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Cosenza, l’omaggio dell’Amministrazione comunale ad Antonello Antonante e Franco Dionesalvi nell’anniversario della morte

COSENZA – L’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Franz Caruso ricorderà, in due distinte manifestazioni, le figure di Antonello Antonante e di Franco Dionesalvi, ad una anno dalla scomparsa, avvenuta, per un incredibile gioco del destino, nello stesso giorno, il 6 luglio del 2022.

La serata commemorativa dedicata ad Antonello Antonante, storico fondatore del Centro Rat-Teatro dell’Acquario, è in programma il prossimo 6 luglio, alle ore 19,00, al Museo dei Brettii e degli Enotri. Un nome, un racconto, una vita è il titolo prescelto per l’omaggio ad Antonante che l’Amministrazione comunale, con il Sindaco Franz Caruso, la consigliera delegata alla Cultura Antonietta Cozza, e il Centro Rat Teatro dell’Acquario hanno promosso, in partenariato con la Fondazione Attilio e Elena Giuliani presieduta da Walter Pellegrini. Compagni di lavoro, attori, attrici e musicisti che hanno collaborato, chi per poco, chi per molto, con Antonello Antonante, si riuniranno al Museo dei Brettii e degli Enotri la sera del prossimo 6 luglio per dar vita ad un vero e proprio happening evocativo dei temi e delle riflessioni che l’indimenticato uomo di teatro ha prediletto durante il suo percorso artistico: le storie di Giufà, i poeti calabresi, il Mediterraneo, insomma, l’amore per larte del narrare.
Alla serata prenderanno parte Maurizio Stammati, Anna Maria De Luca, Ernesto Orrico, Angelo Gallo, Paolo Mauro, Nunzio Scalercio, Gianfranco Quero, Ester Tatangelo, Stefania De Cola, Ricchezza Falcone, Lara Chiellino, Lindo Nudo, Mariasilvia Greco, Dario De Luca, Ciccio Aiello, Maria Marino. E i musicisti: Alessandro Parente, Checco Pallone, Piero Gallina, Carlo Cimino, Tiziana Grezzi e Leon Vulpitta Pantarei. Il coordinamento della serata è di Renata Antonante e Dora Ricca, rispettivamente figlia e moglie di Antonello Antonante.
Onorare la memoria di Antonello Antonante, figura di spicco del mondo teatrale e che ha attraversato le diverse professioni del palcoscenico (attore, regista, organizzatore, drammaturgo, direttore artistico) è non solo un atto doveroso ha sottolineato il Sindaco Franz Caruso ma diventa anche l’approdo naturale di un rapporto di amicizia e di stretta correlazione con la città che deve esprimere nei suoi confronti la sincera gratitudine per quanto ha saputo costruire nei 47 anni che lo hanno visto alla guida del Teatro dell’Acquario, sua vera e propria creatura, che ha difeso strenuamente in tutti i momenti di difficoltà, battendosi con tutte le sue forze per la sopravvivenza dello spazio teatrale di via Galluppi, ma anche da direttore artistico del Teatro Rendano dal 2007 al 2011. Infaticabile propugnatore di eventi culturali, fu molto attento ed abile ad intercettare le migliori espressioni del teatro di ricerca e a portarle nella nostra città. Fu tra i promotori dell’arrivo a Cosenza, nel 1988, di Dario Fo, e, prima ancora, del Living Theatre di Julian Beck e Judith Malina.
Il prossimo 10 luglio a Villa Rendano, alle ore 19,00, in una serata dal titolo Franco Dionesalvi, sulla scia dell’aurora, sarà ricordato il poeta e intellettuale Franco Dionesalvi, assessore alla Cultura di Palazzo dei Bruzi dal 1997 al 2002, durante la sindacatura di Giacomo Mancini. A ricordarlo saranno Anna Petrungaro, Concetta Guido, Enzo Ferraro, Filippo Senatore e Francesco Lopez. Prevista anche una lettura di poesie musicate dai Nimby” (Aldo Ferrara, Tommaso e Francesco La Vecchia). Con il gruppo rock dei Nimby Franco Dionesalvi realizzò il concerto di poesia Pianure. In programma i saluti istituzionali del Sindaco Franz Caruso e del Presidente della Fondazione Giuliani, Walter Pellegrini.
Anche l’omaggio a Franco Dionesalvi avrà un significato particolare ha detto il Sindaco Franz Caruso perché rappresenta il tributo che i suoi amici e la sua città gli riserveranno per riconoscergli, ad un anno dalla scomparsa, il grande ruolo che ebbe nella crescita culturale del nostro territorio. Dionesalvi ha aggiunto Franz Caruso fu l’ideatore e l’artefice del Festival delle Invasioni che la nostra Amministrazione quest’anno ha voluto riprendere, guardando sì al futuro, ma rinverdendo una tradizione che si richiama a quella felice stagione avviata proprio dal poeta cosentino.
Tante le sue intuizioni che in qualche modo rivoluzionarono la cultura in città ed anche il modo di fruirla. Anche a lui esprimeremo la nostra gratitudine per il lascito importante che ha saputo donare a Cosenza, non solo da poeta, ma anche da attento ed arguto giornalista, saggista e da illuminato amministratore.

