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Blitz antibracconaggio nel cosentino: 73 cardellini sequestrati e 5 denunciati

COSENZA – Cinque persone deferite all’Autorità Giudiziaria e 73 fringillidi sequestrati è il risultato di una attività di controllo da parte del NIPAAF, Nucleo investigativo dei Carabinieri Forestale di Cosenza e della Stazione Carabinieri Forestale di Rossano in alcuni comuni del cosentino.

I militari dell’Arma Forestale coadiuvati da diverse Stazioni operanti sul territorio hanno nei giorni scorsi concentrato la loro attività nei controlli di noti detentori di avifauna residenti nei comuni di Corigliano-Rossano, San Pietro in Guarano, Castrovillari, Luzzi, Trebisacce e Roggiano Gravina. In alcuni casi sono stati rinvenuti in loro possesso dei cardellini, specie particolarmente protetta dalla convenzione di Berna che ne vieta la cattura, detenuti in gabbie e privi di qualsiasi anello identificativo e quindi di dubbia provenienza. In un caso è stato anche rinvenuto e posto sotto sequestro un esemplare di Merlo comune detenuto in una voliera di un giardino. I cardellini, come spesso accade per altre specie appartenenti alla famiglia dei fringillidi, sono commercializzati nel mercato clandestino a seguito di una tradizione e passione che alimenta la loro cattura con mezzi non consentiti.

Gli esemplari maschi vengono apprezzati per il loro canto armonioso e cacciati con l’obiettivo di far finire la loro vita in gabbia. Per questa ragione poi cadono tra le mani di chi alimenta questo business. I controlli sono stati eseguiti alla presenza del servizio veterinario per la valutazione delle condizioni di salute degli animali. Gli uccelli posti sotto sequestro sono stati trasferiti presso il CRAS di Rende, Centro Recupero Animali Selvatici, e il giorno dopo rimessi in libertà come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

 

Cosenza, blitz antibracconaggio della Polizia Provinciale

COSENZA – Continua l’attività di prevenzione e repressione dei reati in materia venatoria da parte della Polizia Provinciale di Cosenza, che sotto le direttive del comandante dott. Pasquale Monea e del Sostituto Commissario Maria Antonietta Pignataro, nei giorni scorsi ha effettuato alcuni mirati interventi che hanno portato alla denuncia di due persone e al sequestro di un’arma, di munizioni detenute illegalmente e di selvaggina non cacciabile per il periodo.

Gli Agenti in servizio presso il distaccamento di San Giovanni in Fiore si sono recati in varie località situate tra i Comuni di San Giovanni in Fiore, Casali del Manco, Spezzano della Sila, Acri, San Demetrio Corone e Santa Sofia d’Epiro.

Nel corso dell’attività investigativa, all’interno di alcune campagne del cosentino è stato individuato un uomo che, al termine di una battuta di caccia eseguita con altre tre persone, aveva abbattuto alcuni esemplari di avifauna appartenenti alla specie Merlo (Turdus merula). Secondo il vigente calendario venatorio regionale, la specie in oggetto non è più cacciabile (periodo consentito solo dal 1 ottobre al 31 dicembre 2018) e di conseguenza l’abbattimento costituisce un illecito di tipo penale; pertanto, con il coordinamento del Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica di Castrovillari, sono state effettuate diverse perquisizioni volte a ricercare selvaggina protetta occultata.

In un altro intervento condotto sempre dagli Agenti del distaccamento di San Giovanni in Fiore e finalizzato al contrasto del bracconaggio al cinghiale, specie per cui l’attività venatoria è chiusa ormai dal 30 dicembre scorso, un uomo è stato trovato con delle munizioni a palla unica portate e detenute illegalmente, poiché non denunciate all’autorità di pubblica sicurezza.

Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati complessivamente un fucile calibro 12, ventisette munizioni tra piombo spezzato e a palla asciutta, più alcuni capi di avifauna illecitamente abbattuti; dopo le formalità di rito per i presunti responsabili è scattata la denuncia in stato di libertà alla competente Autorità giudiziaria, che ha già convalidato l’attività della polizia giudiziaria operante.

I controlli della Polizia Provinciale di Cosenza, tesi a garantire il corretto svolgimento dell’attività venatoria, la difesa del patrimonio faunistico, e la tutela della sicurezza pubblica, sono stati intensificati in questi ultimi periodi e proseguiranno anche nei prossimi giorni.

Operazioni antibracconaggio, Di Natale: «È nostro dovere tutelare la fauna»

