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Inaugurata alla Casa delle Culture la mostra dell’artista cosentina Zefa Paci

COSENZA – Depositaria di una tecnica unica e poco usuale, quella di dipingere in acrilico sul retro della tela. Un po’ uno status esistenziale, quello di Zefa Paci, giovanissima artista cosentina, di sangue albanese e genitori siciliani, contrassegnato da azioni controcorrente che le hanno fatto prendere la vita sempre un po’ al contrario.
Anche se nel suo modo di dipingere ci sono – per sua stessa ammissione- implicazioni di carattere filosofico e una sorta di desiderio di proteggere ad ogni costo le sue creazioni pittoriche dagli occhi di chi non è in grado di comprenderle, fino a rinchiuderle, con la tecnica della pittura sul retro tela, in una sorta di recinto che, però, disvela, oltre le cose, la verità e l’essenza della vita.
Autodidatta e fiera di esserlo, Zefa Paci, dipinge da 5 anni. Attualmente insegna storia dell’arte in un Istituto superiore di Sassuolo, ma quando può torna nella sua Cosenza. Appena il tempo, prima della riapertura della scuola, di inaugurare, alla Casa delle Culture, la mostra, dal titolo “L’attesa”, che in 18 quadri sintetizza, in una serie di percorsi che simboleggiano anche i diversi stati d’animo dell’artista, punteggiati da differenti cromatismi, la visione che Zefa Paci ha della donna, colta dalle sue pennellate, veloci, quasi aeree, in stato di gravidanza, ma anche in uno stato psicologico, di attesa, quasi sempre vana, dell’amore che stenta a materializzarsi e che ricaccia la figura femminile in una perenne solitudine dalla quale non riesce ad affrancarsi.
Il vernissage della mostra, patrocinata dall’Amministrazione comunale e organizzata in collaborazione con la Galleria Marano di via Isonzo, si è tenuto questa mattina alla presenza del Sindaco Mario Occhiuto che nel suo intervento, oltre ad esprimere apprezzamento per la giovane e promettente artista cosentina, ha sottolineato l’immortalità dell’arte – a dispetto di quanto sempre più spesso la critica ufficiale ama sentenziare – e la sua capacità di veicolare dei messaggi. Il primo cittadino ha espresso, inoltre, la volontà di utilizzare temporaneamente la Casa delle Culture, in attesa che si concretizzi il progetto dell’Amministrazione comunale, come Museo dell’arte contemporanea, annunciando, inoltre, che molto presto Cosenza ospiterà, in collaborazione con la Fondazione Carical, la mostra su Andy Warhol, attualmente a Milano, a Palazzo Reale. Occhiuto ha poi augurato ai presenti “un Buon anno pieno di bellezza per migliorare la nostra città. La bellezza – ha aggiunto il Sindaco – è anche un metodo che influisce sui comportamenti ed uno stile di vita che deve orientare i processi di costruzione della città.”
Con l’occasione Mario Occhiuto ha ricordato anche i progetti che prenderanno forma nell’anno appena cominciato. “E’ stata appaltata la Via degli artisti – ha detto – che si snoderà sul Lungo Fiume e che per tre chilometri ospiterà luoghi attrezzati per gli artisti (27 box-art polivalenti) insieme a locali pensati appositamente per i giovani.”
Occhiuto ha inoltre ricordato il progetto per la realizzazione del Museo di Alarico, dove attualmente è ancora in piedi, ma per poco, l’ex Hotel Jolly che sarà acquisito dal Comune e quindi demolito, e quello della riqualificazione di S.Lucia dove sorgerà il Museo del Gusto (con un particolare orologio del gusto) collegato con il Museo del Gusto di Torino. Nelle altre realizzazioni, che riguardano il patrimonio artistico e architettonico, indicate dal Sindaco, rientrano poi il completamento del complesso di San Domenico e quello del Museo dei Brettii.
Tornando alla mostra di Zefa Paci, nel corso del vernissage è intervenuta la critica d’arte Tiziana Vommaro che ha presentato le opere della personale dell’artista cosentina, soffermandosi soprattutto sul leit-motiv dell’esposizione, l’attesa, che “oltre ad essere uno stato fisico è anche uno stato psicologico” – ha detto la Vommaro, ricordando anche i precedenti illustri della letteratura con la donna in attesa per eccellenza, Penelope. L’allestimento – ha aggiunto la critica d’arte – è concepito come un percorso della produzione pittorica di Zefa che parla soprattutto di maternità, analizzando la donna che è felice di diventare madre e quella che non ne accetta lo status. Nel ciclo degli autoritratti, invece, si scopre una Zefa Paci più autentica che si mette a nudo e che per la prima volta nei suoi retro-tela dipinge le figure maschili.” In altri quadri la donna raffigurata dall’artista ha elaborato il lutto dell’assenza dell’uomo, segno che sa di farcela e di farcela da sola ed è qui che si staglia l’elogio della donna e delle sue capacità.
La mostra di Zefa Paci sarà visitabile alla Casa delle Culture fino a sabato 11 gennaio. secondo i seguenti orari : tutti i giorni (tranne domenica 5 gennaio e lunedì 6 gennaio) dalle 9,00 alle 19,00 (orario continuato).

