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In moto con mezzo chilo di cocaina, fermato presunto esponente clan

REGGIO CALABRIA – Era in sella ad una moto con a bordo oltre mezzo chilogrammo di cocaina. L’uomo però è stato fermato dalla polizia, dopo un primo tentativo di fuga ed è stato bloccato. Si tratta di Fabio Nirta, 41 anni originario di San Luca, nel reggino, considerato uno degli esponenti della cosca Nirta- Strangio, clan attivo nella cittadina.

A bloccarlo sono stati gli agenti del commissariato di Bovalino che, una volta perquisito gli hanno trovato un panetto di cocaina di 521 grammi. A seguito del fermo gli agenti hanno sottoposto a perquisizione anche l’abitazione del 41enne dove è stata rinvenuta una pistola Beretta calibro 9 e 150 cartucce. Per Nirta sono scattate subito le manette ed è stato condotto nel carcere di Locri. Adesso dovrà rispondere dei reati di detenzione e spaccio di droga e detenzione di arma clandestina.

Auto rubate, armi e un ordigno esplosivo scoperti nel vibonese

VIBO VALENTI – I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia hanno dato corso ad un’attività di controllo economico del territorio, con particolare riguardo al contrasto dei traffici illeciti nel Comune di Vibo Valentia che, dopo ore di perlustrazione, ha consentito di individuare, ben nascosto fra la fitta vegetazione, un recipiente contenente un ordigno esplosivo artigianale, una pistola industriale ed una pistola artigianale.

A poca distanza dalle armi, inoltre, i finanzieri hanno rinvenuto, ben occultate anch’esse dalla vegetazione, due autovetture rubate recentemente. Immediate le operazioni di perquisizione, che hanno visto impegnati, in sinergia con le fiamme gialle, i militari dell’Arma dei Carabinieri appartenenti al Comando
Provinciale di Vibo Valentia, al Comando Compagnia di Vibo Valentia, al Nucleo Cinofili di Vibo Valentia ed al Team Artificieri del Comando Provinciale di Catanzaro. La preziosa sinergia ha permesso il setaccio sistematico dell’area di interesse, mentre la competenza del Team Artificieri ha consentito la messa in
sicurezza dell’ordigno, assimilabile, a tutti gli effetti, ad un congegno bellico ad alto potenziale esplodente, fatto brillare sul posto.

 

Droga, armi, estorsione e tentato omicidio, blitz nel reggino

REGGIO CALABRIA – È in corso un’operazione dei Carabinieri di Reggio Calabria, coordinata dalla Dda, in esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare a carico di 45 persone ritenute responsabili a vario titolo di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico internazionale di droga, tentato omicidio, estorsione, porto e detenzione di armi, danneggiamento e altri reati.
La misura conferma in toto l’impianto accusatorio dell’indagine, avviata nel settembre del 2017 dal Nucleo investigativo del Gruppo Carabinieri di Gioia Tauro, che il 9 luglio scorso aveva portato al fermo di 32 persone. Oltre ai destinatari del fermo, fra gli arrestati figurano altre sette persone, non destinatarie del provvedimento del 9 luglio, con ruoli di rilievo in due cosche di Rosarno.
Dalle indagini emergono, in particolare, le responsabilità penali di quattro donne, che con le loro condotte hanno apportato, secondo l’accusa, un contributo sostanziale al perseguimento dei fini illeciti dell’organizzazione.

Tra le 45 persone arrestate stamattina dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria contro le cosche di ‘ndrangheta Cacciola e Grasso di Rosarno c’è  una criminologa, Angela Tibullo, di 36 anni, accusata di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, corruzione in atti giudiziari e intralcio alla giustizia. La criminologa, in particolare, grazie alla sua professione, riferiscono i carabinieri, “é risultata determinante nelle dinamiche associative e nel perseguimento degli interessi illeciti di alcune cosche di ‘ndrangheta”.

