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Conad Lamezia, Aprile suona la carica

LAMEZIA TERME (CZ) – L’inizio di stagione non è stato quello desiderato. Due sconfitte nette contro Livorno e Mondovì, nessun punto e nessun set conquistato per la Conad Lamezia. Le difficoltà di questo avvio hanno inevitabilmente avuto ripercussioni sul giovane gruppo lametino, costretto a macinare chilometri su chilometri per allenarsi quotidianamente e ancor di più per poter giocare in “casa” nella lontana Corigliano.

Lungi dal cercare alibi esterni al campo Samuele Aprile prova ad analizzare cosa non abbia funzionato invece nei 9 metri 

«Sicuramente con maggiore impegno in campo avremmo potuto portare a casa qualche punto nelle prime due gare. Sapevamo – riconosce il classe ’97 centrale giallorosso – che non sarebbero state partite facili ma nessuna partita sarà facile per noi se non diamo tutti il 100%. Dobbiamo lavorare sempre al massimo perché nessuno ci regalerà niente».
Conad da rivedere sotto molti aspetti anche se, per il centrale di Cinquefrondi, l’aspetto più importante è soprattutto il carattere 
«Dobbiamo migliorare in tutti i fondamentali ovviamente ma innanzitutto dobbiamo migliorare l’atteggiamento in campo. Il carattere non può mancare da parte di nessuno, soprattutto in una squadra giovane come la nostra. Per noi esordienti in serie A c’è la voglia di dimostrare di poterci stare e di meritarcela, ma possiamo farlo solo con la massima determinazione e con la cattiveria necessaria per superare tutte le difficoltà».

Aprile, alla sua prima esperienza in A2 prova a fare anche un primo bilancio del suo personale inizio di stagione

«Inizio molto negativo personalmente, sapevo che avrei fatto molto fatica e così è stato. In A2 ci sono altezze e velocità diverse e faccio ancora molta fatica. Continuerò a dare il massimo in allenamento perché devo migliorare molto».
Archiviate le sconfitte contro Livorno e Mondovì, il calendario propone ai giallorossi 3 sfide insidiosissime nel giro di una settimana. Domenica 28 si giocherà a Potenza Picena, quindi doppio turno “casalingo” ancora lontano da Lamezia contro Brescia (giovedì 1 novembre) e Santa Croce (domenica 4 novembre).
«Affronteremo tre gare contro tre squadre candidate a stare nei piani alti della classifica, noi dovremo dare il 200% per provare a conquistare qualche punto per la nostra classifica che al momento piange e per cominciare ad acquisire fiducia in noi stessi».

Oliverio incontra Gentiloni, ad aprile il Presidente del Consiglio in Calabria

CATANZARO – Il Presidente della Giunta Regionale, Mario Oliverio, ha incontrato questa mattina il Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Paolo Gentiloni, con il quale ha svolto una disamina della situazione della Calabria e, in particolare, delle maggiori emergenze economico-sociali e delle attività in corso per dare impulso allo sviluppo occupazione e produttivo della nostra regione.

Tra i principali problemi affrontati una particolare sottolineatura è stata dedicata al tema del sistema degli investimenti produttivi, alle infrastrutture e al ruolo del porto e dell’area di Gioia Tauro.

Al termine del cordiale colloquio, Il Presidente  Oliverio ha invitato il Presidente Gentiloni a visitare la nostra regione.

Un invito che il premier ha immediatamente accolto, annunciando una sua visita in Calabria per il prossimo mese di aprile.

Il Presidente Oliverio. infine, ha incontrato nel pomeriggio il Ministro alle Infrastrutture, Graziano Delrio, con il quale ha affrontato i problemi connessi al superamento delle difficoltà emerse nell’iter di realizzazione del progetto relativo al Macrolotto 3 Sibari-Roseto, le problematiche del rilancio del sistema aeroportuale calabrese alla luce dell’avvenuta aggiudicazione alla Sacal delle gestioni degli aeroporti di Crotone e Reggio Calabria e alla messa in attività dell’agenzia portuale di Gioia Tauro.

