Cosenza, le pagelle dei Lupi.

Frattali voto 7,5: si è sparsa la voce, sul web, di una petizione firmata dai tifosi del Milan e volta all’esonero di Allegri. Se questa dovesse funzionare, la proposta è semplice: far partire una petizione per spingere Papa Francesco alla canonizzazione immediata del numero uno rossoblù. I miracoli sono ormai incalcolabili, e qualora la Commissione Vaticana ne chiedesse testimonianza, basterà visualizzare i filmati di queste sette giornate. Non se la prenda, il Santo Padre, per questa provocazione: ma la breriana Eupalla sarebbe contenta di un suo adepto nel mondo dei Santi reali.

Bigoni voto 6,5: è una bellezza vederlo giocare, ma soprattutto una bellezza vederlo correre: in novantasette minuti non tira mai il fiato, se non quando rientra negli spogliatoi durante l’intervallo: e poiché rientra con la stessa tenuta di quando era uscito, il dubbio che il defibrillatore utilizzato nel prepartita dagli uomini della Croce Rossa sia stato usato anche sul numero due dei Lupi diviene più che ipotizzabile.

Pepe s.v.: dà forfait dopo neanche un tempo, troppo poco per giudicarlo. Al suo posto Blondett, voto 6,5: ottima prova del giovanissimo piemontese, che dimostra di avere la faccia tosta tipica del primavera di una grande squadra. Lui, in prestito dalla Samp, tiene alta la difesa ed esce con eleganza quando recupera la sfera: una pedina in più nello scacchiere difensivo di Cappellacci.

Guidi voto 6,5: i fuorigioco del Melfi a fine primo tempo sono quattro: un’immensità per una partita di questa serie. Gran parte del merito è suo, che comanda con autorità ed autorevolezza la difesa, oltre a salvare la squadra da un gol quasi certo di Ricciardo a metà della prima frazione. Uomo di esperienza, dalla debacle di Lamezia ha saputo recuperare alla grande ed ora è il gran capo dei quattro a difesa di Frattali.

Mannini voto 5,5: si conferma di un anonimo imbarazzante: non raddoppia, fa pochi contrasti, non spinge mai e sta fermo nella sua zolla di campo. Ogni tanto lo saltano, ogni tanto no. Compitino svolto, bravo, buono. Niente distinto, niente ottimo.

Meduri voto 6: un gran bel lavoratore, questo numero quattro. Un mediano che pressa, spinge e raddoppia con due ottimi piedi. Il passo è compassato, questo si. Ma non gli si può chiedere più di tanto, e poi è già migliorato rispetto alle prime uscite.

Castagnetti voto 5,5: quella che giochi imbrigliato è più che una sensazione. Nell’unico lancio che fa nell’arco dei novanta minuti smarca De Angelis sulla sinistra. Il sinistro è fatato e si era capito dai tiri piazzati di Lamezia, entrambi a lambire il palo. Ma allora, perché un solo pallone che taglia il campo in una partita intera? Perché non provare qualche inserimento dei terzini o delle ali alle spalle della difesa ospite che, nella ripresa, ha mostrato almeno due o tre falle? Adam Kadmon avrebbe un mucchio di lavoro da fare, nella Cosenza pallonara.

Napolano voto 5: lo ammetto, devo fare mea culpa: l’avevo proposto, nelle precedenti pagelle, terzo di centrocampo, come effettivamente si ritrovava a giocare in fase di non possesso. Nulla di più errato: passo lento e una miriade di palloni persi e regalati agli avversari, con rischio contropiede disinnescato più volte ora da Bigoni, ora da Guidi. Sostituito nella ripresa da Criaco, sv: gioca un quarto d’ora toccando tre palloni: però entra e i Lupi si sbloccano. Se non altro, può andar bene come amuleto.

Alessandro voto 8: i lettori più grandi ricorderanno con piacere il cartone animato che vedeva protagonisti Beep Beep e Wile E. Coyote: ecco, il primo dei due, lo struzzo insopportabile, è il numero undici del Cosenza: solo che l’argentino, a differenza del pennuto dei Looney Tunes, a noi sta incredibilmente simpatico. La sua velocità fa impazzire, ormai da più giornate, l’avversario di turno, che oggi prende il nome del ventunenne Montenegro Andrea. Caro Andrea, stai tranquillo: neanche i laboratori dell’ACME potranno mai fermare il nostro Road Runner. Segna anche il gol decisivo, ma è molto più importante quello che fa nel resto della gara.

Calderini voto 6,5: parte bene, in quanto risulta l’unico della squadra capace di prendere palla e, con le proprie progressioni, impensierire la difesa melfitana. Dei sei cartellini gialli, lui ne provoca un paio, salvo poi rimediarne uno per simulazione. Alla lunga cala anche lui, ma la sua classe è di categorie superiori. E forse, il calo, è solo causato dalla Kriptonite.

Mosciaro s.v.: stesso discorso che sussiste per Pepe e Criaco: gioca poco, e tocca pochi palloni. Sembra iniziare bene, ma una caduta lo costringe alla resa. Il suo posto viene preso da De Angelis, voto 6,5: l’ex di turno fa una partita dalle due facce: di giocare gioca bene, si vede che è il tipico attaccante da Serie C. Ma dall’altro ha sulle spalle il peso del rigore sbagliato. Il gol di Alessandro suona, per lui più che per gli altri, come una liberazione. Dovremmo essere più cattivi? No, siamo primi, ha giocato in modo ammirevole e anche lui ha i suoi meriti nel far ammattire la difesa avversaria.

Cappellacci voto 7: più volte ci siamo trovati ad invocare la sua testa in mancanza di un capro espiatorio sul quale sfogare la rabbia per un gioco realmente inesistente. Sarà, ma intanto sta assemblando una squadra messa insieme il 31 agosto portandola ad un primato solitario che mancava, in questa categoria, dalla gloriosa stagione 2008/’09. 16 punti su 21 sono un ottimo bottino, e pazienza se il Teramo mantiene la scia: stasera può fregiarsi del titolo di allenatore della capolista.

Francesco La Luna

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