Presentazione “Terme Sibarite sotto le stelle”

SIBARI (CS) – Musica, Arte, Sport, Salute, Benessere e Cultura si fondono nel programma degli eventi che le Terme Sibarite hanno organizzato dal primo all’undici settembre 2013 e che verrà presentato alla stampa venerdì 30 agosto alle ore 11 presso l’Hotel delle Terme Sibarite.  «Siamo molto soddisfatti – ha spiegato il Presidente Mimmo Lione – siamo riusciti a coinvolgere tanti enti e associazioni per costruire un programma che abbraccia Musica, Arte, Sport, Salute, Benessere e Cultura cioè tutti quegli elementi che costituiscono la base forte della filosofia delle Terme Sibarite». Tra gli eventi in programma: la festa della terza età (1 settembre ad aprire la serie di manifestazioni), due mostre fotografiche,mostre di manufatti artigianali, concerto di musica, spettacoli teatrali, sport (con le associazioni cittadine), un convegno su salute e benessere legati al termalismo. «Il programma è già definito – continua Lione, lo presenteremo al completo venerdì. Come potete notare abbiamo coinvolto ogni fascia di età, iniziative di ogni genere, per coinvolgere sia dal punto di vista organizzativo che partecipativa quanta più gente possibile per far conoscere questa meravigliosa realtà rappresentata dalle Terme Sibarite». Coinvolto nelle iniziative anche il Liceo Satriani di Cassano per uno studio sulla storia delle acque termali della struttura.

Due giovani cassanesi alla ribalta nazionale nell’arte della danza

CASSANO ALL’IONIO (CS) –  Due giovani cassanesi che sanno distinguersi  nell’arte della danza. Sono Vanessa Buffone e Francesco Serio di Cassano all’ Ionio, che formano una splendida coppia di danze latino-americano, livello amatori, protagonista nelle competizioni nazionali categoria 19/34 anni B1. I due straordinari ballerini cassanesi iniziano la loro carriera nel mondo della danza sportiva a circa 6 anni, coltivando giorno dopo giorno la passione verso tale disciplina. Grazie all’impegno mostrato, numerosi e  importanti sono stati i traguardi raggiunti durante la loro attività artistica; in particolare nel corso dell’anno accademico 2012-2013.

Primi classificati al Potenza Open 2013 presso il PalaBasento, evento importante per le Danze Standard e Latine Americane, competizione nazionale di danza sportiva: 7° Memorial Anna Sarnelli; Campioni Regionali in carica per la danza sportiva dal 2 marzo 2013; oltre che finalisti ai Campionati Italiani 2013, e quarto posto finale, il più grande festival della danza sportiva svolto lo scorso 14 luglio presso Rimini Fiera. Grazie a tale risultato i due hanno conquistato per merito in classe superiore, precisamente in 19/34 anni classe  A2.

