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Alarico, intimidazione al regista, «Il musical non dovete farlo»

COSENZA – «Vi abbiamo hackerato mail e non vi è bastato, abbiamo fatto sparire la macchina del regista e non vi è bastato, vi abbiamo sabotato gli spettacoli e non vi è bastato, strappato i manifesti, bucato le ruote al vostro compositore, cosa dobbiamo fare ancora per farvi capire che questo Alarico non dovete farlo e non lo farete mai».

Questo è il messaggio anonimo che il regista del musical Alarico, Attilio Palermo, ha trovato sul parabrezza della sua auto.

«Giusto il tempo di assorbire il colpo e mettere insieme i fatti descritti nel messaggio, e non ho esitato a sporgere denuncia ai Carabinieri. Episodi accaduti – afferma il regista Attilio Palermo – ma in periodi diversi, e tali quindi da non indurre a pensare a gesti intimidatori. La lettera anonima mi ha fatto mettere in relazione tutto. Io e i miei colleghi non riusciamo a comprendere quanto è accaduto e il perché. Il ogni caso – conclude Palermo – lo spettacolo di Alarico andrà in scena il 18 al Rendano».

Il regista esprime massima fiducia nel lavoro delle forze dell’ordine, con l’auspicio che gli autori dell’intimidazione vengano rapidamente individuati.

La stessa lettera è stata fatta recapitare al produttore e coreografo Mario Palermo e al compositore Luigi Morrone.

Musical, il viaggio di Alarico parte dal Tau

COSENZA – Esiguo è il numero di poltrone vuote al TAU per “Alarico-il Musical”. Lo spettacolo frutto dell’idea di Mario Palermo, con la regia di Attilio Palermo, ottiene un riscontro formidabile tra le file di un Auditorium entusiasta della rivisitazione musicale, prodotta da “Sarà Danza” e patrocinata dal Comune di Cosenza, che ha portato in scena il re dei Visigoti.

IL CORAGGIO DI CHI CREDE NELLA PROPRIA TERRA

“Siamo stati coraggiosi”, queste le parole di Mario Palermo al termine dello show che ha visto un valido Luca Zicarelli nelle vesti di uno dei condottieri più decisivi della storia. Lo stesso coraggio che guida i Visigoti verso l’obiettivo di ottenere una terra per il proprio popolo. L’ostacolo però non è semplice da fronteggiare: l’Impero Romano con a capo delle truppe il generale Stilicone, interpretato da Francesco Bossio. Il sogno di Alarico non sembra all’altezza della realtà: conquistare la Tracia e la Grecia per poi fare irruzione nella penisola italica è dura, data anche la scarsa preparazione dei barbari rispetto alla guarnigione imperiale. Il condottiero viene descritto, in modo legittimo, non come un rozzo barbaro ma come abile stratega e, infatti, approfitta delle scellerate decisioni dell’imperatore romano Onorio per muovere un’offensiva a discapito di questo. Il sovrano romano rappresenta l’accezione massima della vita mondana della Roma imperiale. Vino, festicciole a corte e “schiave” abusate fanno da cardine alla politica inadeguata di Onorio. L’imperatore sottovaluta il problema barbaro dando il via libera per la scrittura di una delle pagine più oscure della storia dell’Impero: il sacco di Roma.

UNO SHOW COMPLETO

Gli applausi sono soprattutto per Mirko Iaquinta nei panni dell’imperatore, il quale stimola non pochi momenti di riflessione anche sulle vicende odierne. Simpatia ma anche accuratezza verso la psicologia del pubblico che apprezza visibilmente Iaquinta. Le scelte di Onorio vanno in contrasto con il pensiero della sorella Galla Placidia, sul palco Deborah Di Francesco. Buona la performance di Espera, rappresentata da Giulia Aloia e Francesca Olia. Sinergici Baltica e Ataulfo, i “fidati” di Alarico, interpretati rispettivamente da Marianna Esposito e Alfredo Giordano. Luigi Morrone , Simona Ammirato, Ilaria Dima e Sara Mola questi sono i nomi dei fautori della parte musicale dell’opera. Il primo fa viaggiare nel tempo l’UniCal con le sonorità graffianti del rock. Le seconde curano la parte coreografica. Plauso anche per il corpo di ballo, anima dell’opera.