Cosenza, addio ad Antonello Antonante fondatore del Teatro dell’Acquario

COSENZA – Lutto nel mondo del teatro: è morto Antonello Antonante, artista, regista e sceneggiatore che fondò il Centro Rat-Teatro dell’Acquario di Cosenza, di cui era direttore. Antonante, malato da tempo, si è spento all’età di 75 anni. Un artista a tutto tondo che rivoluzionò il concetto di teatro. Tra gli incarichi culturali ricoprì anche il ruolo di direttore artistico del Teatro Rendano di Cosenza. Un’altra scomparsa che addolora oggi Cosenza, dopo quella di Franco Dionesalvi: due figure che diedero grande impulso culturale alla città

Ci ha lasciato uno dei padri del teatro calabrese. Nel momento probabilmente più difficile per il Teatro dell’Acquario di Cosenza, da lui creato 45 anni fa e difeso con la grinta di un teatrante d’altri tempi, il cuore di Antonello Antonante è uscito di scena”, scrive Spazio teatro dalla proprio pagina facebook. “Lascia alla sua città e alla Calabria l’eredità di una delle prime eccellenze artistiche del nostro territorio; a noi, generazioni differenti e spesso non all’unisono nelle visioni di politica culturale, un esempio di costanza e volontà in un campo artistico, e in una Regione, che troppo spesso riservano amarezze e poche soddisfazioni. Ti accompagni l’affetto di chi ti ha conosciuto ed il ricordo indelebile delle tue creazioni”.

 

Anche il presidente Anci Marcello Manna esprime il suo dolore per la scomparsa dell’artista cosentino. “il passaggio in Calabria dei maggiori drammaturghi del teatro contemporaneo lo si deve ad Antonello Antonante, padre fondatore dell’Acquario, luogo liberato, crocevia di culture e patrimoni, energie e menti del panorama culturale regionale, nazionale ed internazionale.Oggi perdiamo uno dei pilastri della nostra Atene, figura capace di coniugare tradizione e avanguardia, passione e ideologia, riferimento culturale per noi tutti. Che la terra gli sia lieve e le assi del suo teatro tornino ad essere calpestate e i fari illuminare ad aeternum il suo importante lascito”.