L’amministrazione, il sindaco Giovanni Papasso e la giunta tutta, la città intera non possono che essere soddisfatti e fieri di questi due giovani nostri concittadini, che hanno saputo rappresentare l intera comunità con le loro qualità artistiche,ma anche umane, in tutte le competizioni nazionali.

Reggio, in Mostra opere d’autore confiscate

Reggio Calabria.Novantatré tele, in prevalenza autentiche, firmate da artisti come Dalì, De Chirico e Guttuso, saranno in mostra da domani nel Museo della Magna Grecia di Reggio Calabria che riapre parzialmente i battenti. Le opere sono state confiscate a Gioacchino Campolo, definito il ”re dei videopoker”, che ne era venuto in possesso grazie alla capacità di guadagnare milioni con le macchine imposte a bar e locali del reggino. Ad inaugurare la mostra sarà il ministro Massimo Bray.

L’arte di spazio sud

castello ducale di Corigliano Calabro, uno dei luoghi che ospiterà l'arte di spazio sudCosenza. SPAZIO SUD è un’officina umana ed artistica che tenta, attraverso il teatro e la danza, di fondere memoria e contemporaneità, creazione e spazio-comunità, nuove prospettive ed identità. SPAZIO SUD entra nella parte vecchia, antica, di alcuni borghi (Tortora, Aieta, Corigliano Calabro) con cui si stringe in una collettiva ed empatica convivenza. Un laboratorio di pratica e ricerca rivolto per un verso ad avviare un’idea di residenzialità umana e creativa, per un altro a mettere in comunicazione realtà artistiche che seppur diverse hanno in comune un medesimo movimento processuale: le compagnie, i gruppi, lo staff completo di SPAZIO SUD 2013 è composto esclusivamente da persone Under 30. A margine delle attività laboratoriali iniziate lo scorso novembre e terminate a maggio, andranno in scena i lavori. Nove gli appuntamenti previsti, diluiti nelle prime due settimane di agosto e dislocate tra il mar Ionio ed il mar Tirreno, a compimento dell’esperimento, tuttora in fieri, di mettere in comunicazione uomini, esperienze, proposte artistiche ed organizzative che condividono e diffondono la cultura mediterranea.

PROGRAMMA (1-14 agosto 2013)

GIO 1 Ago/ PALAZZO RINASCIMENTALE AIETA / ORE 21.30
Spettacolo teatrale UN ALTRO GIORNO DIVINO (aria n°1) Compagnia Rue de l’inconnue Regia di Bernardino Verta

VEN 2 Ago/ PALAZZO RINASCIMENTALE AIETA/ ORE 21.30
Spettacolo teatrale UN ALTRO GIORNO DIVINO (aria n°1) Compagnia Rue de l’inconnue Regia di Bernardino Verta

DOM 4 Ago/ CASTELLO DUCALE DI CORIGLIANO CALABRO/ ORE 21.00
Performance di danza contemporanea IDENTITY a cura di Continuity Fluyd Performers di Angela Tiesi
AperiCena nei giardini
Performance di danza contemporanea TRACCIE DI UN’UNITA’ a cura dei danzatori Accademia Nazionale di Danza di Roma coreografie di Rossana Abritta

LUN 5 Ago/ PALAZZO RINASCIMENTALE AIETA/ ORE 21.30
Performance di danza contemporanea TRACCIE DI UN’UNITA’ a cura dei danzatori Accademia Nazionale di Danza di Roma coreografie di Rossana Abritta

MAR 6 Ago/ PALAZZO RINASCIMENTALE AIETA/ ORE 21.30
Spettacolo teatrale AD OCCHI CHIUSI Regia di Mario Lino Stancati

GIO 8 Ago/ CENTRO STORICO DI TORTORA/ ORE 21.30
Performance di danza contemporanea MULTIFORMI LEGAMI a cura dei danzatori Accademia Nazionale di Danza di Roma coreografie di Rossana Abritta
Performance di danza contemporanea IDENTITY a cura di Continuity Fluyd Performers di Angela Tiesi