Immagine di repertorio

Operazione “Alba-Rosa”, armi, droga e ricettazione, blitz della polizia

REGGIO CALABRIA – Nelle prime ore della mattinata odierna, al culmine di articolate e complesse investigazioni condotte dalla Polizia di Stato e coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi (RC), è stata data esecuzione all’ordinanza di applicazione di misure cautelari nr. 3104/16 RGNR, 2494/16 RG GIP, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Palmi (RC) in data 24/07/2018, su richiesta di quella Procura della Repubblica, a carico di nr. 10 soggetti.

In particolare, il Commissariato di PS Taurianova, con il concorso della Squadra Mobile di Reggio Calabria e Prato, dei Commissariati di PS Gioia Tauro, Palmi, Polistena e dei Reparti Prevenzione Crimine Calabria, hanno tratto in arresto i seguenti indagati:

  1. ASCONE Luciano 47 anni di Cinquefrondi (RC)– arresti domiciliari – già detenuto in carcere per altra causa;
  2. CAMBRIA Raffaele 27 anni di Rosarno (RC)– arresti domiciliari;
  3. D’AGOSTINO Angelo 36 anni di Rosarno (RC)– custodia in carcere;
  4. FIUMARA Francesco 27 anni di Rosarno (RC)– arresti domiciliari;
  5. LUCA’ Giuseppe 30 anni – arresti domiciliari;
  6. MITRUSHI Vllasi (alias Orest) 33 anni – custodia in carcere – già detenuto in carcere per altra causa;
  7. PALAIA Benito 39 anni di Rosarno (RC)– arresti domiciliari;
  8. PAPASIDERO Francesco 38 anni di Rosarno (RC)– custodia in carcere;
  9. PEPÈ Salvatore 33 anni di Rosarno (RC) – custodia in carcere – già detenuto in carcere per altra causa;
  10. SCARFO’ Fabio 27 anni di Candidoni (RC) – custodia in carcere – già detenuto in carcere per altra causa.

ritenuti responsabili, a vario titolo, di:

  • Reati in materia di sostanze stupefacenti art. 73 del DPR 309/90;

e SCARFÒ Fabio più due altri soggetti nei confronti dei quali si procede a piede libero, di:

  • Tentata rapina;
  • Ricettazione;
  • Detenzione e porto illegale di arma da taglio [art.4 L 110/75]

 

Il provvedimento in questione è il risultato di complesse e laboriose indagini condotte dal Commissariato di PS di Taurianova, con il coordinamento di questa Squadra Mobile e supportate da numerosi presìdi tecnologici, confluite nell’informativa di reato redatta a carico dei soggetti di cui sopra.

L’Autorità Giudiziaria che ha emesso il provvedimento cautelare da eseguire ha accolto le risultanze investigative della Polizia di Stato che, grazie ad una mirata ed efficace attività di intercettazione, accompagnata da proficui servizi di polizia giudiziaria, hanno ricostruito puntualmente gli esiti delle attività di indagine esperite.

Infatti l’indagine veniva avviata in data 29.8.2016 a seguito di un tentativo di rapina perpetrato ai danni della banca Monte dei Paschi di Siena, filiale di Taurianova (RC) dove, nell’immediato venivano individuate le auto utilizzate dai correi per giungere sul luogo del delitto e – quindi – i proprietari ed utilizzatori delle stesse, individuati in tre uomini di Rosarno: Scarfò Fabio, D’agostino Angelo e Papasidero Francesco.

Le successive attività tecniche consentivano di acquisire elementi tali da ritenere configurata la responsabilità dei predetti per il delitto perpetrato a Taurianova, ma soprattutto permetteva di accertare come i soggetti in questione – in concorso con altre persone di Rosarno e dei paesi limitrofi – fossero impegnati in una notevole serie di attività delittuose, concernenti soprattutto lo spaccio di sostanza stupefacente.

Nel corso di tali attività gli indagati mantenevano contatti con soggetti dimoranti nel nord Italia, in Puglia, e financche con soggetti di nazionalità albanese, da qui il nome dell’operazione denominata “ALBA-ROSA”, con i quali organizzavano compravendite di sostanza stupefacente.