“Nel giorno della scomparsa di Franco Dionesalvi, registriamo, purtroppo, un’altra grave perdita per la nostra città e per la cultura cosentina, a causa della scomparsa anche di Antonello Antonante, amico e storico fondatore del Centro Rat-Teatro dell’Acquario”. Lo ha affermato il Sindaco Franz Caruso in un messaggio di cordoglio diffuso dopo aver appreso la notizia. “Desta stupore e meraviglia – sottolinea il primo cittadino – che tutto sia accaduto nello stesso giorno, considerato il rapporto di particolare amicizia e di grande collaborazione che è sempre esistito tra questi due nomi importanti della cultura della nostra città. Diventa quasi incredibile credervi. Antonello Antonante, uomo di teatro a tutto tondo – ha aggiunto Franz Caruso – ha attraversato le diverse professioni del palcoscenico: attore, regista, organizzatore, drammaturgo, direttore artistico. Per Cosenza è stato artefice di particolari colpi ad effetto ed ingaggi singolari, portando nel teatro di via Galluppi i nomi più significativi del teatro di ricerca: da Giorgio Barberio Corsetti a Remondi e Caporossi, tanto per citare solo alcuni di questi artisti. Fu anche tra i promotori dell’arrivo a Cosenza, nel 1988, di Dario Fo, cui il Centro Rat dedicò un vero tributo con la messa in scena, ma al Cinema Teatro Citrigno, del testo per eccellenza del premio Nobel “Mistero Buffo”. Antonello Antonante fu anche direttore artistico del Teatro “Rendano” di Cosenza, dal 2007 al 2011 e che aspirava a trasformare in un cantiere teatrale in movimento ed in laboratorio permanente, in grado di funzionare tutto l’anno e non solo durante le stagioni di lirica e prosa. Anche per lui studieremo un modo per ricordarlo adeguatamente”.

Il Sindaco Franz Caruso ha poi espresso a Dora Ricca, compagna di Antonello Antonante, nella vita e dietro le quinte, alla figlia Renata che ha ereditato dai genitori il fuoco sacro del teatro, le più sentite condoglianze. Un pensiero particolare e sentimenti di sincera vicinanza il Sindaco ha, inoltre, indirizzato a tutta la famiglia del Centro Rat-Teatro dell’Acquario.

Al Teatro dell’Acquario il grande ritorno di “Giufà e il mare”

COSENZA – Venerdì 22 marzo e sabato 23 alle 20.30 torna al Teatro dell’Acquario a vent’anni dal suo debutto, lo spettacolo “Giufà e il mare” da Calvino ai racconti popolari arabi della compagnia Centro RAT/Teatro dell’Acquario diretta da Antonello Antonante.

Lo spettacolo, che ad oggi conta circa 800 repliche, è vincitore di numerosi premi e riconoscimenti  tra i  quali il Festival Nazionale di Teatro Ragazzi di Padova, il Primo Premio Città di Barletta, Il Premio “Pinocchio” di Salerno, Il “Ramoscello d’oro” per la migliore produzione a Tunisi ecc.

“Giufà” è stato rappresentato prevalentemente per un pubblico di bambini, ma non sono mancate le repliche  in abbonamento nei teatri  e le rappresentazioni in rassegne estive all’aperto come il Festival internazionale di Teatro Ragazzi di Porto Sant’Elpidio,Intermundia a Roma, Burattini Opera Festival di Pesaro, Teatri in città di Caltagirone (CT), Una città per gioco di Vimercate (MI) ecc.

Sono state toccate  città come Palermo, Napoli, Catania, Cagliari, Reggio Calabria, Messina, Roma, Firenze, Pescara, Bologna, Treviso e tante altre.Ovunque le storie che il cantastorie racconta hanno affascinato lo spettatore, ed hanno rappresentato un’autentica scoperta di una tradizione orale che  purtroppo sta scomparendo.

Giufà è infatti un protagonista della narrativa popolare, un personaggio che appartiene alla tradizione orale  di molti popoli del mediterraneo.La sua personalità offre molte facce, lui è senza dubbio lo sciocco per antonomasia, ma riesce sempre a dimostrare di essere anche furbo, astuto, saggio, ironico. Di chiara derivazione araba, è presente in molti racconti popolari del nord Africa, della Romania, di Malta, dell’Albania ecc. ma anche del Lazio, della Toscana fino ad arrivare alla nostra Calabria dove è conosciuto con il nome di Jugali. Una figura popolare che affonda le radici nella notte dei tempi, che ci dimostra che tra diverse razze, lingue e religioni, c’è comunque una matrice comune : la cultura mediterranea.