SAB 10 Ago/ PALAZZO RINASCIMENTALE AIETA/ ORE 21.30
Spettacolo teatrale UN ALTRO GIORNO DIVINO (aria n°1) Compagnia Rue de l’inconnue Regia di Bernardino Verta

DOM 11 Ago/ CASTELLO DUCALE DI CORIGLIANO CALABRO/ ORE 21.30
Spettacolo teatrale AD OCCHI CHIUSI Regia di Mario Lino Stancati
A seguire Cocktail Time

MER 14 Ago/ CASTELLO DUCALE DI CORIGLIANO CALABRO/ ORE 21.30
Spettacolo teatrale UN ALTRO GIORNO DIVINO (aria n°1) Compagnia Rue de l’inconnue Regia di Bernardino Verta
A seguire Degustazione enogastronamica

Compagnia “scena verticale”: premio Kilowatt – Titivillus

Settimio Pisano, Saverio La Ruina e Dario De LucaCastrovillari (CS).   “ per la qualità del proprio lavoro, per le idee messe in campo, per la forza della propria proposta artistica, per la capacità di accoglienza, nonché per la trasparenza e la correttezza professionale.”  Con queste parole il sindaco Domenico Lo Polito si complimenta per il premio “Kilowatt – Titivillus” andato a Settimio Pisano, Saverio La Ruina e Dario De Luca durante il Festival Kilowatt di Sansepolcro, in provincia di Arezzo “Il riconoscimento, che viene assegnato ogni anno al direttore di un festival o di un teatro, oppure al responsabile di una rassegna o di uno spazio non convenzionale, che si sia distinto, ci inorgoglisce come  castrovillaresi e calabresi per le continue capacità che esprimiamo nella cultura e, in questo caso, per il valore aggiunto che la Compagnia “ Scena Verticale”, di cui fanno parte Pisano, La Ruina e De Luca nei vari ruoli che ricoprono, dà al nostro Territorio”.

Un “cammino espressivo”, che non si ferma e cresce con i talenti umani che vengono coinvolti, fatto di vari linguaggi, nei quali l’interpretazione è al centro di ogni ricerca, il cuore di questo “Laboratorio”, importante per interpretare ed esprimere la realtà, quella che, poi, genera le rappresentazioni ed i messaggi che si vogliono far passare a partire da un desiderio: far vibrare il cuore di chi s’incontra. Ecco perché è stato deciso di tributare a Pisano, La Ruina e De Luca il premio che afferma pure come la loro umanità emerge con forza da questo  instancabile agire ed adoperarsi per la cultura, il teatro e l’espressività, rendendo la bellezza di questa loro passione senza fine sul proprio rapporto con l’arte.

 

Al Marca di Catanzaro, il 18 giugno, il vincitore della borsa di studio International Artist Residency

Catanzaro – Martedì 18 giugno alle ore 15.30, nella sede del MARCA di Catanzaro, viene proclamato il vincitore della Borsa di studio all’estero per un giovane artista calabrese giunta alla terza edizione. Il progetto, nato nel 2011 grazie alla collaborazione tra la Provincia di Catanzaro, il MARCA e la Dena Foundation for Contemporary Art, rappresenta un’opportunità di crescita per il territorio.

Se nelle precedenti edizioni si sono imposti Domenico Cordì e Alessandro Badolato, questa volta la sfida è fra Sebastiano Dammone Sessa che dovrà confrontarsi con due figure femminili di primo piano come Silvia Pujia e Laura Stancanelli. Il terzetto è emerso da un’ampia rosa di candidati (oltre 30) segnalati dai critici Andrea Romoli Barberini, Lara Caccia, Teodolinda Coltellaro, Rosaria Iazzetta e Giovanni Viceconte.

Il coordinamento è stato affidato alla critica d’arte Serena Carbone.

Anche quest’anno l’attenzione si è concentrata su una realtà in crescita come quella di Catanzaro e della sua provincia che, grazie alla presenza del MARCA, dell’Accademia di Belle Arti a cui si aggiungono Intersezioni e il Parco Internazionale della Scultura, ha dimostrato di essere particolarmente favorevole per l’affermazione dei nuovi linguaggi.

