Archivi tag: arresto

“Focus ‘ndrangheta”, un arresto per detenzione ai fini di spaccio

COSENZA – La Polizia di Stato continua a profondere impegno per prevenire e reprimere il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Nell’ambito della disposta attività di controllo del territorio “Focus ‘ndrangheta”, nel tardo pomeriggio di ieri, il personale della Polizia di Stato in servizio presso l’UPGSP (Squadra Volante) ha tratto in arresto, per tali reati, Capizzano Alvaro Alessio, di anni 26, trovato in possesso di due involucri contenenti rispettivamente gr. 0,20 e gr. 0,38 di sostanza stupefacente del tipo cocaina e la somma di 70,00 euro.
Nel corso dei predetti servizi il citato personale effettuava una perquisizione domiciliare a carico del Capizzano, durante la quale venivano rinvenuti e sottoposti a sequestro gr. 48 di cocaina, gr. 150 di marijuana, due bilancini di precisione e la somma di 200,00 Euro, occultati all’interno di un bancone adibito a consolle.
Sulla base degli inconfutabili elementi di reità raccolti, Capizzano Alvaro Alessio veniva tratto in arresto, e dopo le formalità di rito è stato sottoposto agli arresti domiciliari su disposizione dell’A.G. in attesa del procedimento per direttissima.

 

 

Trovati i trattori rubati al Comune, arrestato un 50enne

Un arresto per spaccio e detenzione di droga

ROSSANO (CS) – Nel pomeriggio di ieri personale del Commissariato di P.S. di Rossano diretto dal Commissario Capo della Polizia di Stato dott. Giuseppe Massaro, unitamente a personale del Reparto Prevenzione Crimine Calabria Settentrionale e di unità cinofila della Questura di Vibo Valentia, nel corso dei controlli straordinari del territorio, voluti in sede di tavolo tecnico dal Questore della Provincia di Cosenza dott. Giancarlo Conticchio e finalizzati soprattutto alla prevenzione e repressione del traffico illecito di sostanze stupefacenti e dei reati predatori, ha tratto in arresto in flagranza di reato D.C.D. di anni 30 residente in Cassano Jonio (CS) e di fatto domiciliato a Sibari (CS), pluripregiudicato e sottoposto alla  misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, perché resosi responsabile di detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio.

Nel corso di perquisizione domiciliare sono stati rinvenuti e sequestrati circa 200 gr. di sostanza stupefacente del tipo hashish, un bilancino di precisione e tutto l’occorrente per il confezionamento in dosi pronte per lo spaccio.Considerati i precedenti penali specifici e gli elementi di reità raccolti, il predetto è stato tratto in arresto e come disposto dal P.M. di turno presso  la Procura della Repubblica di Castrovillari diretta dal dott. Eugenio Facciolla, è stato sottoposto agli arresti domiciliari. La capillare azione di controllo del territorio messa in atto già da tempo dalle donne e degli uomini della Polizia di Stato, che giornalmente operano controlli e perquisizioni continua a produrre i suoi frutti.

Nascondeva in casa oltre 500 grammi di cocaina, arrestato 40enne

PEDACE (CS) – I carabinieri della Stazione di Pedace, guidati dal Comandante, Luogotenente Riccardo Lupinacci, e coadiuvati da un’unità cinofila dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria di Vibo Valentia, hanno sottoposto a controllo A.S., 40enne, commerciante porta a porta di bombole di gas di Trenta, località del neo costituito comune di Casali del Manco.

Nello specifico, i militari nel corso della perquisizione presso il magazzino utilizzato dall’uomo quale deposito, e con l’ausilio di Akim, il cane antidroga, hanno ricevuto spontaneamente dall’uomo una busta di cellophane contenente un panetto di sostanza stupefacente del tipo hashish di circa 80 grammi, nella speranza di sottrarsi ad ulteriori approfondimenti. Nonostante ciò, i carabinieri hanno proceduto ad una meticolosa perquisizione di tutti gli ambienti, nel corso della quale il fiuto del pastore tedesco li ha condotti in diversi punti dell’abitazione dove sono stati rinvenuti numerosi oggetti utili al confezionamento, sui quali si individuavano non esclusivamente tracce di hashish, ma anche di cocaina, a dimostrazione del fatto che il 40enne potesse celare altra sostanza stupefacente.

In particolare nella camera da letto dell’uomo, abilmente occultata nel doppio fondo di un armadio guardaroba a muro, è stato ritrovato oltre mezzo chilogrammo di cocaina, accuratamente confezionato sottovuoto, ed a fianco una scatola da scarpe del denaro contante per alcune decine di migliaia di euro. Proseguendo nelle operazioni è stata poi rinvenuta, celata nel cassetto di un mobile ubicato nel piano seminterrato della palazzina, una cartuccera con 35 colpi cal. 7,62 traccianti, utilizzabili per diverse tipologie di armi da guerra come AK-47 Kalashnikov e MG 42/59.