Nella sua comicità, nel senso del ridicolo delle sue avventure, si può cogliere  l’aspetto più interessante del personaggio, la sua iniziale ed apparente stupidità  si ribalta negli altri protagonisti, facendo emergere in lui il ruolo dell’astuto, dell’abile furbo e perfino del saggio. Solo lui infatti riesce a prendersi gioco del potere, a sfruttare il paradosso, spiazzando l’avversario con continui capovolgimenti  svelando di volta in volta la cattiva coscienza, l’ipocrisia, l’arroganza e persino la stupidità del potere.

Tutto il pubblico, si è lasciato suggestionare negli anni dal fascino del racconto, dalle storie divertenti, aiutati senza dubbio dal bravo attore/musicista  Maurizio Stammati, nel ruolo del cantastorie, e dal suo compagno di viaggio e  altrettanto bravo suonatore di organetto, Dilva Foddai, che esegue i brani composti da Ambrogio Sparagna, musicista ed etnomusicologo tra i più noti ed affermati in Italia.

Con le tecniche del teatro di figura, pupazzi, burattini ed ombre, si completa la magia di questo spettacolo, che  sempre, ovunque  sorprendentemente riesce ad incantare grandi e piccini.

Le “GenerAzioni Giovani” vanno a teatro

teatro morelliCOSENZA(CS)Sarà presentata mercoledì 16 settembre, nel corso di una conferenza stampa in programma alle ore 12,00 nel Chiostro di San Domenico, l’edizione 2015-2016 del Progetto di educazione al teatro “GenerAzioni Giovani”, riservato alle scuole cittadine e della provincia, dalla scuola dell’infanzia fino alle scuole secondarie di primo e secondo grado, con il dichiarato obiettivo di avvicinare le nuove generazioni al teatro.Il Progetto “GenerAzioni Giovani”, promosso dal Centro Rat-Teatro dell’Acquario insieme al Comune di Cosenza, all’Ufficio Scolastico Regionale, alla Fondazione Carical e al Comitato provinciale dell’Unicef, mantiene il tratto caratteristico di contenitore suddiviso in più sezioni: dalla rassegna teatrale della domenica pomeriggio , “Famiglie a teatro”, che quest’anno giunge alla sua diciassettesima edizione, all’iniziativa “Scuole a Teatro” , a due progetti speciali, uno sulla prima guerra mondiale e l’altro sulla memoria, con, in aggiunta, la riproposizione del laboratorio “Scopriamo il teatro”, per le scuole di ogni ordine e grado. Tutti gli spettacoli si terranno al Teatro “Morelli”.Nei prossimi giorni sarà in giro per la città un attore vestito da Grilletto, il simbolo consolidato di “Famiglie a Teatro”, per promuovere la campagna abbonamenti.Alla conferenza stampa di mercoledì 16 settembre parteciperanno l’Assessore al Teatro e allo spettacolo di Palazzo dei Bruzi Rosaria Succurro, la curatrice e responsabile del Progetto “GenerAzioni Giovani” Dora Ricca, il direttore artistico del Centro Rat-Teatro dell’Acquario Antonello Antonante, il Presidente della Fondazione Carical Mario Bozzo e la delegata del Comitato Provinciale Unicef Emanuela De Cicco.

Il Teatro dell’Acquario chiude il sipario. Intervista a Dora Ricca

L’irreparabile ha ormai raggiunto il suo unico e deludente obiettivo; l’inadempienza, l’immobilità e il disinteresse delle Istituzioni hanno bussato alla porta del Teatro dell’Acquario entrando in possesso dell’intera struttura, l’indolente apatia della Regione Calabria ha seminato lo sconforto tra Antonello Antonante, Dora Ricca, Maria Scalese e l’intera città di Cosenza.

Non sono bastate petizioni, conferenze, incontri, manifestazioni di solidarietà da parte degli enti locali; tutto purtroppo diventa irrimediabilmente nulla di fronte a delle Istituzioni che lanciano il sasso e tirano via la mano. Mesi di parole, interviste, articoli tramutatisi di colpo in assordante silenzio, in un’afasia che però ha lavorato di soppiatto alla stessa stregua delle talpe che scavano il terreno fino a far crollare anche le fondamenta dell’edificio più solido.