Cosenza, applausi per “Terroni” al Rendano. Soddisfatto Falbo

COSENZA – «Quando la risposta del pubblico è come quella di ieri, per di più in una serata di un giorno infrasettimanale con un temperatura rigida che invitava a starsene a casa, non si può che esprimere enorme soddisfazione per il successo ottenuto dallo spettacolo teatrale “Terroni”, tratto dal libro del giornalista Pino Aprile, andato in scena al Teatro “Rendano” di Cosenza». Il consigliere comunale Andrea Falbo si esprime così sulla rappresentazione dello spettacolo apprezzato da molti per il suo elevato contenuto storico-culturale.
«La risposta del pubblico è stata sorprendente – ha sottolineato il consigliere Falbo – nella misura in cui si è percepito, per la straordinaria partecipazione, che si sta creando, attorno alle problematiche sollevate dal testo di Aprile ed ora riprese dallo spettacolo dell’ottimo attore cosentino Roberto D’Alessandro, un movimento di opinione volto al ripristino di quelle verità storiche legate all’Unità d’Italia  ed al superamento, una volta per tutte, della Questione Meridionale, per la realizzazione  concreta, e non a parole, di un Paese più giusto e più equo».
Particolare soddisfazione il consigliere Falbo ha, inoltre, espresso per la massiccia presenza anche degli studenti nella matinée che ha preceduto ieri la messa in scena serale al “Rendano”. «Se 500 studenti appartenenti agli istituti comprensivi della città, alcuni dei quali provenienti anche dalla provincia – ha detto ancora Falbo – gremiscono il Rendano, ciò significa che il messaggio lanciato da Pino Aprile con il suo libro ed ora ripreso dall’ottimo Roberto D’Alessandro, attore e regista cresciuto alla scuola di Gigi Proietti, ha colto nel segno, suscitando un desiderio di conoscenza rispetto ad avvenimenti che la storia ufficiale non sempre ha presentato in maniera nitida». Falbo ha poi avuto parole di apprezzamento anche nei confronti di Mariano Perrella e del gruppo musicale “Cantannu cuntu” di Acri che hanno assicurato la colonna sonora live, di impronta meridionalista, dello spettacolo.

Guccione e Laratta in visita all’azienda Percacciante, vittima di intimidazioni mafiose

azienda percaccianteSIBARI (CS)- “In Calabria è in corso una forte aggressione della criminalità organizzata contro le aziende agricole. Vogliono spaventarle e poi controllarle. Gli imprenditori resistono, sanno che non possono e non devono cedere, ma spesso pagano prezzi altissimi. Lo Stato non può lasciarli da soli a lottare. Occorrono misure efficaci di prevenzione e repressione, occorre il sostegno delle istituzioni regionali e nazionali verso gli imprenditori colpiti”.
E’ l’allarme lanciato da Franco Laratta e Carlo Guccione, in visita all’azienda Percacciante, vittima di un atto intimidatorio di stampo mafioso, nella piana di Sibari. L’azienda ha subito un incendio doloso che ha distrutto il capannone con tutti gli automezzi dell’azienda causando un danno di circa 1,5 milioni di euro, mettendo a rischio il raccolto e gli oltre 150 posti di lavoro stagionali. Preoccupazione  e sgomento in una zona vittima da sempre di simili attacchi che rimangono il più delle volte impuniti.

Panacunaimba: Michele D’Ignazio presenta il suo ultimo libro edito da Rizzoli

12936660_587612678086490_8845007298615583182_nMartedì 12 aprile alle 16.00 presso l’Aula Magna dell’ I.C. “P.E. Murmura” di Vibo Valentia, lo scrittore Michele D’Ignazio presenterà il suo ultimo, attesissimo lavoro: “Pacunaìmba. L’avventuroso viaggio di Santo Emanuele” edito da Rizzoli. Il libro racconta di giovane aiutante del sindaco di Lancastre che in alla ricerca di un prezioso voto, in vista delle imminenti elezioni, di un suo parente, si reca in Brasile. Un viaggio avventuroso, tra gli imponenti alberi delmato e le baracche di fango e di lamiera delle favelas, si rivela uno specchio magico che riflette un’immagine nuova di Santo Emanuele, molto diversa da quella che ha sempre visto. Prenderanno parte all’incontro il dirigente Scolastico Pasquale Barbuto,Gilberto Floriani e Francesca Galati. Protagonista, lo scrittore, giovane cosentino autore di “Storia di una Matita”, giunto all’ottava ristampa.

 

Io D’amore Non Muoio: all’ Unical il libro sul femminicidio di Arcangelo Badolati

unical 2Ipazia D’Alessandria, Olympe de Gouges, Giovanna D’Arco, Artemisia Gentileschi. E poi ancora  Roberta Lanzino, Maria Rosaria Sessa, Fabiana Luzzi. Donne di ieri come di oggi. Vittime della loro intelligenza, del loro desiderio di libertà, di una dignità morale che non si piega alla volontà del maschio. Su loro e sulla loro tragica morte, Arcangelo Badolati, giornalista e autore del libro “IO D’AMORE NON MUOIO”, intesse pagine e pagine d’emozione, come direbbe il procuratore Vincenzo Luberto ospite il 6 aprile della conferenza all’Università della Calabria, indetta per promuovere il libro. Un incontro dai toni forti, emotivamente toccanti, destinato a giovani platee di uomini, creature “capaci dei più grandi slanci, come delle più grandi brutture” e a giovani platee di donne, perché non si arrendano mai a ciò che intere società, nei secoli dei secoli, hanno scelto per loro.

