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Braglia nel dopo Cittadella-Cosenza:  «Primo rigore dubbio, ci siamo lasciati andare e questo non va bene»

CITTADELLA (PD) – Prima sconfitta della stagione per la squadra allenata da Piero Braglia (foto repertorio Farina). Il Cosenza ha perso la gara contro il Cittadella a causa di 2 rigori. Il primo è frutto di una leggera spinta di Corsi su Branca mentre il secondo si rifà ad un tocco di mano del difensore Pascali. Situazioni che sono costate ai colori rossoblù 2 calci di rigore realizzati dal capitano Manuel Iori.

Braglia e la sconfitta, dubbi sul primo rigore

L’allenatore del Cosenza non è soddisfatto in toto per l’atteggiamento dei propri calciatori espresso questo pomeriggio al “Tombolato”. «Il primo tempo devo dire che abbiamo fatto discretamente – afferma – anche se potevamo essere più lucidi nel leggere alcune situazioni». Il mister non si trova d’accordo con la decisione arbitrale in merito al primo calcio di rigore concesso dall’arbitro Marini. «Secondo me – esordisce Braglia – quello non era calcio di rigore. Sicuramente era evitabile la situazione che si è creata ma mi pare essere un po’ troppo eccessivo. Complimenti al Cittadella, noi abbiamo fatto molta fatica perché loro sono bravi a chiudere ogni linea di passaggio».

Tempo di ripartire sin da subito nella prossima gara

Nella prossima gara sarà esordio con il Livorno. Il match si terrà al “San Vito – Gigi Marulla” sabato 22 alle ore 18. Il tecnico non parla del prossimo avversario ma si sofferma sulla situazione molto più ad ampio raggio. Necessità di mantenere i nervi saldi e la concentrazione durante l’arco di ogni singola gara. L’obiettivo salvezza ha bisogno di queste componenti per evitare grattacapi maggiori nel prosieguo della stagione. «I ragazzi devono capire che c’è bisogno di svegliarsi altrimenti la situazione potrebbe diventare più difficile. Lavoreremo sin da subito per correggere gli errori fatti quest’oggi. Non mi è piaciuto il fatto che ci siamo sfilacciati. Di solito quando giochiamo in contropiede siamo pericolosi. Oggi non è stato così, un po’ per demerito nostro, un po’ per merito loro».

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