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[#Anime] Ajin, immortali tra gli uomini

Ajin è una serie tv di 13 episodi, tratta dall’omonimo manga di Gamon Sakurai, andata in onda durante la stagione invernale 2016 e terminata un paio di settimane fa. L’anime è prodotto dallo studio Polygon Pictures, famoso per l’utilizzo massiccio della computer grafica (in particolare la tecnica nota come Cel Shading) nelle sue produzioni.

La trama risulta essere molto interessante: gli Ajin sono esseri immortali che vagano per il pianeta Terra, dall’aspettoajin3 assolutamente identico a quello degli esseri umani. Ad ogni decesso ritornano in vita, rimarginando tutte le ferite riportate in precedenza. Oltre a questo sono in grado di evocare una creatura umanoide nera nota come IBM (Invisible Black Matter), che sembra essere la principale fonte dei loro poteri. Il “fantasma nero” può essere visto solo da un altro Ajin ed ha un aspetto differente per ognuno di essi. La storia narra le vicende di Nagai Kei, un normale studente che rimane vittima di un incidente stradale e che scopre di essere un Ajin.

La trama di base di Ajin è intrigante, in particolare per il tema “immortalità”, uno dei grandi tabù dell’umanità, da sempre ricercata con ogni mezzo. Sicuramente non si tratta di nulla di originale, essendo un tema enormemente sfruttato in produzioni di ogni genere. Anche l’idea dell’IBM sembra prendere spunto dallo stand de Le bizzarre avventure di Jojo, nonostante alcune differenze. L’immortalità in Ajin è molto “da videogioco”, in cui il personaggio ritorna in vita dopo essere stato ucciso. Un videogioco truccato, in quanto sembra che un Ajin abbia un numero di vite infinito. Questo li porta a cercare la morte per sfuggire al dolore di gravi ferite (gli Ajin provano dolore come un normale essere umano) o per evitare di essere sedati. Se ci pensate è molto interessante l’idea di autoconservazione basata non sulla paura di morire, ma sulla paura di NON morire. Sicuramente l’immortalità e le sue ripercussioni sul mondo e sui personaggi sono degli argomenti trattati magnificamente dagli autori.

La serie ha il grande pregio di avere un ritmo ben dosato e costante per tutti i 13 episodi. Il primo tema interessante che salta all’occhio è il problema della persecuzione del “diverso”. Gli Ajin sono visti come qualcosa di pericoloso, da studiare e tenere sotto controllo. Caratteristica che ha sempre accompagnato il pensiero umano, ovvero quella di temere la diversità e l’ignoto.

Nonostante il tema soprannaturale, la serie si muove soprattutto su binari realistici. I personaggi sono caratterizzati abbastanza bene, anche se il protagonista non brilla sicuramente per il carisma, anche perché non ha un ruolo centralissimo in questa (si spera) prima stagione. Anche se poco approfonditi, risultano molto interessanti i due personaggi “negativi” dell’opera, ovvero Sato, un Ajin dall’aspetto anziano e Tosaki, un umano a capo del dipartimento di ricerca sugli Ajin.ajin2

L’apparato tecnico di Ajin punta quasi tutto su delle animazioni in Cel Shading molto curate, ma che danno ai personaggi delle movenze molto “legnose”, quasi come se si stesse guardando un videogioco installato su una macchina poco performante, che permette di giocare al massimo a 12 o 13 fotogrammi al secondo, cosa che si nota soprattutto nelle scene d’azione (in particolare nelle lotte tra IBM), in cui si perdono di vista alcuni movimenti. Questa tecnica ha però il pregio di restituire quei movimenti che nell’animazione tradizionale vengono sottintesi, come piccoli spostamenti del corpo durante le scene di dialogo. La regia non offre particolari guizzi ma è ben curata sotto il piano della composizione delle inquadrature nelle scene statiche, anche se si perde nelle scene d’azione, in cui a volte si fa fatica a capire cosa sta succedendo. Altra piccola nota di demerito sulla fotografia a volte eccessivamente contrastata, con zone illuminate in maniera accecante e zone d’ombra praticamente invisibili, anche se probabilmente si tratta di una scelta registica volta ad accentuare il phatos della scena. Le OST sono molto belle e cupe, ma sembra che ci sia poca scelta nei brani, che spesso si ripetono anche in episodi contigui.

Nel complesso Ajin è una serie che mi sento di consigliare a tutti, visti gli spunti interessanti e la sceneggiatura ben curata. Si spera in una seconda stagione che riesca a sopperire ad alcuni difettucci tecnici.