Alla confluenza del Crati e del Busento, secondo la leggenda, giace il corpo di Alarico. Un’anima coraggiosa che veglia sulla terra dei Bruzi troppo martoriata nel tempo. Il Visigoto è l’incarnazione della volontà, sentimento, ormai, (quasi) dimenticato in Calabria.

Antonio Guarascio

In alto il sipario per “Alarico – Il Musical”. Al Tau la première

COSENZA – È stato presentato questa mattina, presso Unindustria Calabria a Cosenza, “Alarico – il Musical”, opera pop rock ambiziosa, alla sua prima assoluta, ideata da Mario Palermo e scritta e diretta da Attilio Palermo, intervenuti in conferenza stampa, insieme al compositore Luigi Morrone.

Ad aprire l’incontro, in rappresentanza del Comune di Cosenza che ha patrocinato lo spettacolo, l’assessore all’educazione e alla scuola Matilde Spadafora Lanzino.

«Alarico è tema molto caro per il nostro sindaco Mario Occhiuto e per l’intera città – ha dichiarato l’assessore Spadafora -. Ci sono luoghi, altrove, che ‘vivono’ sulle figure storiche di mostri. Ecco perché a noi sembra giusto portare alla luce ciò che abbiamo in termini di storia e anche di leggenda, seppure poco conosciuta e contrastata, alimentando, anche attraverso forme teatrali, gli studi in tal senso per un arricchimento culturale per la nostra città. Sono felice del coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado – ha concluso – che avranno la possibilità di assistere allo spettacolo anche nei matinée da voi organizzati».

Nel corso della conferenza, Mario Palermo della Compagnia ‘Sarà Danza’, ha sottolineato quanto la produzione sia stata complessa e articolata, a partire dal casting che ha visto la partecipazione di oltre cento giovani, provenienti anche da fuori regione, per giungere alla formazione del cast attuale di 30 elementi tra performer e danzatori.

Cast tecnico e artistico

Le coreografie sono coordinate da Mario Palermo con Ilaria Dima, Simona Ammirato e Sara Mola. Alarico è interpretato da Luca Ziccarelli; Stilicone, da Francesco Bossio; Onorio, da Mirko Iaquinta; Ataulfo: è interpretato da Alfredo Giordano; Galla Placidia, da Deborah Di Francesco; Baltica, da Marianna Esposito; infine, Espera, è interpretata da Giulia Aloia e Francesca Olia.

«Restituire e dare valore ad una figura storica complessa e certo affascinante come Alarico. Raccontare di una Roma amministrata da burocrati e lussuriosi reggenti, ben lontana dai fasti imperiali, legata al destino di un uomo venuto dalle terre germaniche, capace di unire sotto la propria egida popoli oppressi, per dar loro radici e terra, educandoli agli usi e ai costumi della romanità, consacrando la sua stessa vita a questo ideale. A leggere in quest’ottica, Alarico, è un esempio di vera integrazione«.

Così, l’autore e regista di “Alarico – il Musical” Attilio Palermo, immagina e ridefinisce la storia Re Alarico nel musical a lui ispirato, come racconto della vita di un condottiero, spinto dall’ambizione e dal desiderio. Fonti storiche ufficiali e aneddotica, infatti, hanno portato alla luce aspetti meno noti del re visigoto, svelando un uomo tutt’altro che “barbaro”.

«Ho accolto con curiosità la proposta del musical su Alarico – ha commentato il compositore Luigi Morrone. Un compito impegnativo scrivere le musiche di un’intera opera che fosse anche rock, musiche che dovessero “vestire” e “sostenere” testi già scritti. Alarico – il Musical si è presentato come una vera e propria sfida».

