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Catanzaro, domani sarà inaugurata la mostra dedicata all’artista ottico-cinetico Alberto Biasi

CATANZARO – Domani allo ore 18,30 presso il Museo Marca sarà inaugurata la Mostra “Alberto Biasi. dwdStart up & Environment” aperta fino al 15 novembre. Per le 18,00 è prevista la conferenza stampa alla quale prenderanno parte Enzo Bruno, Presidente della Provincia di Catanzaro, e Rocco Guglielmo, presidente della fondazione omonima che gestisce il Museo delle Arti di Catanzaro.

La mostra avrà quindi come protagonista l’artista padovano, uno dei più quotati artisti ottico cinetici italiani, anche se questa esposizione lo presenta da una prospettiva diversa  rispetto al suo lavoro tradizonale, come le “torsioni”, in lamelle di PVC o gli “ottico-dinamici” a sovrapposizione di pattern. Comunque, non mancheranno opere di questo tipo, circa una quarantina, appartenenti al periodo dal 1961 a oggi, anche se al centro vi saranno quelle opere iniziali note a pochi, principalmente degli anni Sessanta – Settanta. Su una sessantina di opere, quindi, oltre una ventina rappresentano un altro polo della personalità dell’artista, in cui l’aspetto dadaista e ludico (tra l’altro ben rappresentato dalla ricostruzione della “Mostra chiusa. Nessuno è invitato a intervenire” del 1961 o della “Mostra del pane” dello stesso anno) prevale sulle ricerche ottico-dinamiche, mentre la riproposizione di tre ambienti (Light Prisms del 1962-67, Orizzontale ellebi del 1967 ed Eco del 1974) contribuisce  alla conoscenza dell’arte ambientale italiana.

Contemporaneamente, un catalogo bilingue (italiano e inglese) di oltre duecento pagine, verrà pubblicato da Silvana Editoriale. Esso comprenderà immagini inedite dell’artista e delle sue installazioni, un saggio critico di Marco Meneguzzo, curatore della mostra, e un’intervista all’artista di Teodolinda Coltellaro, nonché apparati scientifici.

Alberto Biasi, nato nel 1937 a Padova, città dove vive, è uno dei principali esponenti dell’arte cinetica italiana ed internazionale e, nel 1960 è tra i fondatori del Gruppo Enne con cui lavora fino al 1967, per poi continuare la sua attività da solista. I suoi quadri, capisaldi di un certo sperimentalismo artistico, presentano in genere superfici che cambiano aspetto a seconda dell’angolo di osservazione, dando quindi la sensazione illusoria del movimento. Molte le sue mostre, collettive e personali, quali “Nove Tendencije” a Zagabria e “The responsive eye” al MoMa di New York, ma i suoi lavori sono esposti in molti dei più importanti musei di arte contemporanea del mondo.