Antonio Vaccaro

https://youtu.be/nrhvnvNJND4

[#Anime] I ragni nell’animazione nipponica

Cari aracnofobici, questo non è qualcosa che vorreste leggere, quindi fermatevi qua e fate qualcos’altro. Se state continuando la lettura, o siete dei temerari o, più semplicemente, non avete paura dei ragni. Per la prima notte horror, a tema aracnofobia, la redazione di Nerd30 presenta un excursus parziale delle apparizioni e dei riferimenti negli anime delle piccole bestie a otto zampe. Sappiamo tutti che il primo e più famoso ragno del mondo del fumetto è Spider-Man. Probabilmente a partire da esso gli aracnidi hanno suscitato maggiore interesse nel mondo del disegno. Se stai pensando che nell’animazione possono sembrare molto più carini, beh, non hai tutti i torti, però dipende dall’anime. Di seguito una lista delle rappresentazioni più “coccolose” e impressionanti di questi insetti misteriosi:

  • Sicuramente i ragnetti che ci ispirano più fiducia si trovano ne “Il mio Vicino Totoro” e “La Città Incantata”, del maestro dell’animazione Hayao Miyazaki; nei due film animati appaiono i nerini del buio, spiritelli della fuliggine, simili a ragni, che solo i bambini riescono a vedere.

    nerini

  • Sapevi che esiste la Nebulosa Tarantola? Nell’episodio 35 de “I Cavalieri dello Zodiaco” appare il cavaliere d’argento Aracne, probabilmente derivante da tale nebulosa o dalla costellazione del Reticolo. Egli è capace di sferrare il proprio Cosmo a forma di ragnatela per imprigionare l’avversario.
    cavalieri aracne
  • In “Devilman” fa la sua comparsa il Generale Zan, demone molto potente capace di controllare una razza di ragni infernali che, se ingeriti da un essere umano lo trasformano in un soldato demoniaco.
  • Per fortuna in “Hunter x Hunter” è solo un tatuaggio, ma non è da sottovalutare. Il ragno a dodici zampe, infatti, è il simbolo della Brigata Fantasma, terribile banda di ladri e assassini, anche conosciuta col nome, appunto, di Ragno. Forse saranno più minacciosi i membri del gruppo che un insetto a otto zampe.

    brigata fantasma

  • Uno degli antagonisti principali in “Soul Eater” è la strega Arachne. Il nome dice già tutto. Le sue magie sono basate sugli aracnidi: può scomporre il suo corpo in innumerevoli ragni e creare ragnatele per immobilizzare l’avversario.

    arachne

  • In “Monster Musume” troviamo Rachnera Arachnera, una donna ragno dalla vita in giù, che rimane incuriosita dal comportamento gentile e tollerante che ha il protagonista, Kimihito Kurusu, verso i mostri.
    monster musume
  • A Neji Hyuga dobbiamo il merito di aver eliminato un ragno umanoide. In “Naruto”, infatti, durante l’attacco al Villaggio della Foglia, nel Quartetto del Suono troviamo Kidomaru, ninja al servizio di Orochimaru, che possiede le particolari caratteristiche di un ragno, cioè quattro arti in più e la capacità di tessere ragnatele unendo i fluidi corporei al Chakra.

    kidomaru

  • Anche in “One Piece”, Onigumo, uno dei cinque viceammiragli, ha la capacità di mutare il suo corpo completamente o in modo parziale in un ragno. Può farsi spuntare a suo piacimento sei braccia, che riesce a controllare per muovere sei spade.

    onigumo

  • In “Inuyasha”, l’antagonista principale è Naraku, un mezzo demone ragno dalle molte forme, una delle quali è quella di un gigantesco ragno nero; inoltre una cicatrice a forma di ragno è il suo tratto distintivo.
    naraku
  • Infine, anche in un prodotto per un pubblico più adulto quale “La Città delle Bestie Incantatrici” possiamo trovare Kanako, donna con le sembianze di aracnide.
    kanako

E’ sorprendente la versatilità dell’animazione nipponica nel rendere delle creature, generalmente impressionanti, come animaletti piccoli e innocui ma, allo stesso tempo, di dar loro un tratto ancora più spaventoso e disturbante. Comunque, queste opere sono imperdibili, quindi, anche se hai la fobia dei ragni, prendi coraggio e goditele!  

                                                                                                    Paolo Gabriele De Luca

I consigli di Nerd30: Serial Experiments Lain

Ritorna la nostra rubrica di consigli con un anime che in un certo senso rappresenta un punto di svolta sia per l’animazione giapponese, sia per lo spettatore medio degli anime. In questo momento vi starete chiedendo “che c’entra lo spettatore medio?”. La risposta è semplice: questo anime è un ottimo trampolino di lancio per passare allo stadio di “spettatore di qualità”, ovvero quell’appassionato di animazione giapponese che riesce a sopportare anche l’eccessiva lentezza narrativa a favore di una visione più matura, non confondendo il concetto di “lentezza” con quello di “noia”. Forse il più grande problema di chi si approccia a produzioni che fanno dell’introspezione il loro punto di forza. Stiamo parlando di Serial Experiments Lain, anime sperimentale psicologico del 1998, prodotto dallo studio Triangle e diretto da Ryūtarō Nakamura. L’anime conta 13 episodi ed è distribuito in Italia da Dynit, sia in home video che sulla piattaforma di streaming legale VVVVID.

