La vita della tennista Mara Santangelo in un libro

COSENZA – Giovedì 4 luglio nella Sala degli Stemmi della Provincia di Cosenza è stato presentato il libro della tennista Mara Santangelo “Te lo prometto” edito da Piemme. Il legame indissolubile tra le sfide dello sport  e quelle della vita. Questo è il filo conduttore del libro che porta l’autrice-protagonista a ripercorre il proprio cammino umano e professionale. Il sottotitolo: ‘La partita della vita’ riassume la vicenda personale dell’atleta di Latina che racconta ai lettori, come in un diario privato, tutte le fasi decisive della sua vita: la promessa fatta da bambina alla mamma che un giorno avrebbe giocato sul campo centrale di Wimbledon, la vittoria nel Roland Garros e agli Internazionali di Roma, fino ad arrivare al ritiro nel 2011 e al cammino di fede intrapreso a Medjugorje che le ha permesso di riacquistare la serenità dopo il grave infortunio e il conseguente ritiro dall’attività agonistica.

L’incontro con Mara Santangelo, oggi consigliere nazionale del CONI e della FIT, è stato fortemente voluto dal Comitato regionale calabro della Federazione Italiana Tennis, rappresentato dal presidente Joe Lappano, il quale ha sottolineato come: “Avere qui Mara Santangelo rappresenta un motivo d’orgoglio: sia per i suoi trionfi passati che per il suo presente di grande donna poichè ha avuto la forza di capire che nella vita si possono ottenere successi più grandi di quelli ottenuti nello sport”.

Il titolo del libro nasce proprio dalla promessa fatta alla madre di giocare un giorno a Wimbledon, promessa mantenuta nel 2005 arrivando a sfidare sui campi da tennis inglesi Serena Williams. Mara Santangelo precisa che “La mia promessa mi ha portato a soffrire e a sopportare un grande dolore fisico causato da una malformazione ai piedi. Dalla perdita di mia madre, avvenuta in un incidente stradale nel ’97, ho dedicato anima e corpo a raggiungere il mio sogno, il momento più bello della mia carriera è stato vincere il Roland Garros -ricordando che- il viaggio a Medjugorje nel novembre 2010 mi ha permesso di ripercorrere tutta la mia esistenza e lì ho sentito per la prima volta la pace nel cuore che non avevo mai provato prima”.

Giuseppe Palazzo


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