L’indagine non ha invero consentito di accertare la sussistenza di un’associazione unitaria che reggesse le fila dei traffici illeciti emersi, documentando piuttosto l’esistenza di singole trattative, singoli affari, a cui di volta in volta si interessavano solo alcuni dei soggetti indagati.

Sulla base delle risultanze dell’attività di indagine e a fondamento delle ipotesi accusatorie sono stati effettuati due riscontri fondamentali con gli arresti di SCARFÒ Fabio avvenuto a Torino nel corso del 2016, in quanto trovato in possesso di 1,049 kg di sostanza stupefacente del tipo eroina e di FALLETI Diego a Melicucco sempre nel 2016, in quanto trovato in possesso di circa 50 kg di sostanza stupefacente del tipo marijuana trasportata all’interno del proprio Fiat Doblò di colore bianco.

Al termine delle formalità di rito, i soggetti sono stati messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Carabinieri chiamati per sedare lite, arrestano uomo per possesso di armi

COSENZA – I Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile dipendente dalla Compagnia di Cosenza, nella notte appena trascorsa, hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, M.M., 33enne cosentino, con precedenti, per il reato di detenzione abusiva di arma clandestina, munizioni e ricettazione.

MILITARI INTERVENUTI PER SEDARE UNA LITE

Nello specifico i carabinieri, seguito richiesta di intervento per una violenta lite familiare tra l’arrestato e la propria convivente, hanno raggiunto l’abitazione  sita in via Guarassano dove, dopo aver calmato le parti, hanno compiuto una perquisizione domiciliare d’iniziativa rinvenendo, nascosta in una scatola posta nella caldaia sita in un terrazzo della camera da letto, una pistola revolver calibro 22, con matricola abrasa, marca BRNO made Czech con 8 proiettili inseriti pronti all’uso ed una scatola contenente altri 92 proiettili dello stesso calibro. Il tutto è stato  sottoposto a sequestro mentre l’uomo è  stato arrestato e tradotto presso la casa circondariale di Cosenza a disposizione della Procura bruzia.

Traffico di armi clandestine, 28 arresti nel reggino

REGGIO CALABRIA – E’ in corso dalle prime ore di questa mattina un’operazione della polizia di Stato, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, per l’esecuzione di 28 ordinanze di custodia cautelare (15 in carcere e 13 agli arresti domiciliari) nei confronti di altrettante persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di armi clandestine, collegata e funzionale alle attività della ‘ndrangheta. Sono in esecuzione anche otto obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.

Immagini di repertorio

Arsenale scoperto in un casolare, arrestato un uomo

CHIARAVALLE CENTRALE (CZ) – Un vero e proprio arsenale è stato ritrovato dai carabinieri nelle campagne del catanzarese. Un imprenditore agricolo è stato arrestato poiché nei casolari, e nei terreni di sua appartenenza, sono state rinvenute diverse tipologie di armi.

Arsenale,  rinvenuta anche un’arma da guerra

Erano presenti 12 detonatori, due fucili, di cui uno con matrice abrasa e l’altro risultato il provento di furto, un revolver con varie cartucce e 5 panetti di tritolo. Nel nascondiglio sono stati ritrovati, inoltre, anche una bomba a mano da guerra e alcuni metri di miccia a lenta combustione con tanto di accenditori. Il 50enne C.A. è stato accusato di detenzione illegale di armi da guerra e comuni, oltre al reato di ricettazione. L’uomo è incensurato e in attesa dell’udienza per la convalida (foto repertorio).