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Trama: alcune studentesse ricevono una serie di strane e-mail, inviate da una ragazza che si è suicidata poco tempo prima. Il contenuto della mail recita:“mi sono voluta liberare del mio corpo, perché qui c’è Dio”. Lain Iwakura, una dei destinatari dell’e-mail, rimane molto incuriosita dal messaggio. Grazie ad un NAVI (una sorta di computer futuristico) decide di connettersi al Wired (l’equivalente di internet) per cercare risposte. Lain scopre quindi l’esistenza di un’altra se stessa, fisicamente identica ma diversissima caratterialmente. Da questo momento in poi si dipaneranno una serie di eventi assurdi che accompagneranno la vita della giovane Lain.

Commento: “13 episodi che sembrano 1000” è il primo pensiero che passa per la mente di chi ha visto Lain. Per alcuni sarà a causa della lentezza nella narrazione. Non li biasimo, non è affatto semplice guardare Lain.”

Io invece credo che questo anime abbia la profondità di 1000 episodi concentrati in 13.

Lain nasce in un periodo in cui internet iniziava ad assumere l’importanza che ha raggiunto oggi. Probabilmente gli autori di questo anime hanno voluto esternare il loro timore verso un’invenzione che ha rivoluzionato e unito il mondo, ma che nel contempo ha allontanato l’uomo dalla realtà che lo circonda, in particolare oggi, con l’utilizzo dei social network. Lain offre una semplice spiegazione a questo fenomeno: su internet possiamo essere chi vogliamo. La rete offre infinite possibilità per rifugiarsi da una vita che il più delle volte non ripaga i nostri sforzi, anche sul piano affettivo, grazie alla possibilità di stringere legami anche a lunghissime distanze. Si potrebbe dire che internet ha abbattuto il concetto di “distanza” a favore di una connessione globale, quasi come se ogni singolo utente fosse uno dei tanti neuroni che compone il cervello del mondo (nell’anime viene fatto capire che il numero di abitanti del pianeta è paragonabile a quello dei neuroni di un cervello umano). L’uomo potrebbe aver raggiunto il limite delle sue possibilità evolutive, limite che tenta di trascendere attraverso il mondo della rete. Tutto questo porta ad una semplice domanda: “Un giorno internet andrà a sostituirsi alla normale vita quotidiana?”. Immaginate un mondo in cui ogni persona è connessa alla rete, abbattendo la barriera della connessione tramite supporto hardware (la capacità di interagire con la rete senza un computer o uno smartphone). Internet diventerebbe la nostra realtà. A quel punto, se dovesse esistere qualcuno capace di controllare l’immensità della rete, allora avremmo la concretizzazione del concetto di Dio.

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Lain è questo e molto altro ancora.

Sul piano tecnico abbiamo delle animazioni molto buone, ma in linea con tutte le produzioni sperimentali. In Lain è la regia il vero punto di forza, con inquadrature e colori estremamente distorti, che vogliono simboleggiare una realtà per certi versi “irreale”. Questa distorsione la ritroviamo nelle ost, un altro punto di forza di questa serie. Altra nota di merito per la bellissima opening, canzone che non ci si aspetterebbe da un anime di questo genere.
Ottimo il doppiaggio italiano.

Insomma, ci troviamo di fronte ad un anime da 10 pieno, un vero capolavoro dell’animazione nipponica.

Ora, se siete tra quelli che puntano al puro intrattenimento, che considerano un capolavoro Fairy Tail, o che abbandonano un anime al primo episodio perché “non si capisce nulla”, probabilmente questo anime non fa per voi. Se invece cercate qualcosa di più dagli anime, allora Lain sarà pane per i vostri denti.

Antonio Vaccaro

[#Anime] Tutte le Nuove Uscite della Primavera 2016

Venerdì 1° aprile è iniziata ufficialmente la stagione primaverile 2016 degli anime. Di seguito l’elenco in ordine di uscita e con i rispettivi Studi di produzione:

  1. Kagewani Shou – 01/04/2016 – Tomovies
  2. Mayoiga – 01/04/2016 – Diomedea
  3. Space Patrol Lucuco – 01/04/2016 – Studio Triggeranime2
  4. Ushio e Tora II – 01/04/2016 – MAPPA
  5. Ace Attorney – 02/04/2016 – A-1 Pictures
  6. Bonobono – 02/04/2016 – Eiken/ TYO Animation
  7. Future Card Buddyfight DDD – 02/04/2016 – Bushiroad
  8. Jojo: Diamond is Unbreakable – 02/04/2016 – David Production
  9. Terra Formars: Revenge – 02/04/2016 – Liden Film/ TYO Animation
  10. The Asterisk War II –  02/04/2016 – A-1 Pictures
  11. My Hero Academia – 03/04/2016 – Bones
  12. Duel Master VSRF – 03/014/2016 – ShoPro
  13. Endride – 03/04/2016 – Brains Base
  14. Kumamiko – 03/04/2016 – EMT Squared, Kinema Citrus
  15. Macross Delta – 03/04/2016 – Satelight
  16. Pan de Peace! – 03/04/2016 – Asahi Production
  17. 12-Sai – 04/04/2016 – Studio OLM
  18. Bayblade Burst – 04/04/2016 – Studio OLM
  19. Kaitou Joker III – 04/04/2016 – Shin-Ei Animation
  20. Re: Zero kara Hajimeru Isekai Seikatsu – 04/04/2016 – WHITE FOX
  21. Sailor Moon Crystal: Infinity – 04/04/2016 – Toei Animation
  22. Seisen Cerberus: Ryuukoku no Fatalie – 04/04/2016 – Bridge
  23. Bakuon – 05/04/2016 – TMS Entertainment
  24. Shounen Ashiba: Go, go, Goma-chan – 05/04/2016 – Bridge
  25. Hakuouki: Otogisoushi – 05/04/2016 – DLE
  26. Hundred – 05/04/2016 – Production IMS
  27. Joker Game – 05/04/2016 – Production I.G
  28. Battle Spirits Double Drive – 06/04/2016 – Sunrise
  29. Neko Neko Nihonshi – 06/04/2016 – Joker Filmsanime3
  30. Super Lovers – 06/04/2016 – Studio DEEN
  31. Twin Star Exorcist – 06/04/2016 – Studio Pierrot
  32. Aikatsu! Stars – 07/04/2016 – Bandai Namco Pictures
  33. Bungou Stray Dogs – 07/04/2016 – Bones
  34. Kuromokuro – 07/04/2016 – P.A Works
  35. Netgame no Yome wa Onna no Ko janai no omotta? – 07/04/2016 – Project N°9
  36. Onigiri – 07/04/2016 – Pierrot Plus
  37. Unhappy – 07/04/2016 – Silver Link
  38. Kabaneri of the Iron Fortress – 08/04/2016 – Wit Studio
  39. Sakamoto Desu ga? – 08/04/2016 – Studio DEEN
  40. Shounen Maid – 08/04/2016 – Studio 8bit
  41. Kyoukai no Rinne II – 09/04/2016 – Brain’s Base
  42. Tanaka-kun Wa Itsumo Kedagure – 09/04/2016 – Silver Link
  43. Concrete Revolution: The Last Song – 10/04/2016 – Bones
  44. Flying Witch – 10/04/2016 – J.C Staff
  45. Hai-Furi – 10/04/2016 – Productions IMS
  46. Nameko: Sekai no Tomodachi – 10/04/2016 – Beeworks/Studio DEEN
  47. Tonkatsu DJ Agetarou – 10/01/2016 – Studio DEEN
  48. Sansah Sayo – 11/04/2016 – Doga Kobo
  49. Usakame – 12/04/2016 – Milpensee
  50. Wagamama High Spec – 12/04/2016 – Studio AXsiZ/ Madosoft
  51. Big Order – 16/04/2016 – Asread
  52. Kamiwaza Wanda – 16/04/2016 – TMS Entertainment
  53. Magi: Sinbad no Bouken – 16/04/2016 – Studio Lay-Duce
  54. Cardfight Vanguard G: Stride gate-hen: 17/04/2016 – TMS Entertainment
  55. Kiznaiver – 27/04/2016 – Studio Trigger

Buon divertimento!

                                                                  Paolo Gabriele De Luca

[#Anime] Erased, la recensione

Pasqua è appena passata e Marzo sta giungendo al termine. In questo periodo noi appassionati di anime siamo sempre molto carichi per l’inizio della stagione primaverile con le nuove produzioni, ma siamo inoltre costretti a salutarne molte della stagione passata.
Lo scorso 25 Marzo è andato in onda l’ultimo episodio di “Erased – La Città in cui Io non ci Sono“, serie tratta dall’omonimo manga di Kei Sanbe. L’adattamento, composto da 12 episodi, è stato trasmesso per la prima volta in Giappone il 7 Gennaio su NoitaminA, contenitore di Fuji Tv. In Italia ne abbiamo potuto usufruire in versione  sottotitolata grazie a VVVVID, piattaforma di streaming legale. L’anime è stato prodotto dallo studio A-1 Pictures, famoso per la grande quantità di titoli di qualità quali Your Lie in April, Sword Art Online e Ano Hana.