La scelta del vincitore e dei tre finalisti è stata fatta da una giuria internazionale composta da Giuliana Setari, presidente della Dena Foundation direttrice dell’Artists Recidency Program e celebre collezionista internazionale, da Alberto Fiz, Direttore artistico del MARCA, dalla critica francese Valentine Meyer e da Charlotte Bonduel critica d’arte e scrittrice belga.

L’Omi International Arts Center si trova nella Hudson River Valley, all’interno dello stato di New York. Qui, ogni anno, durante il mese di luglio, si riunisce un gruppo di circa trenta artisti provenienti da vari paesi del mondo, selezionati fra migliaia di candidati. Sotto la guida di un curatore internazionale di grande prestigio, gli artisti condividono e scambiano idee, mettono a confronto le proprie esperienze, approfondiscono la conoscenza della scena artistica degli altri paesi, incontrano critici, curatori e galleristi di New York e soprattutto elaborano un nuovo progetto che nella fase di selezione è stato approvato dalla commissione internazionale.

Gli artisti finalisti:

La residenza ha la sua fase di presentazione ufficiale nell’Open Day Weekend, durante il quale si danno appuntamento all’Omi International Arts Center alcune delle più note personalità della scena artistica newyorkese che visitano gli studi degli artisti e visionano le opere prodotte durante il loro soggiorno.

Sebastiano Dammone Sessa nasce nel 1981 a Montreux (CH), frequenta l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro dove consegue il Diploma di Laurea di I e II livello in Arti visive e discipline per lo spettacolo, con indirizzo Decorazione. Nel 2011 partecipa alla Residenze d’artista “Sulle orme di Marco Polo, cento pittori italiani dipingono Hangzhou”, a cura di Assoartisti – Confesercenti e Hangzhou Cultural Brand. Progetto comunitario Italia – Cina.

Sebastiano Dammone Sessa ha presentato per il concorso un’ipotesi di lavoro basata sull’elemento scultura, quale sintesi di equilibrio e armonia. L’origine e la conseguente composizione formale dell’oggetto vengono messi in discussione e contaminati, prima, dalla pratica della stratificazione, poi da una serie di forze interne (rappresentate in questo caso da elastici), giocando sulla distorsione e sull’alterazione della forma-oggetto. Dammone Sessa sceglie ed usa materiali apparentemente lontani e discordanti, come legno e lattice, carta e piombo, colla e acqua, proprio per rafforzare il concetto dialettico di compenetrazione e tensione tra materiali di natura differente.Nella sua ricerca, la componente artigianale, legata “al fare”, ha un ruolo centrale. Dammone Sessa realizza, infatti, una serie di oggetti regolari, giocando sulla duplicità dell’uno. Particolarmente legato al legno e alla carta, lavora i materiali secondo un processo per accumulo e stratificazione, associati alle dinamiche del tempo e della memoria, al quale poi subentra la sottrazione, minimale e geometrica.

 Silvia Pujia nasce a Lamezia Terme (CZ), nel 1985. Attualmente opera tra Lamezia Terme e Roma, dove sta ultimando il Master in Curatore di arte contemporanea presso l’Università di Roma La Sapienza. Affianca alla pratica artistica quella critica e curatoriale. Nel 2008 consegue, infatti, la laurea triennale e nel 2010 la specialistica, con una tesi su Stalker/Osservatorio Nomade, Laboratorio di Arte Urbana, con cui tutt’oggi collabora. Nell’estate 2012 vince insieme a Maria Teresa Zingarello un residenza d’artista presso il Centro d’arte La Chambre Blanche in Quebec, Canada.

La sua ricerca indaga, attraverso le azioni performative, le dinamiche sociali che interessano gli spazi di risulta, intesi come luoghi da riqualificare attraverso pratiche di socializzazione. La metropoli, con i suoi vuoti e i suoi “pieni”, è al centro della sua attenzione.