Alarico fra mito e mistero

La sepoltura di Alarico, re dei Goti, avvenuta nel 410 d.C. a Cosenza, nel fiume Busento, è uno degli enigmi irrisolti, e per questo ancora più affascinante, della sua storia. E che accadde in terre Bruzie, lo si scrive e racconta da 1600 anni.

Alarico trova la sua forza nel mito. È su questo che poggia l’interesse verso di lui e verso il tesoro con lui sepolto. Questo è il punto di partenza, per accostarsi poi alle vicende umane, in uno spettacolo che, pur con gli adeguati elementi che spostano i personaggi sul piano del romanzato, non si distacca mai dalla autenticità storica riconosciuta.

“Alarico – il Musical” è un’opera pop rock, divisa in due atti nettamente differenti l’uno dall’altro: il primo, dinamico, fondato sull’azione pura; il secondo, molto più introspettivo, struggente. Un’altalena di emozioni che legano a loro volta i personaggi alla storia, ognuno con la propria complessa personalità, ognuno con la propria di storia, gloriosa o drammatica che sia.

Le musiche amplificano il vigore del racconto con l’impronta rock che è forte e prevalente, accanto ad accenni di elettronica e ballad più romantiche nelle scene di maggiore pathos. Note sulle quali le coreografie enfatizzano tutto all’estremo, spostando l’azione su un piano di ulteriore, assoluto coinvolgimento.

Alarico-il Musical, lunedì conferenza stampa di presentazione

COSENZA – Si terrà lunedì 11 febbraio 2019, alle ore 11.00, presso la sede di Unindustria Calabria a Cosenza (via Guglielmo Tocci – 2/C), la conferenza stampa di presentazione dello spettacolo “ALARICO – Il Musical”, ispirato al leggendario condottiero dei Visigoti. Un’opera pop rock ambiziosa, patrocinata dal Comune di Cosenza, alla sua prima assoluta, ideata da Mario Palermo, scritta e diretta da Attilio Palermo.

All’incontro prenderanno parte il sindaco Mario Occhiuto; l’autore e regista Attilio Palermo; l’ideatore e direttore coreografico Mario Palermo; il compositore Luigi Morrone. Interverrà, inoltre, il presidente di ANEC Calabria, Pino Citrigno.

«Alarico trova la sua forza nel mito. È su questo che poggia l’interesse verso di lui e verso il tesoro con lui sepolto – questo il pensiero di Mario Palermo – un’opera nata dopo attenti studi su fonti storiche ufficiali e aneddotica che hanno portato alla luce aspetti meno noti del re visigoto, e fatto riscoprire in lui un personaggio tutt’altro che “barbaro».

«In questo tempo di preparazione dello spettacolo – racconta il regista Attilio Palermo – una domanda è stata posta più e più volte: ‘Perché realizzare uno spettacolo su un barbaro invasore?’ Domanda che ha ricevuto, sempre e solo, la stessa univoca risposta: ‘Perché Alarico non era un barbaro invasore’».

L’opera mette in scena il racconto delle gesta e la prematura scomparsa del Re, fino alla sepoltura che secondo la tradizione sarebbe avvenuta nel punto di confluenza tra il Crati e il Busento. Aspetti che, se pure rilevanti, non prevalgono in assoluto sulla matrice culturale del musical, in cui semmai sono messi in luce alcuni elementi di riflessione nuovi, a partire dalla possibilità che il Re Visigoto abbia anticipato in qualche modo l’aspirazione di un’Europa unita e solidale.