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La storia si incentra attorno al ventinovenne Satoru Fujinima, aspirante mangaka disilluso che si ritrova oppresso nella società in cui vive. Purtroppo non riesce a esternare la sua arte e, per mantenersi, lavora part-time come fattorino di una pizzeria. Il ragazzo ha l’abilità particolare di poter tornare indietro nel tempo, anche se solo di qualche minuto, per evitare il compiersi di avvenimenti pericolosi nelle vita delle persone che stanno intorno a lui. Un processo involontario che Satoru battezza come “Revival”. La sua vita prende tutt’altra piega quando la madre viene misteriosamente uccisa e Satoru, incriminato dell’omicidio, si ritrova catapultato a diciotto anni prima a causa di un revival. La scena si sposta esattamente quando era ancora in quinta elementare e il quieto vivere della sua cittadina era messo in subbuglio dalla presenza di un pedofilo serial killer. Riuscirà Satoru a modificare il passato per salvare il presente?
Le tematiche affrontare in questa trama fanno sembrare questo titolo un vero gioiello: disagio sociale, viaggi nel tempo, thriller, giallo, c’è tutto, e saper gestire un complesso del genere richiede davvero tanta maestria. Partendo dal presupposto che prenderò in considerazione esclusivamente l’anime, Erased è un buon prodotto, ma con alcuni difetti.

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Partiamo dai personaggi, poco caratterizzati, molti dei quali stereotipati, senza una storia concreta alle spalle, a cui manca una vera evoluzione e alcuni dei quali non si inseriscono per niente nella trama, come la giovane Airi Katagiri. L’unico protagonista che ha davvero qualcosa da offrire è la piccola Kayo Hinazuki, bambina vittima di una vita familiare difficile, che risulta particolarmente matura, tanto da riuscire a sostenere discorsi di profondità sconvolgenti con un Satoru di ben ventinove anni – nel corpo di se stesso a undici anni, ovviamente -. Sarebbe stato sicuramente un personaggio molto interessante anche il villain in questione, ma per la scarsità di puntate proposte  è risultato impossibile un approfondimento a mio avviso necessario. Solo in alcuni frammenti ci viene rivelato un piccolo aneddoto della sua vita infantile, che lascia presupporre che già in tenera età avesse maturato disturbi sociali utili ai fini della trama, ma la caratterizzazione del personaggio si ferma pressoché qui, ed è un vero peccato.

Nonostante ciò Erased non è tutto da buttare via, anzi! È un prodotto che riesce a interessare anche molto, nonostante i suoi limiti, e che presenta una regia di alto livello.
Ma andiamo per gradi: l’anime è un thriller dalle tinte gialle strutturato alla perfezione, si sente tutta la pressione e la suspense che un prodotto di questo genere deve trasmettere e, inoltre, è quasi geniale come tutto sia ben orchestrato fra due linee temporali diverse. Gli indizi, i vari pericoli che si trovano ad affrontare i piccoli protagonisti sono tutti funzionali a uno scopo ben preciso che farà trattenere il respiro dello spettatore per oltre metà serie. Non mancherà nemmeno quella che può considerarsi una sorta di storia sentimentale, anche se vissuta da due bambini che ci appariranno molto più maturi di quanto la loro età lasci pensare. Un’ottica non banale nello sviluppare con molta delicatezza questi particolari sentimenti in personaggi così giovani.
E poi cosa succede? La fretta nel concludere la storia non giova mai alla riuscita di un buon progetto ed è esattamente questo uno dei problemi principali del titolo; forse sarebbe stata necessaria una seconda serie per spalmare meglio tutti gli avvenimenti, gli indizi e, soprattutto, le storie dei personaggi.
Traendo le conclusioni, quindi, sembra quasi che Erased faccia leva sulla sensibilità degli spettatori, trattando temi molto delicati e complessi come l’abuso di minore e l’omicidio, per poi non concludere nulla di ché.  Forse, per molti, non si è rivelato all’altezza delle aspettative, viste le numerose incongruenze della storia, ma comunque è un anime che merita di essere visto.

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Lo consiglierei soprattutto a un pubblico più maturo, non tanto per la profondità degli argomenti trattati, ma per un messaggio in particolare che, forse, non si riesce a cogliere a una prima occhiata: il mondo visto con lo sguardo dei bambini. Notiamo infatti come i problemi dei piccoli, quali il dichiarare una cottarella o il semplice atto di stringere amicizia, siano in realtà molto complessi per quell’età e non così sottovalutabili come spesso fanno apparire gli adulti.

Può non sembrare, ma è molto difficile essere bambini e Erased ce lo ricorda con molta eleganza.

Buona visione!

Paolo Gabriele De Luca

[#Anime] 26 anni di Cavalieri dello Zodiaco in Italia

I Cavalieri dello Zodiaco è senza alcun dubbio uno degli anime e manga più famosi in assoluto. Partoriti dalla mente di Masami Kurumada nel 1985, i Cavalieri hanno avuto grande fortuna soprattutto con il loro adattamento animato ad opera della Toei Animation e curato nel character design dal compianto Shingo Araki, il cui lavoro è riuscito a dare qualcosa in più sul piano grafico rispetto ai disegni non proprio perfetti di Kurumada.

