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Kalabriacustica: un successo e tanta emozione

Kalabriacustica è terminata da poco. Nel pubblico resta quel desiderio di sentire la voce di quelle chitarre 11140292_821835931263914_8275653154969282633_n  acustiche suonate da musicisti di alta qualità. Il palco non c’è più, tornano i ricordi, a volte intensi, a volte sfocati. Vivono l’emozione i direttivi: Roberto Apolito, Antonio e Raffaele Santagada, che hanno vissuto l’acuta concentrazione in quei tre giorni, dopo mesi intenti ad organizzare, contattare gente e soprattutto nel chiedere sostegno. Mesi di telefonate, mail, viaggi all’Acoustic Guitar Meeting di Sarzana, mesi per p11892178_821833531264154_793341016370477324_nensare come rappresentare il logo, per creare il sito, la pagina facebook, l’account di twitter, la grafica delle brochure, dei manifesti, delle locandine. Altro lavoro dopo giornate di lavoro, fino a tarda notte. Momenti di esaltazione che i direttivi nella mia intervista si raccontano. In loro si alternano momenti di frustrazione, promesse mantenute alternate a promesse disattese, nonostante tutto l’impegno profuso. Ma alla fine è successo. gli artisti erano lì, accolti con grande entusiasmo e affetto. E loro ci hanno ripagato con la loro arte, il loro carisma, la loro profonda umanità, la loro sincera amicizia. Tre giorni di emozioni forti. I seminari che iniziavano alle 11 e si concludevano alle 18. Si studiava tutti insieme, il blues, lo slide, il tapping, il basso alternato, il settaggio dello strumento. Un panino insieme e poi si riprendeva a studiare, a cercare di rubare i loro segreti artistici, di diventare chitarristi migliori. Poi subito dopo si correva nell’area concerti, per il sound check. Gli artisti dovevano provare, occorreva amusicistimplificare, capire se il suono era quello giusto, finché arrivava sera. E con la sera arrivava il concerto. La prima serata con un pubblico composto in parte da curiosi e in parte da appassionati. Il primo ad iniziare fu Gavino Loche, subito un’esplosione di note. Uno spettacolo senza precedenti dalle nostre parti. La gente guardava strabiliata , applaudendo dall’inizio alla fine. La seconda sera fu il turno di Daniele Bazzani: la sua musica, intensa, coinvolgente, passionale, pulita. E il pubblico sempre più numeroso applaudì ancora, con maggiore convinzione, sempre dall’inizio alla fine. La terza sera, dopo una giornata in cui la pioggia ha fatto temere il peggio, il parterre è pressoché esaurito. La gente aspettava, la musica con interesse. Ed ecco Reno Brandoni, la storia del fingerstyle in Italia. La sua simpatia, il suo spessore artistico. Ed è ancora musica, grande musica. Si unisce Nazzareno Zacconi e suonano insieme: un altro spettacolo nello spettacolo. Eravamo alla fine, tutti gli artisti suonavano insieme come una band, ognuno con il proprio talento, ognuno con il proprio stile. La gente in piedi, gli occhi sorridevano di gioia, mentre le mani battevano calorosamente. La musica non ha confine, non ha limiti, non muore mai. La musica riesce a sfiorare la nostra anima a riaccendere i nostri ricordi ad esaltare le nostre emozioni. E il mondo forse non potrebbe esistere senza, perché la musica è il diario della nostra anima.
Un immenso elogio carico di emozioni, a Kalabriacustica per il regalalo che ha fatto alla Calabria.

 

 

ANNA MARIA SCHIFINO