La première di “ALARICO – Il Musical” si terrà il 15 febbraio 2019 alle ore 20.30 al Teatro Auditorium dell’Università della Calabria

 

Cosenza, cerimonia di consegna del premio “Re Alarico”

COSENZA – Si è svolta a Cosenza la cerimonia di consegna del premio giornalistico “Re Alarico”, ospitata nella sede di Confindustria alla presenza del presidente dell’ordine regionale Giuseppe Soluri. L’iniziativa, giunta alla sesta edizione, è stata anche l’occasione per una riflessione sulla professione del giornalista, oggi scandita da una costante condizione di incertezza e di precarietà. Guidata dall’imprenditore Cosimo De Tommaso, l’associazione Re Alarico conferisce il riconoscimento ai giornalisti che si sono particolarmente distinti nel raccontare quotidianamente il nostro Paese, Premio Re Alarico 2svelandone spesso i lati più oscuri e fornendo agli utenti una informazione puntuale, imparziale e deontologicamente corretta, anche attraverso scomode inchieste che in qualche caso hanno sortito la minacciosa reazione di segmenti della criminalità organizzata. Nove i giornalisti premiati: Pietro Comito, direttore della testata giornalistica televisiva La C; Michele Albanese, cronista del Quotidiano del Sud; Maria Elena Scadaliato, giornalista Rai; Lirio Abbate, giornalista palermitano autore di numerose inchieste sulla mafia, oggi caporedattore dell’Espresso; Angela Caponnetto, inviata di Rainews; Giuseppe Legato de La Stampa;  Fabio Melia di Gazzetta del Sud; Attilio Sabato, direttore di Teleuropa Network; Mirella Molinaro, firma di punta del Corriere della Calabria. La giuria del premio “Re Alarico” è presieduta da Arcangelo Badolati, ed è composta dal prof. Elmo Mannarino, già presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Perugia, dal prof. Pietro De Leo, già ordinario di Storia Medievale presso l’Università della Calabria, da Rosario Branda, direttore di Confindustria Cosenza e dallo stesso Cosimo De Tommaso. Diverse le autorità partecipanti. Sono intervenuti i procuratori di Cosenza e Castrovillari Mario Spagnuolo ed Eugenio Facciolla, l’assessore di Palazzo dei Bruzi Rosaria Succurro in rappresentanza dell’amministrazione comunale e Franco Rosito, presidente del Circolo della Stampa Maria Rosaria Sessa.

A Cosenza Alarico veste le belle per il calendario

COSENZA – Il mito di Alarico sarà protagonista del Calendario 2017 dell’Associazione di Eventi Moda e Spettacolo “A Pois”. La presentazione è fissata per domenica 15 gennaio, alle ore 11.30, nella sala Quintieri del Teatro Rendano. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Cosenza e nasce un’idea di Giada Falcone, responsabile, insieme alla sorella Selene, dell’Associazione “A Pois”. Lo scorso anno il leit-motiv del calendario di “A Pois” fu il MAB, il Museo all’aperto Bilotti, attraversato dalle opere dei grandi maestri del XX secolo e divenuto fonte di ispirazione di un vero e proprio set fotografico. A posare per il calendario 2017, negli scatti del giovane fotografo calabrese Francesco Ciardullo, saranno le modelle vincitrici della seconda edizione del concorso Ciak si sfila. La bellezza delle sei modelle ritratte sarà impreziosita dai mantelli messi a disposizione dalla Professoressa Gabriella De Falco. Particolarmente significativa, la collaborazione artistica di Luigi D’Elia che ha concesso per l’occasione uno dei suoi preziosi manufatti. I dettagli del calendario saranno illustrati nella conferenza di presentazione in programma domenica 15 gennaio. Vi prenderanno parte l’Assessore alla Comunicazione, turismo, marketing territoriale e grandi eventi Rosaria Succurro, l’ideatrice del calendario Giada Falcone (Presidente dell’Associazione “A Pois”) e il direttore del magazine Infonight Armando Acri, nelle vesti di moderatore. La presentazione del calendario prevede, infine, la partecipazione di Andrea Bauleo, uno dei migliori pianisti cosentini, che intratterrà i presenti con una speciale esibizione musicale.