In Italia i Cavalieri hanno avuto ulteriore fortuna, grazie anche allo splendido adattamento italiano, da molti ritenutocavalieri dello zodiaco2 superiore all’originale. Infatti uno dei motivi del successo di questa serie in Italia lo si può trovare nella scelta di dare un tono aulico ai dialoghi (curati da Stefano Cerioni con direzione del doppiaggio di Enrico Carabelli), grazie anche alla trama strettamente collegata alle tradizioni e alla letteratura del nostro paese (gli dei dell’antica Roma e la Divina Commedia in particolare). Di grande impatto fu la scelta di utilizzare citazioni di grandi poeti e scrittori italiani all’interno di alcuni dialoghi. Queste scelte furono confermate anche nella successiva Saga di Ade, questa volta curata nei dialoghi e nella direzione da Ivo De Palma, storica voce di Seiya/Pegasus.

Sono passati 26 anni dalla prima trasmissione italiana sul canale Odeon TV, datata 26 marzo 1990. Questo ci fa sentire tutti molto vecchi. Tanti auguri Cavalieri!

Antonio Vaccaro

[Anime] Il ritorno di Hunter X Hunter

Essere lettori di Hunter x Hunter non è affatto semplice. Da un lato abbiamo un’opera veramente incredibile sul piano narrativo (Togashi è uno dei migliori scrittori tra i mangaka in circolazione) e con alcuni dei migliori combattimenti della storia dello shonen, dall’altro abbiamo un autore, Yoshihiro Togashi (già noto per “Yu degli spettri” e “Level E”), che interrompe il suo manga per periodi lunghissimi, provocando lo sdegno dei lettori che tanto amano la saga. Ultimamente, grazie anche allo splendido nuovo anime dello studio Madhouse, il numero di fan dell’opera è aumentato in maniera esponenziale.hunter x hunter 1

Nel lettore di Hunter x Hunter convivono da sempre due sensazioni. La prima è la paura di veder lasciato incompleto uno dei suoi manga preferiti. La seconda è la consapevolezza delle potenzialità dell’opera, che se avesse avuto maggiore continuità probabilmente avrebbe superato il successo di mostri sacri come One Piece e Naruto.

Il problema della seconda sensazione è che probabilmente la qualità ne avrebbe risentito. Il motivo è molto semplice: Togashi tiene alla sua opera e vuole portarla avanti a modo suo. Lo stress accumulato durante la serializzazione di Yu degli spettri (in cui Togashi non si è mai fermato) lo portarono oltre che ad un finale affrettato e criticato da molti, anche alla consapevolezza di aver bisogno di tempo e spazio sia per non risentirne fisicamente e mentalmente, ma anche per accumulare idee per il suo manga (in rete si trova una lettera aperta dello stesso autore scritta al termine della pubblicazione di Yu degli spettri). La conferma di ciò la si può trovare in Hunter x Hunter, con l’invenzione del nen (forse il potere più completo mai creato per un battle shonen, insieme allo Stand de Le bizzarre avventure di Jojo), con la creazione del gioco di carte di Greed Island (pensateci, ha inventato un gioco di carte) e con l’incredibile lavoro di catalogazione delle specie animali per la creazione delle Formichimere. Tutte invenzioni che non sarebbero state possibili con una costante pubblicazione settimanale. Eppure, nonostante gli anni di pausa, al suo ritorno Hunter x Hunter non si smentisce, confermandosi come uno dei manga più venduti ed apprezzati.

Anche se si arrabbia, un fan di Hunter x Hunter vorrà sempre sapere come va avanti la storia di Gon e dei suoi amici.

Hunter x Hunter riprenderà la sua pubblicazione sul numero 20 di Shonen Jump, che uscirà il 18 Aprile in Giappone con cover a colori. Al momento sono stati pubblicati 349 capitoli raccolti in 32 tankobon, pubblicati in Italia da Planet Manga. Dal manga sono stati realizzati 2 adattamenti animati, il primo realizzato da Nippon Animation, che copre fino alla saga di Greed Island (con l’aggiunta di alcuni filler), per un totale di 92 episodi. Il secondo realizzato dallo studio Madhouse, più fedele al manga e con delle animazioni migliori, che copre fino alla saga delle Elezioni, per un totale di 148 episodi.

Antonio Vaccaro

[#Anime] Naruto Shippuden: La Vera Leggenda Di Itachi, prime impressioni

L’episodio 451 di Naruto Shippuden segna l’inizio di una minisaga dedicata ad uno dei personaggi più amati dai fan dell’opera di Masashi Kishimoto, Itachi Uchiha. La saga è l’adattamento animato di un romanzo scritto da Takashi Yano e illustrato dallo stesso Kishimoto. Quindi non si può parlare di filler, ma più che altro di spin-off.

