri; ma anche vari film citano la leggenda, come “Sayounara”, “Dolls” e “Touch”.
A chi sarà collegato il nostro filo? Forse l’anima gemella per molti di noi è già arrivata o, per altri, deve ancora farsi viva. Beh, solo il tempo potrà dirlo, ma sicuramente la persona all’altro capo del filo arriverà, per tutti.     

                                   


Paolo Gabriele Pakoro De Luca
~Redattore~

Appassionato da sempre di anime, manga, telefilm e videogiochi e sin da piccolo interessato al mondo del giornalismo.
Oltre che essere redattore di Nerd30, ne è entrato a far parte come intervistatore pazzo. Dunque, se qualcuno vi intervista a caso, è lui.

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