È così che ha lavorato la Regione Calabria, contentini, promesse strappate e mai concretizzate, possibilità abortite ancor prima del concepimento e poi sfociate, senza un benchè minimo preavviso, in una lettera firmata dal giudice che convalida lo sfratto del Teatro e di tutti coloro che ci lavorano.

Ebbene sì, l’Acquario deve abbandonare la sua umile dimora che, da 32 anni a questa parte, ha visto passare dalle sue seggiole rosse intere generazioni mentre Antonante e il resto del “team” sono considerati rei perché morosi nei confronti del proprietario dello stabile. Si parla di circa 43 mila euro soldi che i teatranti, a loro volta, avanzano dalla Regione. Ma allora di cosa stiamo parlando? Di un cane che si morde la coda ormai infetta e di un teatro che chiuderà il suo sipario e permetterà alla polvere di impadronirsi delle sue preziose “tavole”.

La parola a Dora Ricca scenografa/regista del Teatro dell’Acquario che, con molta incredulità, ci fa guardare l’accadimento attraverso i suoi occhi.

 

Dopo l’allarme lanciato quest’inverno, la petizione firmata e sottoscritta da molti, la solidarietà dilagante qual è stata la risposta delle Istituzioni?
C’è stata una grande risposta formale ma non sostanziale, infatti siamo qui con lo sfratto esecutivo.

L’Acquario questa volta sta per chiudere definitivamente il suo sipario ma durante una conferenza del 5 marzo, in cui si è cercato di mettere in ordine le idee, si è parlato di un bando pubblicato sul sito della Regione per imprese con attività storicizzata. Che fine ha fatto quest’opportunità?
Al bando abbiamo partecipato e lo abbiamo anche vinto, ma per i vincoli che aveva, non è stato possibile inserire il Teatro dell’Acquario, quel finanziamento è finalizzato esclusivamente al progetto GenerAzioni Giovani.

A pochi giorni dall’inizio della stagione di “Famiglie a Teatro” vi è pervenuta la lettera del giudice. Il 20 novembre vi sarà confermato lo sfratto esecutivo, avete già

Dora Ricca

pensato ad un modo per contrastare l’irreparabile oppure non c’è soluzione alcuna?
Stiamo valutando e acquisendo una serie di informazioni, certo pubblicizzeremo l’episodio, ritenendo il Teatro dell’Acquario un patrimonio delle città, della regione e del Teatro Italiano.

Fino alla data sopracitata continuerete a portare avanti le vostre produzioni fonte di crescita e apprendimento per l’intera città?
Sicuramente si,il nostro lavoro continua come prima, anche perchè portiamo sempre a compimento gli impegni presi.

Nella lettera si parla della vostra morosità nei confronti del proprietario dello stabile. Ma da quando e quanti soldi avanzate ancora dalla Regione Calabria?
La Regione ci deve i contributi dal 2011, per un totale di circa 90.000 euro.

Se potessi utilizzare il nostro giornale come tramite per rivolgere un appello cosa diresti alle inermi ed invisibili Istituzioni?
Non abbiamo bisogno di sfogarci, solo rimaniamo attoniti di fronte a tanta indifferenza e poca lungimiranza politica. Vorrei aggiungere, per chiarezza, che una politica distratta non ci ha consentito di partecipare per ben 4 anni ai bandi POR, dopo che per tanti anni abbiamo noi stimolato ed avviato tanti giovani al teatro.

Pochi mesi fa Antonello Antonante parlava di una stagione sospesa, di un foglio bianco da appendere all’entrata dell’Acquario con la speranza che un giorno si potesse riscrivere. Alla luce di tutti questi avvenimenti oggi che significato acquisisce il fatidico foglio bianco?
Una conferma del nostro ottimismo di fronte a questa assurda realtà.

Annabella Muraca

 

 

 

 

All’Acquario si tirano le fila di una stagione che non c’è

Cosenza – Il teatro dell’Acquario naviga su una zattera precaria e “scivolosa”; dopo 32 anni di lavoro, progetti, fatica e successi le “tavole” del teatro rischiano di impolverarsi e il suo sipario rischia di chiudersi e di non riaprirsi più.