polizia-prov_s-g-fiore_a1SAN GIOVANNI IN FIORE (CS)  – Continua l’attività antibracconaggio della Polizia provinciale di Cosenza contro l’attività venatoria illecita. Questa volta i poliziotti provinciali del distaccamento di San Giovanni in Fiore, in seguito ad alcuni specifici monitoraggi nella Z.P.S.  e I.B.A.   della Sila Grande, hanno individuato un uomo residente nel cosentino che si stava servendo di due congegni elettronici di ultima generazione, tra cui un richiamo digitale simile ad un “telefonino”, che fedelmente stavano riproducendo il canto della specie allodola. Gli agenti sono intervenuti anche per evitare il fraudolento abbattimento di volatili. Il presunto responsabile, sorpreso in fragranza di reato, dopo le formalità di rito è stato deferito alla competente Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Cosenza. I richiami elettroacustici, l’arma, le munizioni e la selvaggina sono stati sottoposti a sequestro penale e messi a disposizione dell’autorità giudiziaria procedente. Anche il Reparto di Cosenza ha individuato un bracconiere in località Ischia sul Crati del Comune di Luzzi, il quale è risultato munito di un richiamo acustico elettromagnetico atto ad attirare l’avifauna di passo per poi abbatterla selezionato sul canto della pispola. Inoltre il richiamo era in grado di riprodurre il canto dell’allodola, della pavoncella e del fringuello. Sequestrati un fucile da caccia semiautomatico cal. 12, venticinque cartucce cal. 12, un richiamo acustico elettromagnetico e cinque allodole abbattute. Dall’apertura dell’attività venatoria a oggi sono già quarantuno i controlli effettuati dalla Polizia provinciale e cinque i verbali elevati. Un’attività intensa, elogiata proprio pochi giorni fa dal CABS – il Nucleo di volontari esperti di antibracconaggio che proprio in Calabria ha una delle sedi più attive – che così si è espresso: «Al Presidente facente funzioni della Provincia di Cosenza, Avv. Graziano Di Natale, il CABS intende esprimere vivi apprezzamenti per la ripresa, dopo un lungo periodo di assenza, delle attività antibracconaggio volte a ristabilire la legalità. Evidentemente egli – sostiene il CABS – ha saputo adeguatamente motivare, anche con significative dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa, gli agenti provinciali affinché potessero predisporre, organizzare ed eseguire importanti interventi a difesa dell’inestimabile patrimonio faunistico dello Stato». Il Presidente Di Natale, nel ringraziare il CABS per il riconoscimento dato all’incessante attività della Polizia provinciale di Cosenza, ha dichiarato che «è nostro dovere fare tutto quanto è possibile per la tutela e la conservazione dell’avifauna selvatica. Pertanto il servizio antibracconaggio proseguirà costantemente, senza alcuna sosta, anche oltre la chiusura della stagione venatoria».

Vasta operazione antibracconaggio a Bisignano e San Giovanni in Fiore

COSENZA – Una vasta operazione antibracconaggio della Polizia Provinciale di Cosenza, eseguita sotto il comando della Dirigente Avv. Antonella Gentile e con il coordinamento del Sostituto Commissario dott.ssa Antonella Pignataro, ha portato all’accertamento di numerosi illeciti e al sequestro di fucili, munizioni e richiami acustici elettromagnetici. In primo piano, gli interventi eseguiti dal personale in servizio presso il distaccamento di San Giovanni in Fiore e dal reparto di Cosenza.

Gli agenti operanti sul territorio sangiovannese, a seguito di articolate indagini frutto di lunghe osservazioni, pedinamenti e attività investigative, hanno sorpreso in fragranza di reato due persone, in due distinte e separate operazioni antibracconaggio portate a segno sul territorio della Sila. uccelliIn un caso, un uomo residente nel cosentino è stato sorpreso con un piccolo richiamo elettroacustico vietato dalla legge, mentre richiamava da un appostamento temporaneo da caccia, le allodole presenti nei campi circostanti; sottoposti a sequestro penale un fucile semiautomatico, 25 munizioni, il congegno vietato e la selvaggina abbattuta. Nella seconda operazione si è documentato l’utilizzo, da parte di un bresciano munito di autorizzazione per la caccia in Calabria, di un piccolo richiamo che nel caso di specie era impostato sul canto della Pispola, specie particolarmente protetta dalla Convenzione Internazionale di Berna. Sottoposti a sequestro penale un fucile calibro 12, 356 munizioni, 9 capi di Allodola appena abbattuti e occultati in vari punti intorno il luogo di caccia, nonché un sofisticato richiamo elettroacustico riproducente diversi canti di uccelli, come detto, anche di specie particolarmente protette e protette, come la Pispola, il Fanello, il Fringuello e la Peppola.

Analoga operazione è stata svolta dal reparto di Cosenza in località Moccone del Comune di Bisignano, laddove l’unità operativa ha contestato a un altro cacciatore bresciano – anch’egli munito di autorizzazione per la caccia in Calabria – l’esercizio dell’attività venatoria con l’ausilio di un richiamo acustico elettromagnetico. Sequestrati anche in questo caso un fucile da caccia semiautomatico cal. 12, 28 cartucce cal. 12, un richiamo acustico elettromagnetico e otto allodole abbattute.

Grande la soddisfazione del Presidente della Provincia Graziano Di Natale, che si è detto orgoglioso dell’encomiabile servizio svolto dagli agenti: «il personale della Polizia Provinciale – ha commentato il Presidente – ha come sempre dimostrato passione e senso del dovere nello svolgimento della funzione di salvaguardia della fauna e dell’ambiente. Un atteggiamento ancora più apprezzabile, nell’attuale momento storico caratterizzato dall’incertezza sul futuro di questo storico servizio, per il cui ripristino fra le funzioni della Provincia confermo il mio impegno presso la Regione Calabria».

Tutte le persone fermate sono state denunciate, a piede libero, alla competente Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Cosenza per i reati descritti, mentre tutto il materiale sequestrato è stato posto a disposizione della stessa Autorità giudiziaria. Elevate anche sanzioni amministrative, per mancata annotazione sul tesserino regionale della selvaggina abbattuta.