Alarico, Lista per Cosenza: «L’importante è coltivare la leggenda»

COSENZA – «Crediamo che sul mito di Alarico dovrebbe esserci assoluta convergenza circa le iniziative del Sindaco , poichè è la leggenda stessa che può creare opportunità di ricchezza e di sviluppo», è quanto afferma “Lista per Cosenza”.
«Non entriamo nel merito di decisioni ministeriali – si legge nella nota- perchè per noi è fondamentale alimentare il mito , visto il grande successo mediatico avuto su importanti giornali di tutto il mondo. In questo senso – prosegue la nota – la statua, il museo e le altre iniziative messe in cantiere hanno realmente la possibilità di portare il nome di Cosenza al di fuori dei confini regionali e nazionali, costruendo un turismo culturale che può portare occupazione e che, ovviamente, è sinonimo di bellezza e di condivisione. L’attivismo di Mario Occhiuto va premiato e incoraggiato e sarebbe importante che tutte le istituzioni, anche la Regione, seguissero questa strada .
Alarico a Cosenza – conclude la nota – Gioacchino a San Giovanni o Francesco a Paola (con le dovute differenze storiche) sono esempi del grande giacimento culturale della nostra regione che va sfruttato con incisività, dopo decenni di incuria e di abbandono».

 

Scavi di Alarico, Occhiuto scrive a Franceschini

COSENZA – Occhiuto non ha perso tempo. Dopo aver appreso dalla stampa della missiva con la quale la Direzione Generale del Mibact ha chiesto formalmente alla Soprintendenza di Cosenza di sospendere gli effetti del Protocollo siglato con il comune per la ricerca del tesoro di Alarico, il sindaco ha preso carta e penna per vergare una lettera indirizzata a Dario Franceschini. Dopo aver ricordato al Ministro di aver ricoperto la carica di componente del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Ambientali presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e di essere stato membro del Comitato Tecnico Scientifico per i Beni Architettonici e Paesaggistici, Occhiuto pone l’accetto sull’entità del famoso tesoro: «Il più grande della storia dell’umanità – dice il primo cittadino – visto che Roma, all’epoca Caput mundi, possedeva i frutti di otto secoli di invasioni e saccheggi. Tra questi si racconta che ci sarebbe la famosa Menorah, il candelabro a sette bracci simbolo della religione ebraica: 70 chili d’oro e d’argento trafugati dall’imperatore Tito nel 70 dopo Cristo e finiti in mano di Alarico durante il sacco di Roma. Tesori che, secondo la tradizione funeraria dei Goti, sarebbero sepolti insieme al loro re Alarico, inumato non a caso in un luogo inaccessibile: il letto del fiume Busento. Nonostante importanti tracce storiografiche – aggiungr il sindaco – secondo la Direzione Generale del Mibact la ricerca archeologica potrebbe portare a contenziosi con il Ministero. Una motivazione che non possiamo dire apprezzabile, tanto più che ciò che si rinviene nel sottosuolo è di proprietà dello Stato. Per tali motivi invoco la sua attenzione sulla questione, affinché gli uffici del Ministero non vengano sollecitati e strumentalizzati per interessi di bottega e di parte, trascurando le ragioni culturali e scientifiche della ricerca storica e archeologica, con le conseguenti ricadute anche in termini di turismo culturale». Occhiuto poi, dopo aver sottolineato la risonanza mediatica ed il clamore suscitato dall’intenzione di avviare una campagna di scavi, ringrazia il sottosegretario Dorina Bianchi «presente a Cosenza durante la inaugurazione della scultura di Alarico la quale, mentre il giorno precedente la Direzione Generale del Mibact scriveva contro la ricerca archeologica a Cosenza, proferiva un discorso accorato, sensato e di stimolo alle iniziative del Comune».