A raccontare, con urlata passione, il suo saggio, lo stesso autore, che in lungo excursus storico, attraversa la vita e la storia di quante, in quel loro destino beffardo che le ha condannate in qualità esseri femminili, hanno trovato la peggiore delle morti. Donne strappate alla vita con forza, bruciate, accoltellate, lapidate, fatte  a pezzi. A loro, per le quali non sembra essere esistita alcuna pietà, trattate come schiave, oggetti sessuali da gestire, inanimate creature vittime della follia umana, sono riservati fiumi accorati di appelli al cambiamento sociale, culturale, alla decostruzione di vecchie mentalità.

A presenziare l’incontro, oltre all’autore e alla giornalista Federica Montanelli, curatrice della parte artistica del testo, Cinzia  Falcone, presidente dell’Aimed, Mario Luzzi, padre di Fabiana Luzzi, bruciata viva dal fidanzato a soli 16 anni,  e Vincenzo Luberto, procuratore antimafia Catanzaro. Ed è proprio quest’ultimo, in un intervento che desta  perplessità,  profondo conoscitore del sistema ‘ndrangheta, che invita a rinnegare l’emozione in funzione di una conoscenza maggiore del cambiamento in atto della società. Sulle donne e sul loro ruolo variegato che passa dal concetto di merce di scambio, a quello di creatura affetta da fragilità, è imperniato il suo discorso che chiude inneggiando all’autonomia e all’indipendenza. Un disincanto apprezzabile, se non fosse per il dolore sordo di un padre a cui hanno tolto la giovane figlia nel peggiore dei modi. Lui, Mario Luzzi, chiuso nel suo mesto silenzio, prende la parola  solo per chiedere giustizia e pene più severe. “Quelli per cui ci emozioniamo stamattina, non sono proprio fattarelli”, sentenzia. Qualcuno, potrebbe mai dargli torto?

 Lia Giannini

NexTv chiude con Monica Leofreddi: Dal mondo dello spettacolo all’industria televisiva

monica Leofreddi“Ci sono donne che amo, che ho amato e che amerò e poi c’è lei, che è un’altra cosa.”

Sono queste le parole che utilizza Lucio Presta per introdurre, nell’ultimo incontro del progetto NeXTv, la conduttrice di “Torto o Ragione”, Monica Leofreddi.  Un appuntamento ricco di “normalità”, a distanza di un anno dall’inizio, quando per la prima volta, in un teatro gremito di curiosi e affascinati dal mondo dello spettacolo, faceva il suo ingresso l’inaccessibile Bonolis. Un percorso fatto di ben quindici incontri, durante i quali, passo dopo passo, il mondo dello spettacolo si è trasformato nell’ industria dello spettacolo, attraverso un excursus di esperienze e talenti differenti, tutti accomunati dagli stessi valori professati, durante il corso, da Lucio Presta: l’importanza del sacrificio e dell’onestà.

E così, se ad inaugurare  il progetto al Teatro Dell’Acquario è stato un fuoriclasse della tv italiana, a chiuderlo è  la madrina della professionalità.Solare, simpatica, ironica, Monica Leofreddi è esattamente il contrario di ciò che appare in tv. Non una donna tutta di un pezzo, non una fredda professionista della tv di servizio che (svelerà ad uno dei ragazzi durante l’incontro) “in realtà non esiste, quantomeno nel senso classico del termine”, bensì una bella conduttrice, di quelle che nella vita hanno davvero cominciato per caso e che quel “caso” lo hanno sposato al pari di qualsiasi altro mestiere.  Esordisce prendendo in giro quello che, più che il suo manager,  appare come un vero amico, e racconta, ai ragazzi che la scrutano con attenzione, quanto nella realizzazione professionale di un sogno, contino più gli inizi che non le emozioni dei finali.

Genuina, naturale, talmente affabile ed “umana” che chiunque, guardandola, rivede un po’ di sé. Racconta dei suoi inizi in una piccola televisione locale, lei che, pur non essendo né laureata né giornalista, in questo mestiere, in cui dice di essersi ritrovata per caso, mette anima e cuore al punto da lasciare figli e famiglia, tre giorni a settimana, per andare a condurre la sua trasmissione al centro di Napoli. Lei che, ad un certo punto della vita, ha rinunciato alla sua carriera per amore della famiglia. Lei, che, nel parlare ai giovani che le rivolgono domande anche personali, non perde mai sorriso ed eleganza e li invita a non fidarsi dei pregiudizi o a credere negli stereotipi: “spesso ciò che sembra in un modo, è, in realtà, molto diverso”.nextv2

Alla fine dell’incontro, prima di congedarsi, invita i ragazzi a non mollare mai e augura loro di vederli un giorno, dal divano di casa, collezionare sogni e farsi strada in quello che, almeno per ora, apre le porte solo a quattro di questi. In futuro, chissà.

 

Lia Giannini