È proprio per evitare che le difficoltà del teatro, e di chi lo vive, cadano nel dimenticatoio che, questa mattina nel Bistrot dell’Acquario, si è tenuta l’ennesima conferenza stampa indetta da Antonello Antonante, direttore artistico, con la speranza di riuscire a tirare le fila di questo complesso limbo che più si attraversa e più riporta alle Regione Calabria e alla sua indolente ed imperterrita incapacità di modificare la legge n°27 del 26 aprile 1995 che impedisce alle cooperative di partecipare ai bandi Por.

Antonante ha esordito ricordando il sostegno ricevuto in questi mesi e quantificando le firme apposte per sottoscrivere la petizione “salva teatro” che, in poco tempo, sono cresciute a dismisura fino a raggiungere quota 2.200; si continua poi con una carrellata di ringraziamenti rivolti alla Fondazione Carical, all’associazione Libera, al teatro Stabile di Calabria, al Comune di Cosenza, al Sindaco Mario Occhiuto e ai Consiglieri Regionali Sandro Principe, Francesco Talarico, Ferdinando Aiello e Gianpaolo Chiappetta. Balza subito agli occhi, e alle orecchie, che tra i ringraziamenti elargiti ne manca volutamente qualcuno e infatti Antonante si appresta ad affermare “Tra gli enti da me ringraziati non c’è né la Regione che tace e tace da sempre né la Provincia con cui, però, dobbiamo ancora avere un incontro”.

Le acque si sono un po’ mosse dunque ma non abbastanza da creare un maremoto irrefrenabile; le onde sono ancora piccole creste di schiuma che faticano ad ingrandirsi e il vento non si è ancora alzato adeguatamente per spiegare le vele e spingere, così, la zattera fino a terra ferma.

Giacché le “campane” sono tante ma gli espedienti sempre troppi pochi, Antonante, nel mentre della conferenza stampa, si è posto delle domande e ha cercato di proporre tre soluzioni alternative “realizzare una cordata degli enti pubblici con la Fondazione Carical capofila, optare per un azionariato popolare intorno al Teatro dell’Acquario oppure propendere per una sorta di open space”.

La conferenza è stata poi conclusa da Geppino De Rose, assessore all’innovazione al Comune di Cosenza, “ho l’impressione che ci sia un clima di rassegnazione” – ha affermato – “ma attenzione perché dobbiamo dare fondo alle ultime energie e fare “clima”. Bisogna immaginare nuovi spazi di progettazione e il Comune è dalla vostra parte. Il “clima” è la premessa per strategie vittoriose, bisogna parlare di progettazione e non di funerali”.

E intanto sul sito istituzionale della Regione Calabria è stato pubblicato un bando per le imprese che godono di attività ormai storicizzate. Che sia forse questa la risposta della Regione a tutti i problemi dell’Acquario e delle cooperative in genere?

Annabella Muraca

Il teatro dell’Acquario non deve chiudere il suo sipario. Intervista al direttore artistico Antonello Antonante

Cosenza – Trentadue anni di lavoro e amore per l’arte, trentadue anni di programmazione ininterrotta al Teatro dell’Acquario, trentadue anni di passione per la cultura, per la partecipazione e la condivisione; sì trentadue anni che sulla carta sono numeri, semplici , insignificanti ed asettici numeri ma che per chi li ha vissuti rappresentano molto di più. Trentadue anni sono 11.680 giorni di esperienze, di fatica, di studio, di nuovi progetti e di costanti riconferme da parte di un pubblico attivo che ha permesso all’Acquario di divenire centro propulsore della cultura e dell’arte, trentadue anni sono quasi una mezza vita vissuta in pieno e che ora rischia di cadere nell’oblio e nella dimenticanza.