Nel corso di Naruto abbiamo inizialmente visto Itachi come un personaggio sostanzialmente negativo, per poi scoprire le motivazioni dietro al suo operato. Se all’inizio il fascino del personaggio lo si poteva trovare nel suo talento sconfinato, nella sua freddezza e nella sua intelligenza, successivamente i sentimenti del lettore e dello spettatore si spostano verso la contemplazione della sua triste storia. Un personaggio che ha sempre portato su di se un peso enorme.

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Questi primi due episodi ci mostrano alcune fasi della giovinezza di Itachi e si concentrano principalmente sul suo incredibile talento nelle arti ninja. Ci viene mostrato quando esegue la tecnica della “Palla di fuoco suprema” al primo tentativo, dopo averla vista eseguire una sola volta dal padre. Ci viene fatto vedere il momento del suo diploma nelle arti ninja, all’età di 7 anni, dopo un solo anno di accademia. Ci viene mostrato Shisui, suo amico fraterno, di cui sappiamo veramente poco per quello che abbiamo visto nel manga.

Quello che colpisce del giovane Itachi in questi due episodi è la sua diversità rispetto ai suoi coetanei. La sua intelligenza e maturità non sono quelle di un ragazzino di 7 anni. Non c’è spensieratezza nel suo animo, ma anzi, la sua mente è attanagliata dai dubbi, frutto della sua esperienza nella Terza Guerra Mondiale Ninja.

La frase :“Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi.” di Bertrand Russel è la perfetta sintesi di uno dei personaggi meglio sviluppati di tutto Naruto.

Miniserie consigliata a chi ha amato il genio del clan Uchiha e vuole saperne di più sulla sua giovinezza.

Antonio Vaccaro

[Curiosity] Pokémon, 20 Anni di Cameo negli Anime

Forse la Nintendo non si aspettava, nell’ormai lontano 1996, che la Games Freak avrebbe sfornato quello che ancora oggi è uno dei titoli di punta dell’industria videoludica nipponica. È inutile negare che basta nominare mamma Nintendo perché il pensiero ci riporti immediatamente l’immagine di Pikachu ed effettivamente, dal primo videogioco a oggi, la Pokémon Company vanta un successo enorme e concreto: sei generazioni di mostri e la settima appena annunciata, decine di videogames per diverse console, un anime di oltre 900 episodi ancora in corso. Ed è solo una piccola parte di tutto ciò che ha conquistato questo titolo.
Con un impero di questa portata e ben 721 mostri, la cultura pop non poteva che esserne contagiata. Effettivamente si trovano numerosissimi riferimenti ai Pokémon sparsi fra cartoons, libri, videogiochi, manga, anime e musica. Di fatto, è stata una vera e propria contaminazione quella dei nostri piccoli amici che, anche involontariamente, sono entrati almeno una volta nella vita di tutti.
Insomma, non c’è da stupirsi se spesso ci capita di incontrare un Pikachu nei nostri programmi preferiti, soprattutto in quelli di stampo americano.

Ma come si comportano i giapponesi nei confronti di questo fenomeno?

Negli anime e nei manga si trovano numerosi riferimenti ai Pokémon ma, rispetto a tutti gli altri, sono molto più sottili e alcune volte passano inosservati. E’ molto difficile conoscerli tutti, ma vediamone alcuni:

In “Lucky Star” si trovano diversi rimandi:

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  • Nell’episodio 5 le protagoniste prendono parte a un festival; Kagami, cercando di catturare un pesce rosso dice “Gotta Catch ‘em All!” in giapponese una volta preso.
  • Nell’episodio 17 le ragazze riflettono sul loro futuro dopo il liceo. Quando Kagami chiede a Konata se lei abbia qualche talento in particolare, la protagonista risponde di conoscere tutti i nomi dei Pokémon.
  • Nell’episodio 21, parlando dei templi Kinkaku-ji e Ginkaku-ji, rispettivamente d’oro e d’argento, Konata si chiede se essi siano come i Pokémon e se abbiano “Rubino, Zaffiro e simili”.

Anche in “Assassination Classroom”, si trovano riferimenti nell’anime e nel manga:

assassination classroom

  • Nelle scene finali dell’episodio 22 dell’anime, si vedono i tre assassini giocare con i Nintendo 3DS e uno di loro chiede a un suo collega di dargli una “pozione massima”.
  • Nel capitolo 27 del manga, Lovro spiega che un assassino deve valutare e considerare le capacità combattive della preda e qui si vede la sagoma di una sorta di Mewtwo contro quello che dovrebbe essere Rosso, ma con una retina in mano.
  • Nell’episodio 13 della seconda serie de “La Malinconia di Haruhi Suzumiya” è possibile vedere due maschere di Pikachu, la maschera di un Turtwig viola, la maschera di un Chimcar gialla e quella di un Piplup giallo scuro.

