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[#Nerd30Consiglia] 5 cm per Second

Sarà anche Agosto, ma Nerd30 non va in vacanza, soprattutto per quanto riguarda i consigli del mese che, in questo caso, vi faranno chiudere in camera a piangere amaramente. In questo ottavo mese dell’anno il titolo raccomandato è del 2007, di produzione Comix Wave Inc. e arrivato in Italia appena un anno dopo il rilascio: 5 cm Per Second è una storia d’amore dai toni intensi ma che punta più alla drammaticità che ai sentimentalismi. Non temete voi che avete il cuore di pietra, non dovrete assistere a sdolcinature.

Il film è diretto da Makoto Shinkai, regista tra i più famosi nel sol levante, noto soprattutto per il suo stile estremamente realistico, sia sul piano della psicologia dei personaggi, sia su quello tecnico. I suoi lavori più noti sono senza dubbio Viaggio verso Agartha, Il giardino delle parole5 cm per second. Il film si basa principalmente su un tema già utilizzato da Shikai in uno dei sui primi cortometraggi OAV, La voce delle stelle (Hoshi No Koe), ovvero l’amore a distanza, che questa volta viene affrontato in una salsa più realistica.

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La trama si sviluppa in tre episodi, incentrati su tre momenti della vita dei due protagonisti, Takaki Tōno e Akari Shinohara, amici per la pelle. Quando Takaki è costretto a trasferirsi alla fine delle scuole elementari, i due bambini tenteranno di colmare la distanza in un modo o nell’altro, per poi perdere i contatti.
Evidentemente legati sentimentalmente l’uno all’altra, i due ragazzi si vedranno allontanati dagli eventi della vita che li costringeranno a perdere quella che poteva concretizzarsi in una storia felice. In particolare, le vicende si sviluppano per la maggior parte intorno a Takaki, ragazzo complesso che non ha mai dimenticato l’amicizia con Akari, non riuscendo a proseguire la sua vita in maniera serena. Profondamente innamorato di lei, vedremo già in piena adolescenza che il protagonista subirà un moto di chiusura che parte dall’interno e lo porterà a rifiutare i rapporti sentimentali che non includono la sua amica. Nonostante apprezzi la compagnia di Kanae, compagna di scuola cotta di lui, Takaki non riuscirà mai a scavalcare il muro invalicabile di nome Akari, pensiero costante della sua vita ma troppo lontano, in tutti i sensi. Da qui si capisce bene come il ragazzo perderà tutta la sua spensieratezza adolescenziale e come il baricentro della sua esistenza rimanga in equilibrio sul filo del rasoio, un po’ tendente alla sua amata e un po’ tendente alla sua vita.

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Come si evince già da queste premesse, “5 cm Per Second” risulta essere un anime intricato che non si ferma al semplice aspetto sentimentale. Non è infatti una semplice storia d’amore quella descritta, ma una condizione di esistenza del povero Takaki, che ha assimilato all’interno del suo animo l’essenza della protagonista, tanto da sentirla come facente parte della sua realtà interna e della sua introversione.
Questa situazione, appunto, si concretizza nell’ultimo atto dell’opera, forse il più alto e particolarmente toccante: i due protagonisti saranno ormai adulti, ognuno con le proprie vite e starà a loro capire come gestire questa situazione, sarà soprattutto Takaki a dover decidere come continuare la propria vita: se intrappolato nel passato, vivendo con il mero ricordo di Akari, o riprendendo in mano il suo esistere e assimilare al suo presente le vicende trascorse.
Titolo, quindi, dalla forte impronta drammatica che mostra come sia possibile che una semplice persona, anche di passaggio, possa stravolgere un’intera vita, semplicemente per il fatto di esserci stata. Non è sempre facile lasciare andare qualcuno e “5 cm Per Second” lo mette ben in mostra, non tralasciando nemmeno un minimo particolare che, nella sua piccolezza e nella sua semplicità, può significare tanto.

Shinkai, con grande sapienza, riesce a coinvolgere lo spettatore in un vortice di sensazioni in cui chiunque possa rispecchiarsi. Si può inoltre notare come il regista sia affezionato al concetto di tempo, considerandolo come l’unica forza capace di alterare o annullare i sentimenti più profondi, un enorme oceano da navigare controcorrente, ma che giorno dopo giorno ci permette di migliorare nella navigazione. Interessantissima la metafora del razzo spaziale che parte per una missione della durata di numerosi anni, durante i quali anche Takaki percorrerà il suo viaggio interiore. Proprio la gestione temporale è uno dei grandi pregi della narrazione di Shinkai, proprio perché lo spettatore riesce a sentire il peso del tempo che passa tra i vari atti. Per questo motivo 5 cm per second potrebbe essere definito come un’esperienza quadrimensionale. Naturalmente non stiamo parlando di un’opera perfetta. Se si dovesse trovare un difetto al film sarebbe il finale, che probabilmente non soddisferà tutti, ma rientra nello stile di Shinkai, quello di voler costruire dei finali che lasciano spazio allo spettatore.

Sul piano puramente tecnico si parla di eccellenza su quasi tutti i fronti. La regia di Shinkai è fatta di grande maestria nella composizione delle inquadrature, sia grandangolari, in cui possiamo ammirare dei fondali veramente impressionanti, quasi tangibili nella loro cura maniacale, sia ravvicinate, in cui notiamo uno stacco dei piani veramente sublime, con l’esaltazione del soggetto in primo piano e uno sfocato di una morbidezza incredibile sia davanti che dietro al soggetto. Proprio quest’ultimo tipo di inquadrature riescono a creare una forte empatia con i protagonisti, che sono spesso ripresi in momenti di riflessione, con la loro voce a narrare le loro sensazioni, creando una totale immersione nella vicenda. Nel caso di riprese panoramiche si nota come Shinkai utilizzi spesso dei lens flare, ovvero delle luci abbaglianti presenti nell’inquadratura, curate quasi come fossero reali.

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Proprio la fotografia è tra le cose che più colpiscono della pellicola, con dei colori vivacissimi e un sapiente utilizzo delle ombre e dei riflessi di luce. Animazioni fluidissime, grazie al grande numero di fotogrammi utilizzati. Probabilmente questa cura incredibile sul piano tecnico riduce notevolmente il minutaggio del film, che si assesta su poco più di 60 minuti. Le musiche sono estremamente malinconiche e contribuiscono ad esaltare ogni scena in cui vengono utilizzate. Grande il lavoro dei doppiatori italiani, che riescono a dare le giuste “intenzioni” ai personaggi, in particolare Federico Zanandrea su Takaki, che con la sua recitazione riesce a dare al personaggio un’aura estremamente riflessiva, proprio come si addice al personaggio.

Concludendo, 5 cm per second è un film veramente ben riuscito, con una grande forza emotiva e con una confezione grafica tra le migliori mai viste in una produzione nipponica.

Vi state ancora chiedendo il significato del titolo? Sì, anche questo ha un significato importante e sta a voi scoprirlo.
Buona visione!

Paolo Gabriele De Luca
Antonio Vaccaro