Silvia Pujia elabora per il concorso un’idea progettuale in continuità con la ricerca condotta fin ora, incentrando il lavoro, sia nella fase processuale che in quella preliminare, sulla “relazione”; la pratica artistica, così vissuta, diviene un’ esperienza performativa che tenta di agire ed incidere sullo spazio circostante.

Le linee guida del progetto, prevedono la ricognizione sul territorio (in questo caso quello periferico allo Stato di Nw York, dove si trova l’Art Omi Center); la mappatura del contesto; la rilevazione delle dinamiche sociali; l’entrata in relazione con la natura del luogo (conformazione fisica e geopolitica, oltre che sociale, ed in questo caso prettamente internazionale per la presenza di artisti da tutto il mondo); la presa di posizione riguardo ad un tipo di approccio o intervento da sviluppare; il dar luogo a delle occasioni di socialità nella forma delle già sperimentate piattaforme relazionali, ovvero “dispositivi per microcomunità”.

Laura Stancanelli nasce a Catania nel 1982, attualmente vive e lavora tra Catanzaro e Bologna. Consegue il Diploma di Laurea di I Livello in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo con indirizzo Scenografia, presso I’Accademia “P.Vannucci” di Perugia, e quello di II livello nel 2013 presso I’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, nella Scuola di Scultura.

La sua ricerca mixa linguaggi differenti, dall’installazione, alla performance, al video, mentre trasversale ad essi, si muove la passione per la scenografia che stimola nella ricerca un’attenzione costante verso la composizione spaziale. Così, la Stancanelli indaga lo spazio sia da un punto di vita sociale, come contenitore di relazioni umane, sia sotto un aspetto prettamente formale, come area nella quale combinare elementi plastici per lo più modulari. Da una parte la relazione quindi, dall’altra la composizione delle forme, con l’obiettivo di creare esperienze estetiche all’interno di ambienti sociali. Nella sua pratica artistica fondamentale, infatti, risulta il coinvolgimento dello spettatore-fruitore, parte integrante di un comune sentire, teso al fare arte “insieme”.

La Dena Foundation for Contemporary Art, registrata nello Stato di New York nel 2001 come organizzazione non-profit, è retta da un Board of Trustees composto da Giuliana Setari Carusi, presidente, Nicola Setari, trustee e segretario generale, Josée Reboul, trustee e tesoriere, Antoine de Galbert, Pierluigi Lanza, Cynthia Milani Sanders, Dora Stiefelmeier, trustees.L’idea progettuale presentata da Laura Stancenelli è “Listening Room”, un’installazione ambientale costituita da pannelli modulari con pareti forate – come fossero buchi di tarli. L’effetto ricercato è quello di esasperare l’instabilità e la precarietà dell’ambientazione con la quale il pubblico è chiamato a relazionarsi. Nei fori realizzati a parete verranno impiantati degli apparecchi audio dai quali si udiranno delle voci, testimonianze precedentemente raccolte da un gruppo di persone che necessita ascolto. Le dimensioni dell’ opera site specific sono variabili ma tali da occupare diversi metri di suolo pubblico, perché lo spazio – ritagliato nel contesto rurale dell’Art Omi Center – possa accogliere più persone.

La missione della Dena Foundation è promuovere la diffusione delle arti visive contemporanee, sostenendo giovani artisti a livello internazionale e in una prospettiva di scambio. Con l’intento di rafforzare i legami e le interazioni tra la cultura italiana e quella di altri paesi, le sue iniziative coinvolgono in primo luogo artisti emergenti che vivono in Italia, promuovendone e favorendone la mobilità. Attraverso programmi di residenza, incontri, seminari e tavole rotonde, la fondazione contribuisce a creare una reale sinergia tra artisti, critici, direttori di programmi di ricerca e professionisti del mondo dell’arte. La fondazione ha istituito, inoltre, un premio internazionale, il Dena Foundation Art Award, destinato a giovani artisti che hanno realizzato un’opera a forte rilevanza sociale nello spazio pubblico. La fondazione contribuisce infine alla produzione e alla pubblicazione di opere di artisti.