A seguito dell’operazione di perquisizione nell’abitazione sono stati quindi sequestrati 556 grammi di cocaina purissima che, adeguatamente tagliata e venduta al dettaglio, avrebbe fruttato al 40enne un incasso di circa 75.000 euro; 78 grammi di hashish; 550 euro in banconote da 100, 50 e 20 euro, probabile provento della pregressa attività di spaccio degli stupefacenti; del materiale impregnato di entrambe le tipologie di sostanza ed utilizzato per il confezionamento in dosi, tra cui un bilancino, una macchinetta per il confezionamento sottovuoto, diverse posate da cucina, buste e cartine; e 35 munizioni da guerra cal. 7,62.

Completate le formalità di rito, l’uomo è stato quindi arrestato e tradotto presso l’istituto penitenziario del capoluogo bruzio, in attesa della convalida.

«Ancora una volta – sottolinea il Tenente Colonnello Piero Sutera del Comando Provinciale dei Carabinieri di Cosenza– la professionalità e l’intuito investigativo dei militari dell’Arma hanno impedito l’immissione nelle piazze di spaccio di un ingente quantitativo di sostanza stupefacente. Infatti, nel 2018 l’azione condotta nello specifico ambito operativo dai Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza è stata serrata, come dimostrano i dati registrati nel primo trimestre: ad oggi, sono stati sequestrati circa 18 kg. di marijuana, oltre 14 kg. di hashish, quasi 1,3 kg. di cocaina ed ancora 140 grammi di eroina, a riprova che purtroppo i consumi di sostanza stupefacente sono in netta crescita. Si tratta certamente di un fenomeno che colpisce tutte le fasce d’età, anche giovani non ancora maggiorenni; e soprattutto il fenomeno deve considerarsi trasversale, giacché riguarda tutte le classi sociali, come comprovato dallo spaccato delle 92 persone segnalate alla Prefettura di Cosenza quali assuntori di sostanze stupefacenti e dall’elevato numero di patenti di guida ritirate per guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti».

Droga e armi scoperti nel centro storico di Cosenza

COSENZA – Un uomo di 42 anni di Cosenza, pregiudicato e già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato dai carabinieri, colto in flagranza di reato per detenzione abusiva di armi e munizioni e per coltivazione di sostanze stupefacenti. L’uomo era già agli arresti domiciliari nella sua abitazione del centro storico di Cosenza. E’ stato sorpreso dai militari, impegnati in un sopralluogo, nel suo appartamento dove sono state scoperti, oltre che alla droga, anche fucili e cartucce nascoste nell’armadio. Le armi, nello specifico, tre fucili da caccia calibro 12 detenuti illegalmente, una carabina ad aria compressa, confezioni di polvere da sparo. Tutto il materiale è stato sequestrato. (Immagini di repertorio).

Missione punitiva a Santa Maria del Cedro, con una cintura al collo costretto a comportarsi come un cane

SANTA MARIA DEL CEDRO (CS) – Due arresti per sequestro di persona e lesioni personali in provincia di Cosenza. In azione i carabinieri della stazione di Santa Maria del Cedro. Vittima un ragazzo residente nella frazione di Marcellina. I fatti risalgono al 18 marzo, quando il giovane si stava recando presso la chiesa di Marcellina per partecipare alla messa domenicale. Una macchina ha iniziato a suonare insistentemente il clacson fino a quando un uomo sulla quarantina è sceso dalla vettura costringendolo con la forza a salire. Impossibilitato a scendere dall’auto, è stato più volte picchiato in volto e sulla testa con schiaffi e pugni. Tragitto che è terminato presso la spiaggia di Santa Maria del Cedro dove l’aguzzino e il suo complice hanno fatto scendere il ragazzo e l’hanno scaraventato sulla sabbia, immobilizzandolo e continuando a picchiarlo. Ultima tappa di questo viaggio dell’orrore piazza Agorà, dove il sequestratore ha stretto con la cinta dei pantaloni il collo del ragazzo e gli ha intimato di comportarsi come un cane, camminando a quattro zampe e abbaiando alle persone che passavano e assistevano attoniti alla scena. Dopo quasi quattro ore, il balordo ha riaccompagnato il ragazzo davanti alla propria abitazione continuando a picchiarlo e minacciandolo di non raccontare nulla di quanto accaduto. E’ cosi è stato: la vittima ha passato intere giornate chiuso dentro casa temendo per la propria incolumità, fino a quando, stanco di avere paura, ha trovato il coraggio di raccontare tutto ai carabinieri. Secondo quanto accertato, il sequestratore ha voluto punire la vittima per presunti danni provocati alla sua proprietà. I due aguzzini, su disposizione del Gip di Paola, sono stati tratti in arresto e posti ai domiciliari.