In “Ano Hana – Ancora non Conosciamo il Nome del Fiore che Abbiamo Visto quel Giorno”, i Pokémon sono richiamati in diversi episodi, ma col nome di Nokémon. E’ possibile vedere la confezione di uno dei videogiochi e anche qualche scena di gioco su Game Boy.

ano hana

  • Nell’episodio 4 di “Sayonara, Zetsubou Sensei”, Abiru immagina il protagonista Nozomu Itoshiki con varie code, fra cui appaiono quella di Pikachu e Glameow.

Servant x Service:
Servant x Service

  • In “Servant x Service” Hasebe, discutendo dei videogiochi che ha giocato, ne nomina alcuni, facendo partire un montaggio in cui si vedono un Pikachu e un Bulbasaur, non esattamente somiglianti agli originali, e in cui si sente anche il rumore tipico di una Poké Ball che si apre.

Highschool DxD, si sono anche qua:

highschool dxd

  • Nell’episodio 7 di “Highschool DxD” troviamo Zatouji, chiara parodia di Ash Ketchum che usa spesso la frase “Gotta Catch ‘em All”.

Yowamushi Pedal:
yowamushi pedal

  • Nell’episodio 2 di “Yowamushi Pedal” Sakamichi, il protagonista, chiede a Shunsuke quale sia il suo anime preferito. Egli risponde confusamente “Nekoemon”, probabile riferimento ai Pokémon.

K-On:

k-on

  • In “K-On”, Yui, una delle protagoniste, vedendo apparire all’improvviso la sua professoressa esclama “Appare Sawa-chan selvatica!”.

E’ ben evidente, quindi, che i mostriciattoli della Nintendo sono diventati talmente popolari da divenire quasi un classico che è possibile citare in ogni contesto, e quelli sopra riportati ne sono solo un piccolo esempio.  Ne vuoi cercare altri? Allora “acchiappali tutti!”.

Paolo Gabriele De Luca

[Anime] Un filler da non perdere, il ritorno di Itachi in Naruto

Sto parlando con te, fan di Naruto! So quanto ti lamenti e mi sembra di sentirti quando dici “l’anime di Naruto ha troppi filler!”, e devo dire che hai ragione. La trasposizione del manga di Masashi Kishimoto, in effetti, ha una grandissima quantità di episodi non tratti dal manga che, forse, smorzano un po’ troppo la tensione della trama originale.

Sul web c’è chi ironizza dicendo che in realtà l’anime si dovrebbe chiamare “Filler” con qualche episodio in cui compare Naruto. Bene, ora ho da darvi una buona e una cattiva notizia. Quella buona è che attualmente in Giappone, lo scorso 25 Febbraio, è andato in onda l’ultimo episodio della saga “Il manuale di Jiraiya – Storia del prode Naruto”, ovviamente non connessa con la storyline principale. Ricominceranno gli episodi tratti dal manga? Certo che no! E questa è la cattiva. Ma non temere, perché questa nuova serie di filler sembra promettere molto bene.
itachi 2

Essa, infatti, narra la storia di uno dei personaggi più accattivanti e interessanti dell’intera opera di Kishimoto, Itachi Uchiha.
La vera leggenda di Itachi – Luci e Tenebre”, questo il titolo della saga, è ispirato ai due romanzi ideati e scritti da Takashi Yano e dallo stesso Masashi Kishimoto, intitolati “La Vera Leggenda di Itachi: il capitolo della Luce chiara” e “La Vera Leggenda di Itachi: il capitolo della Notte Oscura”. I racconti narrano le vicende inedite del ninja: dalla nascita del suo sogno, all’incontro con Shisui, dalla nomina a membro dell’ANBU, fino alla tragica notte in cui ha sterminato il suo intero clan.
Sin da quando hanno iniziato a circolare le prime indiscrezioni su un adattamento anime della storia, si è avvertita una forte eccitazione e un gran consenso: Itachi, infatti, nell’intera storia principale, è considerato un personaggio geniale, fortissimo e calcolatore. E’ un antagonista, almeno fino a un certo punto della storia, che suscita sì antipatia, ma anche e soprattutto molto interesse, visto quell’alone di mistero che lo ricopre in ogni sua apparizione.
Il primo episodio de “La vera leggenda di Itachi – Luci e Tenebre” andrà in onda in Giappone il prossimo 3 marzo e ovviamente non vediamo l’ora di scoprire tutti i retroscena che hanno portato uno dei ninja più forti di Naruto a tradire il suo clan e il suo villaggio.
Hai preso impegni? Beh, annullali!

                                                                                                               Paolo Gabriele De Luca

https://youtu.be/_aGNEbsVhXA