Droga, spaccio, detenzione illegale di armi e furto, blitz nel lametino

LAMEZIA TERME (CZ) – Dalle prime ore del mattino, nei comuni di Lamezia Terme, Pianopoli e Serrastretta, i militari del Gruppo Carabinieri di Lamezia Terme, supportati dal Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia, da personale della Compagnia di Intervento Operativo del Battaglione Calabria e da unità cinofile, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare (2 misure in carcere e 6 agli arresti domiciliari) emessa dal GIP del Tribunale di Lamezia Terme su richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di 8 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di spaccio stupefacenti  detenzione, porto e utilizzo di ordigni esplosivi,  detenzione illegale di armi e furto aggravato  La misura, che trae origine da una complessa indagine del Nucleo Investigativo del Gruppo e della Compagnia di Lamezia Terme, condotta tra maggio 2017 e gennaio 2018, ha permesso di documentare l’esistenza di una piazza di spaccio divenuta riferimento per tutto il comprensorio comunale. Marijuana e cocaina, questo il core business del gruppo criminale dal quale si rifornivano decine di soggetti tossicodipendenti. Gigliotti Mario, detto “Faina”, si occupava sia delle singole cessioni che di distribuire quantitativi maggiori che venivano poi smerciati dai suoi complici, organizzati nei minimi particolari. Guzel Oguz e Nicotera Pierfrancesco si occupavano della marijuana, Mascaro Giancarlo e Gigliotti Luigi della cocaina. Mesi di intercettazioni, riascolti, servizi di appostamento e di riscontro che hanno permesso di documentare gli appuntamenti in cui si parlava di droga, di prezzi, di dosi. Ci vediamo per una “birretta..”, questa la parola d’ordine al suono della quale, quasi quotidianamente, gli odierni indagati si incontravano per gestire i loro traffici. E poi iniziava la giornata di “lavoro” con decine di cessioni concordate telefonicamente con gli acquirenti per poi incontrarsi per le vie della città. L’attività investigativa ha, tuttavia, delineato un quadro ancor più allarmante confermato dalla disponibilità da parte degli indagati di armi da fuoco, degna di una organizzazione criminale che si rispetti. A casa di Fiorenza Naiden, inoltre, è stato rinvenuto un vero e proprio “libro mastro” sul quale sono apposti decine di nomi di suoi collaboratori e i conti dei suoi traffici. Ma il Fiorenza, sentendosi alle corde, cercava di sottrarsi alla continua pressione preventiva e repressiva messa in atto dai Carabinieri della Stazione di Pianopoli che stava smascherando le sue attività. E allora incaricava il suo braccio destro, Stranieri Ottavio, affinché facesse esplodere un ordigno rudimentale nei pressi della caserma di Pianopoli quale monito, facendo perdere le proprie tracce per qualche giorno. Rientrato a Pianopoli veniva arrestato per la detenzione di un fucile clandestino con il quale era sceso in strada sparando all’impazzata per intimidire un suo zio con il quale era entrato in contrasto. Veniva arrestato anche lo Stranieri per l’esplosione dell’ordigno, tradito dalle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza, minuziosamente analizzate dai carabinieri. Ed è proprio in carcere che si delineano in modo ancor più particolareggiato gli intenti criminali e la personalità dei soggetti. Dettagli sul posizionamento della bomba, sul possesso di altre armi e financo sulla pianificazione di un omicidio per il quale era stata rubata una moto, poi fortunatamente rinvenuta dai Carabinieri. Contestualmente è in corso di esecuzione, unitamente a militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, un decreto di sequestro preventivo relativo ad un’attività commerciale riconducibile a pregiudicati contigui alla cosca di ‘ndrangheta “Giampà”, attiva nella piana lametina. Si tratta dell’autocarrozzeria “New All Car” di Lamezia Terme. I fratelli Luigi, Luciano e Franco Trovato, infatti, gravati da numerosi precedenti di polizia per traffico di stupefacenti, ricettazione, riciclaggio, rapina ed usura commessi in concorso ad altri esponenti della c.o. di questo centro, hanno fittiziamente intestato la suddetta attività commerciale ad altri soggetti (emersi nel corso delle indagini dei CC) continuando, di fatto, a mantenerne la disponibilità e la gestione. Gli approfondimenti patrimoniali eseguiti dalla Guardia di Finanza sono stati integrati dal contenuto delle conversazioni captate nel corso delle indagini nelle quali i Trovato appaiono come i veri e propri datori di lavoro ai quali dover far capo. Le indagini svolte dalla Guardia di Finanza hanno preso le mosse dallo sviluppo di altra attività eseguita nell’ambito di accertamenti finalizzati all’aggressione patrimoniale ai sensi del D.Lgs 159/11. All’esito delle preliminari investigazioni svolte, infatti, sul conto dei germani TROVATO Franco e TROVATO Luciano, il Tribunale di Catanzaro – Sezione Misure di Prevenzione, con i provvedimenti datati 31.05.2016 e 03.01.2017, disponeva il sequestro, tra l’altro, del 66% delle quote sociali della ALL CAR Srl, intestate rispettivamente a GUZZO Annamaria (moglie di TROVATO Franco) e TROVATO Luciano. Conseguentemente, la relativa gestione veniva rimessa agli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale; rimanevano libere dal vincolo ablativo, invece, le quote societarie di CIMINO Monica (moglie dell’altro fratello TROVATO Luigi) pari al 34% del capitale sociale. Detta società, tra l’altro, già in precedenza era stata sequestrata dalle Fiamme Gialle di Lamezia Terme anche sul piano penale nell’ambito dell’operazione condotta nel luglio 2013 dalla DDA di Catanzaro nei confronti di boss e affiliati ad una potente famiglia di ‘ndrangheta lametina. Dai successivi accertamenti economico-patrimoniali svolti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria/G.I.C.O. di Catanzaro sul conto dell’altro fratello, TROVATO Luigi, ed in particolare dall’analisi della situazione societaria della moglie CIMINO Monica, emergeva che la stessa, al fine di eludere le misure di prevenzione, aveva costituito una nuova società denominata NEW ALL CAR Srl. La CIMINO, in sostanza, non aveva fatto altro che avviare una nuova società utilizzando lo stesso complesso aziendale della ALL CAR srl. La NEW ALL CAR Srl, pertanto, costituiva chiaramente una derivazione, reimpiego e prosecuzione della precedente società: la stessa ditta, con gli stessi mezzi e lo stesso compendio aziendale che, presso la stessa sede di esercizio, stava continuando ad operare con una nuova denominazione, tra l’altro, molto simile alla precedente (era stato aggiunto il termine inglese NEW proprio per intendere “nuova”). I predetti fratelli TROVATO Franco, Luciano e Luigi, unitamente al soggetto interposto, CIMINO Monica, venivano iscritti nel registro degli indagati per il reato di cui all’art. 12 quinquies L.356/92 (ora art. 512 bis c.p.) e la società con il relativo complesso aziendale veniva proposta per il sequestro. Nello specifico il complesso dei beni sottoposti a vincolo ha un valore stimato di circa 350.000 Euro.

