New canapa economy, un business anche per la Calabria

La Coldiretti la definisce “new canapa economy” e i numeri confermano che il business della cannabis sativa, la coltivazione della pianta dai molteplici utilizzi che potrebbe portare benefici anche all’economia della nostra regione.

Il business della canapa. Già nelle scorse settimane in varie interviste il segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, aveva parlato delle opportunità economiche che per l’Italia possono derivare dalla coltivazione legale di canapa, quantificabili in un giro d’affari di quasi 1,5 miliardi di euro e nell’attivazione di circa 10 mila posti di lavoro solo per le applicazioni terapeutiche di questa pianta.

Richieste superiori all’offerta. In questo particolare ambito, ad esempio, la cannabis terapeutica ottiene sempre maggiori richieste, al punto che la sola produzione nazionale non basta a soddisfare il mercato, rivolgendosi all’estero e in modo particolare ai Paesi Bassi: oltre ai 450 kg già concordati sia per il 2018 che per il 2019, è stato necessario aumentare di altri 250 chili il fabbisogno del prodotto.

I benefici della cannabis terapeutica. Come accennato, la cannabis però trova applicazione e impiego anche in altri settori; se in ambito medico i prodotti derivati da questa pianta servono (come spiegato dal Ministero della Salute) “nella terapia del dolore per gravi patologie quali la sclerosi multipla e le lesioni midollari, ma anche nella cura dei tumori per alleviare i sintomi causati dalla chemio e radioterapia”, bisogna citare anche i possibili utilizzi nella bioedilizia, nella cosmesi e nel tessile, a riprova di una grande versatilità.

Aumentano le coltivazioni. Si spiega così il boom della coltivazione in termini di superfici vocate: nel 2013 si contavano solo 300 ettari adibiti a cannabis in tutta Italia, oggi invece il valore è più che decuplicato, con la Coldiretti che prevede che entro la fine dell’anno si raggiungano i quattromila ettari.

Le potenzialità per la Calabria. E la Calabria sta svolgendo un ruolo centrale in questo processo, grazie anche all’azione di diverse associazioni che si muovono sul fronte della filiera cannabis, cercando di promuovere questa coltivazione anche presso gli agricoltori: sia dal punto di vista agronomico e territoriale che sul piano strutturale e organizzativo, infatti, la regione è una delle zone Mediterranea maggiormente vocate alla coltivazione industriale della pianta di Canapa, e si segnala la presenza di aziende agricole attrezzate,  vivai di grandi dimensioni e dotati di tecnologie all’avanguardia, ma soprattutto imprenditori che vogliono investire nello sviluppo del settore, anche perché il grano, uno degli storici motori dell’economia agricola locale, non assicura più introiti adeguati.

Buone notizie per la regione. Fanno ben sperare anche le potenzialità della Calabria nella coltivazione, dimostrate anche dalle proprietà e dalla qualità dei risultati ottenuti sia dal punto di vista quantitativo che, in special modo, qualitativo: le analisi di laboratorio condotte su semi, farine, pasta, olio e sulle fibre delle stesse piante di canapa calabrese, e i successivi riscontri e valori nutrizionali emersi, consentono di definire il prodotto di buon livello, in grado di alzare il grado qualitativo di vita e di benessere generale e di contribuire a mantenere in salute l’organismo.

Un seme autoctono calabrese. Il rapporto tra Calabria e canapa è poi confermato anche dalla creazione di un vero e proprio brand, il marchio “Filiera della canapa calabrese”, che da alcuni mesi si impegna concretamente in azioni di tutela e promozione della coltivazione, puntando in modo particolare a ricerca il seme autoctono erba rossa di Calabria, definito “il migliore al mondo”, capace di racchiudere “il meglio del meglio della Calabria in un’unica essenza”.

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