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Briganti e unificazione , presentazione dell’ultimo lavoro di Ferraro

MORANO CALABRO (CS) – Il prefetto e i briganti. La Calabria e l’unificazione italiana, pubblicato da Mondadori/Le Monnier nella prestigiosa collana dei Quaderni storici fondata da Giovanni Spadolini e diretta da Fulvio Cammarano. Questo è il titolo dell’ultimo lavoro di Giuseppe Ferraro (Dottore di ricerca in Storia presso l’Università di San Marino e docente di filosofia e storia). Il libro sarà presentato il 28 dicembre 2016, ore 17.30, a Morano Calabro presso il Museo di Storia dell’agricoltura e della pastorizia (Palazzo Salmena).

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Un lavoro frutto di anni di ricerca, che già nelle sue fasi preparatorie, era stato insignito di due premi nazionali: a Ravenna nel 2015 per “la ricchezza e l’originalità delle fonti archivistiche” e nel 2016 a Firenze con il premio “Spadolini-Nuova Antlogia”. Nel libro vengono affrontate questioni molto importanti come il crollo del Regno delle due Sicilie e l’unificazione italiana, avvenimenti che segnarono per le province meridionali un periodo di diffusa instabilità. Vecchie e nuove problematiche si fusero rendendo l’amministrazione di gran parte di questo territorio difficile per i primi governi italiani. La classe dirigente liberale cercò di rimediare alla diffusa instabilità e conflittualità inviando nel Mezzogiorno prefetti, funzionari, militari di origine settentrionale per rafforzare in tal modo l’unificazione appena raggiunta. In questo contesto, nell’aprile 1861 venne nominato prefetto della provincia di Cosenza (Calabria Citra) il valtellinese Enrico Guicciardi. Proprio la vicenda appassionante di Guicciardi e l’utilizzo, tra le altre, di fonti storiche inedite, custodite in archivi pubblici e privati, hanno permesso all’autore di raccontare i primi anni dell’unificazione italiana in Calabria, con particolare attenzione al brigantaggio, alla questione della terra, alla conflittualità tra potere politico e militare sul territorio, in uno dei momenti più critici della storia d’Italia. Ferraro riesce a coniugare la storia del territorio con la grande storia a livello nazionale e internazionale. Nel volume ci sono delle vere e proprie chicche storiche come la narrazione degli incontri tra autorità e briganti tra i boschi della Sila per pianificare il loro arresto. Certamente quella più gustosa che Ferraro racconta riguarda l’incontro tra il prefetto di Cosenza, il nobile valtellinese Guicciardi, e il brigante Palma di Longobucco tra le montagne della Sila. Una delle vicende della bella storia raccontata in questo libro che sembra uscire dalla pagine dei lavori di Walter Scott. All’interessante iniziativa, curata dall’Associazione Tracce di Storie, interverranno il professor Vittorio Cappelli, ordinario di Storia contemporanea presso l’Università della Calabria con una relazione dal titolo I briganti e l’Unità, tra mito e realtà; il Dottor Leonardo Ferraro che relazionerà su Morano nel periodo del brigantaggio. I lavori saranno coordinati dal Prof. Lorenzo Carmine Curti.

Ventidue poeti italiani raccontano di “Madri”, l’antologia edita da ilfilorosso

Cosenza ( Cs) – Sabato 7 Maggio alle ore 16:30 presso la Sala Quintieri del Teatro A. Rendano si terrà la presentazione del volume “Madri”, antologia di 22 poeti provenienti da varie regioni italiane edita da il filorosso editore.Dopo i saluti de il direttore de il filorosso, Luigina Guarasci interverranno lo psicoterapeuta Gaetano Marchese e la professoressa Marilù Sprovieri.La lettura dei testi e a cura della giovane attrice Erica Fuoco.Intervalli musicali del maestro Pietropaolo Morrone. “Madri è un testo che sconfina dall’archetipo al mito, dalla presenza divina e misteriosa delle madri all’umana esperienza, alla poetica che abita nella loro parola d’amore che depositano nella vita di ogni uomo… Testi carichi di intenso e meditato silenzio e pudore, che rinsaldano memorie di alleanze e affetti, amori mai dimenticati, che sbalzano oltre la soglia di un visibile orizzonte, tra malinconia e memoria. Un testo scritto a più mani e con più voci, su un tema magmatico e scivoloso; un deserto di fuoco che brucia, perché mette a nudo emozioni, sentimenti, vissuti tragici, ricordi, sogni e desideri sull’“oggetto d’amore” con cui abbiamo dialogato e sperato, pianto e sorriso, fin dal nostro primo respi- ro e sguardo. Per questo, Madri è un testo di fuoco e coloro che hanno scritto hanno le mani bruciate, sono poeti, e come dice Heidegger, “i poeti sono arrischiati” perché, senza protezione alcuna, osano dire e scrivono in un territorio infinito di rimandi. Si percepisce il pudore e il coraggio con cui “sentono” le Madri e si è pervasi da un silenzio di rispetto; per questo sono un dono e un seme queste poesie, germogliano al sole come le spighe del grano e sono canto e preghiera al mondo”, così dice il dott. Gaetano Marchese nella prefazione.Presenti all’interno del volume le poesie di: Lidia Apa (Cosenza), Francesco Bazzarelli (Amantea), Lella Buzzacchi (Bergamo), Maria Teresa Calabrò (Roma), Corrado Calabrò (Roma), Gaetano Coccimiglio (Aiello Calabro), Franco Gordano (Cosenza), Antonella Jacoli (Modena), Michele Lalla (Modena), Lucia Longo (Cosenza), Maiolo Maria Carla (Cosenza), Gaetano Marchese (Cosenza), Moreali Paola(Modena) Antonio Nesci (Modena) Clara Nistri (Firenze), Pina Oliveti (Rogliano), Franco Pasqua (Cosenza), Annalisa Saccà (New York), Giusy Staropoli Calafati (Briatico), Emilio Tarditi (Cosenza), Daniele Varanini (Pistoia), Anna Vincitorio (Firenze).