Il teatro dell’Acquario rischia di chiudere per l’incuranza e la sordità della Regione Calabria che continua imperterrita ad eludere le richieste di “aiuto” di Antonello Antonante, direttore artistico del teatro, e di tutta la sua “squadra”. I fondi per la cultura sono sempre i primi ad essere tagliati e a queste difficoltà, cui per molto tempo il Centro R.A.T. (Ricerche Audiovisive e Teatrali) ha cercato di sopperire, si aggiunge l’impossibilità di partecipare, in quanto cooperativa, ai bandi Pon Cultura pubblicati dalla stessa Regione Calabria. Le risorse sono dunque terminate, la possibilità si è trasformata in impossibilità e si è stanchi di lottare come il Don Chisciotte contro i mulini a vento; il teatro dell’Acquario sta per chiudere il sipario ed è arrivato il momento di insorgere, di alzare forte la voce perché se con la cultura si riesce ancora a vivere con l’ignoranza si crepa.

I libri, il teatro, le biblioteche, le università, le scuole sono le nostre armi; lucidiamole, affiliamole e usiamole perché armati di cultura diventiamo padroni di noi stessi e schiavi di nessuno.

La parola ad Antonello Antonante, direttore artistico del teatro dell’Acquario, che ha molto da dire e, sicuramente, ancora di più da insegnare.

L’8 Novembre 2012 c’è stata la presentazione del progetto “Isole in rete” a cui, “virtualmente”, ha partecipato anche l’Assessore Regionale alla Cultura Mario Caligiuri che ha affermato “Il Centro R.A.T. è una realtà importante e significativa per Cosenza e per la Calabria e, come membro della Giunta, dichiaro che è possibile diventare partner di tutti i progetti che l’Acquario vorrà sperimentare” dove sono finite queste promesse?

Il Centro R.A.T. ha sempre avuto la vocazione di confrontarsi con il resto dell’Italia e dell’Europa e il progetto “Isole in Rete” ne è la riprova. Io penso che l’intervento di Caligiuri sia stato più che una promessa una formula dialettica in “politichese”; è vero che le cooperative non trovano collocazione nei POR e ciò è un’eredità che Caligiuri si è trovato a portare avanti ma, è pur vero, che in tre anni si poteva lavorare per trovare una soluzione adatta.
Dico ciò perché il Centro R.A.T., che gestisce il Teatro dell’Acquario, ha subito un taglio dell’80% da parte della Regione e tutte le limitazioni del Centro vengono subite, di conseguenza, dal teatro stesso. Per ciò che riguarda la protesta cerchiamo di creare una mobilitazione per promuovere un dialogo “vero” sulla situazione culturale della nostra regione e le domande da porsi a riguardo sono tante.

Quali potrebbero essere, secondo lei, le soluzioni da adottare per risollevare le sorti dell’Acquario?

La situazione più semplice è ripristinare i contributi che il Centro R.A.T. riceveva fino a tre anni fa; dopo di che sarebbe auspicabile individuare uno strumento che permetta al Centro e al teatro dell’Acquario di continuare ad essere quel punto di riferimento che è stato fino ad ora.

L’Acquario è diventato una realtà fondamentale per giovani e meno giovani che cercano riparo nella cultura. Il Teatro è sinonimo di partecipazione, di creatività e di condivisione ma nonostante ciò la Regione, che ha il compito di salvaguardavi, vi misconosce come centro propulsore di cultura e sapere. Come spiega questo paradosso?

Il teatro è un progetto completo e complesso che prevede la produzione, la programmazione, la promozione e la formazione. In questi 32 anni (il teatro è stato inaugurato l’8 Marzo 1981) il teatro dell’Acquario ha guadagnato sul campo la sua credibilità artistica, creativa e professionale programmando delle stagioni con le compagnie più importanti del panorama italiano, nazionale, grazie ad ospiti come Dario Fo, Franca Rame e Paola Borboni, e anche internazionale.
Il teatro dell’Acquario sicuramente è diventato un presidio importante per la comunità cittadina e regionale ma anche un punto di riferimento a livello nazionale. Avendo noi la consapevolezza di aver lavorato sempre con passione, dedizione, impegno e professionalità questa tua domanda dovresti girarla ai politici regionali che avrebbero il dovere istituzionale di promuovere e salvaguardare le “eccellenze” della regione; il Centro R.A.T./Acquario è certamente una struttura consolidata, storicizzata e di eccellenza.

