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Conversazione con Adele Cambria e Mimmo Gangemi

GERACE (RC) – Due divanetti rossi, un tavolino basso, qualche libro e la cornice architettonica naturale della piazza delle Tre Chiese. Pochi ingredienti ma scelti bene per creare la ricetta perfetta di un pomeriggio all’insegna della cultura. É la presentazione ufficiale di Gerace Libro Aperto, evento librario calabrese, giunto alla sua seconda edizione, che nel secondo giorno sembra voler giocare le sue carte migliori.

L’aria primaverile e il paesaggio da scenografia teatrale accolgono i numerosi visitatori agli stand dei dodici editori presenti nel chiostro del Complesso Monumentale di San Francesco d’Assisi. Ma l’asso nella manica degli organizzatori sono due autori di prestigio.

Dopo i ringraziamenti di rito e i saluti istituzionali, l’atmosfera inizia a riscaldarsi con la tavola rotonda degli editori presenti. La necessità di fare squadra, l’attenzione verso un’offerta di qualità, il coraggio di impegnarsi in settore così bistrattato ma necessario come quello della cultura sono i temi principali affrontati, senza tralasciare qualche spunto polemico sulla partecipazione regionale al prossimo Salone del Libro di Torino e sulla scarsa considerazione da parte dei vertici politici.

Il pubblico continua ad aumentare, occorre aggiungere altre sedie nella piazza, l’attesa cresce. Il passaggio di testimone (e di microfono) da editori ad autori è veloce e doveroso. La ciliegina sulla torta di questa seconda giornata di Gerace Libro Aperto è la presenza di Adele Cambria con l’ultimo “In viaggio con la zia” e di Mimmo Gangemi con il suo “Il patto del giudice”. Due nomi che rientrano a pieno titolo nel panorama nazionale della letteratura, due figure che rappresentano al meglio la creatività e la produzione calabrese. Due persone che, pur attraversando esperienze, storie e contesti di vita molto diversi tra loro, restano ancora legate alla propria terra d’origine, che portano nel cuore e nelle loro opere la bellezza e la poesia di una regione ai margini.

I loro libri sono solo pretesti e punti di partenza per una conversazione viva e partecipata a tutto tondo. Dal racconto di semplici aneddoti di vita a considerazioni più ampie sulla situazione politica e sociale attuale, soprattutto alla luce degli avvenimenti della giornata, il giuramento del nuovo Governo e l’attacco davanti Palazzo Chigi. Con un riferimento comune costante: la Calabria. La Calabria e le sue occasioni perse, la Calabria e la sua marginalità, i pregiudizi troppo spesso negativi e le trappole da cui non si riesce ad uscire.

Uno scambio di battute ironico e vivace che non scade mai in banalità o qualunquismi. Riflessioni profonde e qualche volte amare, ma anche risate e battute divertenti, senza contare gli spunti interessanti da cu poter/dover ripartire per reagire.

Perché il percorso di riscatto non può che partire da noi, da chi ama questa terra e non vuole più chiudere gli occhi, da chi mette il proprio talento a disposizione senza perdere il coraggio e la volontà di cambiare. Un invito che affonda le proprie radici in un’esigenza di riscatto innanzitutto culturale.

Mariacristiana Guglielmelli