Armi e munizioni illegali in casa, ai domiciliari un ottantunenne

SANTA CATERINA ALBANESE (CS) – Deteneva illegalmente armi da fuoco e munizioni. E’ questa l’accusa mossa dai militari nei confronti di un uomo, F.R. di 81 anni di Santa Caterina Albanese, in provincia di Cosenza. I militari, nel corso di un servizio di controllo, hanno proceduto alla perquisizione dell’abitazione dell’uomo trovando fucili, di cui uno con matricola abrasa, 35 cartucce e 30 grammi di polvere da sparo. Tutto il materiale è stato posto sotto sequestro, l’ottantunenne è stato denunciato ed ora si trova ai domiciliari. 

 

 

Droga e armi scoperti nel centro storico di Cosenza

COSENZA – Un uomo di 42 anni di Cosenza, pregiudicato e già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato dai carabinieri, colto in flagranza di reato per detenzione abusiva di armi e munizioni e per coltivazione di sostanze stupefacenti. L’uomo era già agli arresti domiciliari nella sua abitazione del centro storico di Cosenza. E’ stato sorpreso dai militari, impegnati in un sopralluogo, nel suo appartamento dove sono state scoperti, oltre che alla droga, anche fucili e cartucce nascoste nell’armadio. Le armi, nello specifico, tre fucili da caccia calibro 12 detenuti illegalmente, una carabina ad aria compressa, confezioni di polvere da sparo. Tutto il materiale è stato sequestrato. (Immagini di repertorio).