La fondazione definisce gli obiettivi e i progetti da intraprendere consultandosi con il comitato scientifico, composto da Carolyn Christov Bakargiev, direttrice Documenta 13, Kassel, 2012, Helmut Friedel, direttore della Städtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco, Hans Ulrich Obrist, co-direttore delle esposizioni e dei programmi e direttore dei progetti internazionali della Serpentine Gallery di Londra, Roberto Pinto, storico dell’arte e curatore indipendente, Dora Stiefelmeier, direttrice di Zerynthia associazione per l’arte contemporanea e di RAM – radioartemobile.

 

 

I cardi di Mimmo Sancineto

 Castrovillari (Cs) – Dopo un susseguirsi di mostre in note città italiane, che hanno ottenuto esiti positivi di valutazione critica, Mimmo Sancineto, a distanza di molti anni, espone nella sua Galleria d’Arte, a Castrovillari, un’affascinante personale monotematica: I Cardi.

L’Artista, puntando su un unico tema, ha sfidato il rischio di cadere in un refrain monotono e ripetitivo, rischio che ha abilmente evitato, grazie all’abilità tecnica che gli ha permesso di creare avvincenti “sinfonie” cromatiche, mediante la variazione dei colori, forti nel timbro e armoniosi nella partitura dei toni, fino a ottenere sfumature delicate e trasparenti.

Una pittura espressionista, che pur traendo ispirazione dalla natura, non la imita, ma la ricrea nell’interiorità di una visione del tutto personale. Eliminando la tradizionale prospettiva, Sancineto scandisce in profondità lo spazio pittorico tramite larghe spatolate, giustapponendo sulla tela dense zone di colori corposi. Tra i piani cromatici si elevano i “suoi” cardi. Prodotto della terra, il cardo, pianta erbacea delle Composite, con fusto e foglie spinosi, produce fiori a capolino di colore rosso, lilla, viola, giallo. Esistono diverse specie di cardo, Sancineto dimostra di averne una conoscenza approfondita.

Sancineto sceglie il cardo forse perché è un ortaggio secolare, molto diffuso anche nella nostra terra. Nell’antichità il cardo aveva un duplice significato: positivo e negativo. Nel primo caso, considerando che la pianta, una volta spezzato il frutto, ritornava a fiorire, simboleggiava una vita lunga e vigorosa. Nel secondo caso sovviene l’inesorabile sentenza di Dio, quando Adamo, dopo essere stato cacciato dall’Eden, si sentì dire : “Spine e cardo produrrà per te la terra” (Genesi 3,18) nel senso che per procurarsi il cibo l’uomo, da allora in poi, avrebbe dovuto soffrire e subire dure prove.

Nel Nuovo Testamento il cardo, poiché ha fusto e foglie spinosi, assume significato cristologico, rimanda alla Passione e alla corona di spine, posta dai soldati di Pilato sul capo di Cristo.

Sancineto in alcuni dipinti evidenzia le spine e le punte sporgenti del filo spinato entro il quale e anche oltre svettano i coloratissimi cardi. In filigrana egli riesce a veicolare l’eterno dissidio tra il bene e il male, inoltre fa percepire la precarietà della bella stagione nel raffigurare i cardi rinsecchiti, privi di colore; in questo caso l’impasto grigiastro si fa ancor più ispido.

In tante altre tele le spine invece scompaiono, i fiori si vedono nell’esilità dell’infiorescenza, nella carnosità delle foglie, nei singoli capolini. Le splendide tele raffiguranti i cardi senza spine attestano un messaggio di luce e di speranza. Gli sfondi azzurri, verdi, rosati, rossi, gialli, arancio fanno riacquistare al cardo il primitivo significato di buon auspicio contro il flusso delle forze negative. In virtù del suo carattere solare, l’Artista è portato ad esaltare il bene e il bello di una natura inventiva e incontaminata.

Notte dei Musei fra suoni e visioni

Cosenza – Cifre da record per la Notte dei Musei fra suoni e visioni svoltasi sabato 18 maggio 2013 a palazzo Arnone, sede della Galleria Nazionale di Cosenza.