Se anche la statua di Alarico fa paura

COSENZA – Un gruppo di autorevoli studiosi di varie università italiane, verosimilmente guidati da Battista Sangineto, docente di metodologia della ricerca archeologica presso l’Università della Calabria, ha intrapreso una crociata contro il brand di Alarico tanto caro al sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. «L’amministrazione comunale ha passato il segno falsificando la storia e  portando alle estreme e perverse conseguenze una costruzione identitaria che poggia su basi palesemente false» scrivono tra l’altro in una lettera indirizzata al ministro Franceschini. Tra i firmatari anche Salvatore Settis ed altri personaggi appartenenti al gotha internazionale dell’archeologia e dell’antichistica.  A queste critiche il primo cittadino risponde con una lunghissima nota nella quale chiede di non confondere «due esigenze legittime e sacrosante, ovvero la valorizzazione delle risorse culturali della nostra città e la messa in sicurezza del centro storico, presentate come fossero antitetiche e non, invece, complementari. Gli studiosi giudicano Alarico con il codice dell’illuminismo» scrive il sindaco, difendendo le ragioni di una scelta utile a conferire alla città un’attenzione mediatica internazionale. Leggendo le cronache di questi giorni, i cosentini si chiedono chi abbia così timore di Alarico e in che modo coltivarne il mito possa arrecare danno a quella vecchia Cosenza il cui degrado non è mai stato un mistero. Lo stesso Guccione, qualche giorno fa in una conferenza stampa, non ha avuto difficoltà ad indicare in Giacomo Mancini l’ultimo sindaco capace di intervenire strutturalmente su quest’area abbandonata già negli anni ottanta, ammettendo tacitamente e placidamente l’immobilismo della sindacatura Perugini e dei cinque anni trascorsi dall’esponente Pd tra le mura di Palazzo dei Bruzi con la consistenza di un ectoplasma.  Adesso che Occhiuto ha resuscitato il mito di Alarico e dei suoi tesori, docenti e studiosi riportano alla ribalta le straordinarie figure storico-letterarie simbolo dell’Atene della Calabria: Aulo Giano Parrasio, Sertorio Quattromani, Valentino Gentile, Francesco Saverio Salfi, Alfonso Rendano e soprattutto Bernardino Telesio. Nel 2009 è stato celebrato l’anno telesiano a cinquecento anni dalla nascita del grande filosofo. E che cosa è rimasto alla città di quell’importante appuntamento culturale, a parte la costosa opera di Battiato e Sgalambro che non ha varcato gli angusti confini di Cosenza? Lo stesso degrado e le stesse case cadenti di cui oggi qualcuno si è improvvisamente accorto. Telesio non ha salvato Cosenza vecchia e certamente neanche Alarico sarà sufficiente ad arrestarne la decadenza. Ma al barbaro re dei Goti, che ha già sul groppone le macerie del sacco di Roma, non imputiamo anche la distruzione della città affacciata sul Crati.     

Cosenza, Dorina Bianchi: «Ricerca della tomba di Alarico diventi progetto per l’analisi capillare del territorio e sua valorizzazione»

COSENZA – Il Sottosegretario MiBact con delega al Turismo, Dorina Bianchi, è intervenuta questa mattina all’inagurazione di una scultura dedicata al Re dei Goti, Alarico: «La storia di Alarico, ricca di fascino, che si dice sia stato seppellito con tutti i suoi tesori alla confluenza tra i fiumi Crati e Busento – ha dichiarato l’Onorevole Bianchi -, deve innescare un meccanismo di valorizzazione e promozione turistica non solo della città di Cosenza, ma di tutto l’hinterland attraverso una rete di percorsi turistici che guardino a tutte le peculiarità che questo territorio ha da offrire». Tuttavia, ha continuato il Sottosegretario, la ricerca della tomba di Alarico è un’indagine complessa «che deve diventare un progetto sperimentale e innovativo per l’analisi capillare del territorio e per mettere a sistema connessioni tra paesaggio e archeologia». Dorina Bianchi ha detto poi la sua anche sulla candidatura di Cosenza a capitale della cultura 2018: «Le luci su Cosenza sono accese. Anche l’evento di è oggi è un tassello di un percorso importante in cui la Calabria ed il Sud devono essere più protagonisti e consapevoli delle straordinarie bellezze culturali che custodiscono».