Condanna definitiva per Franco La Rupa. L’ex consigliere regionale condotto nel carcere di Paola

PAOLA – I carabinieri della Compagnia di Paola hanno eseguito un ordine di carcerazione emesso dalla procura Generale presso la Corte d’appello di Catanzaro nei confronti di Franco La Rupa, 60 anni, ex sindaco di Amantea ed ex Consigliere regionale. L’arresto è scattato in virtù dell’emissione della sentenza definitiva del cosiddetto processo Omnia nell’ambito del quale La Rupa è stato condannato per voto di scambio a tre anni di reclusione e cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Secondo l’accusa, sostenuta dalla Dda di Catanzaro, aveva pagato il clan Forastefano di Cassano per assicurarsi un pacchetto di voti alle regionali del 2005 che lo videro tra gli eletti nel partito dell’Udeur. È stato portato nel carcere di Paola.

Minacciava e picchiava violentemente i suoi dipendenti, un arresto ad Acri

ACRI (CS) – Una storia terrificante quella verificatasi nelle campagne di Acri, dal mese di maggio 2017 ai primi di gennaio del 2018.

La storia di tre giovani, due cittadini afghani (in possesso del permesso di soggiorno per motivi umanitari) e un cittadino rumeno, i quali, in stato di indigenza, per 8 mesi hanno dovuto subire le angherie e le minacce del loro “datore di lavoro”, un 52enne di Acri, titolare di un’azienda edile, il quale, approfittando del loro stato di bisogno, li sfruttava quotidianamente facendoli lavorare per 14 ore (7 giorni su 7, dalle 5 del mattino alle 19 di sera, con una sola pausa verso le ore 13 per consumare un frugale pasto adagiati a terra).

Le indagini dopo un’aggressione

Le indagini sono state avviate a seguito dell’aggressione subita da uno dei due ragazzi afghani, un 23enne, il quale, nel pomeriggio del 6 gennaio 2018, si era recato presso l’abitazione del suo datore di lavoro chiedendo la paga spettante. L’uomo, non tollerando la sfrontatezza del ragazzo nell’avanzare la  richiesta, rispondeva con insulti, minacce e, successivamente, all’insistenza del giovane, si armava di badile e lo aggrediva violentemente colpendolo al cranio e lasciandolo esanime in una pozza di sangue.

Il tempestivo intervento dei Carabinieri della Stazione di Acri consentiva di salvare la vita al giovane che, a causa del grave trauma cranico subito, veniva sottoposto a cure intensive dai sanitari dell’Ospedale di Acri prima e di Castrovillari poi.I successivi accertamenti dei militari dell’Arma, coordinati dalla Procura della Repubblica di Cosenza, portavano alla luce la grave situazione che ormai durava da mesi. Secondo quanto ricostruito a seguito delle serrate indagini, il 52enne, titolare di un’impresa individuale, dal mese di maggio 2017, sfruttava, quale manodopera in “nero”, i tre giovani impiegandoli, con orari massacranti e senza giorni di riposo, in lavori edili, nella coltivazione dei campi e nella custodia di animali, il tutto nella più totale assenza di indumenti di lavoro idonei ed apparecchiature mediche in caso di infortunio.

Per tali gravissimi fatti il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cosenza ha disposto nei confronti del 52enne la misura cautelare degli arresti domiciliari per i reati di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” e “lesioni personali aggravate”.

 

 

 

Imprenditori reggini affiliati alle cosche, vasta operazione dei carabinieri

REGGIO CALABRIA – I carabinieri di Reggio Calabria stanno eseguendo una vasta operazione con l’impiego di un centinaio di militari, per l’esecuzione di un provvedimento di fermo a carico di alcuni imprenditori della città metropolitana. Secondo quanto si è appreso sarebbero accusati di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni e autoriciclaggio.

Riciclaggio di proventi illeciti

Grazie all’appoggio delle cosche locali, avrebbero riciclato proventi illeciti nelle loro attività commerciali. I particolari saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa. Nell’ambito dell’operazione, in cui sono stati impiegati oltre 100 carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, sono state anche sequestrate numerose aziende, centinaia di appartamenti e decine di terreni edificabili nel capoluogo, per un valore complessivo di oltre 50 milioni di euro. «Si è fatta luce – riferiscono i carabinieri – su un reticolato di cointeressenze criminali coltivate da spregiudicati imprenditori edili e immobiliari».

Omicidio Fiorillo, svolta nelle indagini, un arresto

VIBO VALENTIA – La Polizia di Stato di Vibo Valentia sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di uno dei presunti responsabili dell’omicidio di Francesco Fiorillo, avvenuto la sera del 15 dicembre 2015 in Contrada Suriani della frazione Longobardi di Vibo. Si tratta di Antonio Zuliani, di 26 anni. Dalle indagini della Squadra mobile di Vibo e del Servizio centrale operativo di Roma, coordinati della Procura, è emerso che due sicari avevano atteso la vittima nascosti nella vegetazione vicino al cancello del suo podere per poi sparare 7 colpi con due diverse armi tutti andati a segno. Un contributo importante alle indagini è giunto dalla ricostruzione in 3D della scena del crimine effettuata dal Servizio polizia scientifica. Vicino al luogo del delitto furono trovati un paio di guanti in lattice, di cui uno con l’indice tagliato. Gli accertamenti tecnici hanno individuato tracce di residui di polvere da sparo e isolato il profilo biologico di un uomo risultato essere Zuliani.