Circa 2000 visitatori, dalle 20.00 a mezzanotte, hanno affollato le sale espositive e gli spazi del cinquecentesco edificio trascorrendo una serata fra musica, arti visive e teatro.

Le numerose presenze e un pubblico di tutte le età, fra cui tante famiglie con bambini e passeggini al seguito, testimoniano come la cittadinanza abbia voluto riconoscersi in un patrimonio culturale comune, condividendolo in un contesto di festosa partecipazione.

Apprezzate tutte le iniziative: il vasto programma musicale presentato dal Conservatorio Stanislao Giacomantonio di Cosenza, partner storico dell’evento; i divertenti racconti di Tele(in)visione della Compagnia Libero Teatro; il laboratorio didattico di diagnostica per l’arte; le visite guidate fra le opere della Galleria, curate dagli studenti del Liceo Classico di Cosenza; il seminario, i video giochi e le installazioni di Verde Binario. La performance del Laboratorio di arte scenica del Conservatorio ha aperto e chiuso questa straordinaria Notte dei Musei.

 

Il poeta Gianfranco Aloe in commissione cultura

Cosenza – “Anche i bancari hanno un’anima”. Era il titolo di una commedia musicale di successo, scritta da quei grandi umoristi che rispondono al nome di Italo Terzoli ed Enrico Vaime e che rappresentò uno dei cavalli di battaglia della premiata ditta Garinei e Giovannini.

Quel titolo calza a pennello per Gianfranco Aloe, un passato da bancario, da politico militante e ora, in una sorta di “second life”, scopertosi fine scrittore e poeta di vaglia, capace di versi di grande profondità ed emotivamente molto coinvolgenti.

Ma i suoi versi, almeno finora, non ha ritenuto di doverli pubblicare “perché – dice – è difficile vendere libri, solo gli amici potrebbero acquistarli”.

Una scelta che probabilmente dovrà rivedere, anche sulla spinta e dietro l’incoraggiamento che riceve quotidianamente da quegli amici potenziali acquirenti e ieri dalla Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi, che ha ospitato Gianfranco Aloe nell’ambito della rassegna rivolta a far emergere e valorizzare i talenti del nostro territorio.

Innegabile il talento di Aloe, espresso a piene mani nel racconto “Fratelli di fatto” che per la verità ha trovato pubblicazione su un periodico di cultura giovanile e che si è aggiudicato, meritatamente, il primo posto al Premio Letterario Internazionale “Arte solidale tra Musica e Memoria” 2011, promosso dall’Associazione culturale “Gueci” di Anna Laura Cittadino.

Ieri, dopo un breve saluto introduttivo del Presidente della Commissione cultura Claudio Nigro, è stata la Vicepresidente Maria Lucente a leggere per intero il breve, ma intenso racconto.

La lettura dei versi del poeta cosentino è stata affidata, nell’incontro in commissione cultura, a Rossella Gaudio, che da attrice consumata ha dato ancora più anima alle poesie di Gianfranco Aloe: “Vedo”, e l’inedita “E…venti”.

Prima di lei anche il giovane poeta Davide Carpino, con il quale Gianfranco Aloe condivide un pezzo del suo cammino nelle iniziative dell’Associazione solidale “La Terra di Piero”, aveva letto i versi di un’altra poesia, dal titolo “Rimorsi”.

Dopo aver ringraziato la commissione, Gianfranco Aloe ha spiegato di “vivere per gioco la poesia” che trasuda impegno civile, solidarietà ed anche denuncia.

Contaminare la città di cultura – ha aggiunto – è l’unico modo per farci uscire dalla nostra condizione di crisi e talvolta di subalternità. E il ruolo della poesia può in questo senso essere di grande aiuto.”

Ne sono convinti più che mai anche i consiglieri Maria Lucente e Mimmo Frammartino, che hanno espresso apprezzamento a Gianfranco Aloe. La Lucente “per la sua capacità di raccontare, ma anche di mescolare sapientemente la poesia con la sociologia e la psicologia” e Frammartino perché “Aloe rappresenta una delle risorse della città di cui bisogna andare orgogliosi”.