Da giorni circola in rete una petizione e molti cittadini sono in continua mobilitazione per salvare un pezzo di storia della città Bruzia. Quanto questo attivismo riesce a rincuorarvi e, soprattutto, quanto riuscirà a smuovere le istituzioni?

Non so quanto tutto questo attivismo riesca a smuovere le istituzioni ma colgo comunque l’occasione per ringraziare tutti coloro che ci stanno dimostrando affetto e simpatia.

La stagione teatrale non si farà e in bacheca campeggia un foglio bianco, vergine, immacolato. Cosa simboleggia per voi quel foglio?

L’altra mattina affiggendo alla bacheca il manifesto bianco non nego di aver provato un po’ di tristezza ma poi, guardandolo meglio, mi sono reso conto di quanto fosse bianco e mi sono rincuorato perché ho preso coscienza del fatto che su un foglio bianco si può riprendere a scrivere e a raccontare. Il foglio bianco è dunque simbolo di una stagione che non ci sarà ma anche segno di una nuova avventura da cominciare.

Annabella Muraca

La nudità… la nostra identità!

Cosenza – La Mujer Invisible, ultimo spettacolo del progetto Isole in Rete, è stato messo in scena, ieri pomeriggio, al Teatro dell’Acquario che, in questo mese, ha visto tra le sue quinte e il suo palco un susseguirsi di attori e ballerini con produzioni allettanti ed innovative. Con la compagnia Provisional Danza di Madrid si chiude così il cerchio e si pone fine alla complessa, tortuosa e spinosa ricerca dell’identità, della propria essenza, del proprio io. Uno spettacolo intenso fatto di corpi, parole e musiche; corpi che volteggiano, si muovono all’unisono e poi si scorporano, corpi che si inseguono, si sfiorano, si cercano mettendo in scena amori, affetti, relazioni fatte di presenze e spesso anche di molte assenze impreviste, dolorose e, a volte, necessarie.

Una compagnia che ha fatto della semplicità e del sentimento il proprio stile di ballo e di vita; quattro uomini e tre donne hanno calcato le “tavole” del teatro con l’intenzione di mettere da parte tecnica e virtuosismi e lasciare ampio spazio all’anima, al sentimento, al cuore di chi, con il solo ausilio del proprio corpo, riesce a comunicare la propria identità; un’identità piena, chiara e cristallina come l’acqua pura ed incontaminata che sgorga dalla sorgente.

I ballerini hanno deciso di mettersi a nudo e mostrare la propria pelle, il proprio corpo; un nudo non proprio metaforico perché il corpo di ballo ha deciso realmente di abbandonare, in diversi momenti della coreografia, le proprie gonne, le proprie maglie, i propri pantaloni e mettere in evidenza i propri corpi longilinei e vigorosi; un nudo mai volgare, mai osceno perché abbellito dai movimenti leggeri, docili e soavi del corpo. Si è detto no agli abiti diventati ormai involucri di pelle artificiale atti a contenere le proprie insicurezze, i propri difetti, il proprio illusorio moralismo, la propria falsa castità che in privato si trasforma in immorale oscenità; è arrivata l’ora di spogliarsi, di mostrare realmente sé stessi, di tornare nel giardino dell’Eden perché nudi siamo nati e nudi ritorneremo. Bisogna dunque mostrare la rosea pelle è questo il nostro involucro naturale, il nostro abito da sera, da giorno, il nostro abito preferito; è il nostro corpo, con le sue miriadi di peculiarità e di difetti, che definisce la nostra identità.

Termina così un viaggio fatto di spettacoli e compagnie diverse; quattro produzioni e quattro differenti modi di approcciarsi al pubblico, all’arte, alla tematica dell’identità; quattro viaggi dissimili ma mai banali o scontati, quattro diverse letture del nostro essere o, forse, del nostro non essere più.
“È così che si conclude” – afferma il direttore artistico del Teatro dell’Acquario Antonello Antonante – “un’esperienza molto forte per noi e spero e penso anche per gli spettatori. Vi do appuntamento al prossimo anno con un nuovo progetto che vedrà coinvolte 12 città europee. Vi ringrazio molto per la vostra presenza e per il vostro sostegno”

Annabella Muraca