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Cosenza, fatture pagate due volte. Si indaga sull’Azienda Sanitaria di Cosenza

COSENZA – «Non parlo di indagini in corso». Lapidario il commento del procuratore capo di Cosenza Mario Spagnuolo in merito alle indiscrezioni circolate nelle ultime ore secondo le quali la Guardia di Finanza avrebbe acquisito negli uffici dell’Asp alcuni documenti relativi ai pagamenti effettuati in favore di fornitori di ausili sanitari e di case di cura private accreditate. Ermetico anche il comandante provinciale delle Fiamme Gialle Marco Grazioli che non conferma la notizia, ma neppure la smentisce. Secondo quanto si è appreso i controlli dei militari riguarderebbero alcune fatture liquidate due volte dall’azienda sanitaria, con un danno quantificabile in alcuni milioni di euro. L’inchiesta condotta da Spagnuolo insieme all’aggiunto Marisa Manzini, avrebbe preso il via dopo un esposto depositato dal Commissario regionale al Piano di rientro Massimo Scura.

Operazione “All walking”, Spagnuolo: «Combattiamo questo fenomeno»

COSENZA – «La Procura della Repubblica di Cosenza è impegnata nell’azione di contrasto di questa tipologia di reati che finiscono per pregiudicare il corretto funzionamento della Pubblica amministrazione determinando, nello specifico, la compromissione della tutela della salute dei cittadini». Lo ha detto il Procuratore di Cosenza Mario Spagnuolo commentando l’operazione antiassenteismo che ha portato all’emissione di 18 provvedimenti cautelari a carico di medici e dipendenti dell’Azienda sanitaria di Cosenza in servizio a Rogliano. Il procuratore Spagnuolo ha sottolineato, inoltre, «l’importanza dell’attività portata avanti dai carabinieri della Compagnia di Rogliano».

Operazione “All walking”, indagati medici. Sospesi due sanitari – VIDEO E NOMI

IMG-20170207-WA0012ROGLIANO (CS) – L’operazione è stata denominata in codice “All walking”. Delle 4 persone sospese, due sono dirigenti medici, uno è un infermiere capo e un altro è un assistente sociale. Ma altri dirigenti medici e anche degli infermieri sono coinvolti nella truffa. In tutti ci sono 48 denunciati. «Questa è una delle indagini che stiamo facendo sull’assenteismo presso la pubblica amministrazione, ma ce ne saranno altre» ha detto il procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo, secondo il quale dirigenti e dipendenti dell’Asp di Rogliano (CS) indagati «pensavano ai fatti personali più che alla funzionalità della struttura sanitaria. Io penso che ognuno di noi – ha aggiunto – può rivendicare i propri diritti solo dopo aver adempiuto fino in fondo ai doveri che gli spettano – ha detto il procuratore – e lasciamo adesso ai vertici Asp le conseguenze del nostro lavoro e sarà la comunità a fare le sue valutazioni morali. Quando si parla di mancanza d’organico e poi si riscontrano casi come questi, in cui i dipendenti non lavorano, cosa dovremmo dire? Lascio a voi i commenti morali».

I carabinieri di Rogliano hanno posto in essere 18 misure cautelari, 4 sospensioni e 14 obblighi di presentazioni alla polizia giudiziaria, alle ore 7.30 e 14.30 di ogni giorno. Le indagini sono partite dopo numerose segnalazioni che lamentavano il comportamento “disinvolto” di alcuni dipendenti dell’azienda sanitaria provinciale che, anziché recarsi sul posto di lavoro, venivano visti per le vie della cittadina occupati nelle faccende più disparate, dal fare la spesa al supermercato fino ad arrivare a spendere il tempo pagato dai contribuenti giocando alle slot machine. Seimila ore di filmati, 200 servizi di osservazione 725 espisodi di assenteismo accertati dai carabinieri, che hanno monitorato ogni movimento dei dipendenti. OgniIMG-20170207-WA0013 giorno c’era qualcuno che si occupava di “timbrare” i cartellini per tutti, scattava cosi la libera uscita a Rogliano ma anche in provincia. Infatti, c’era chi non si faceva scrupoli di accompagnare i figli a scuola per poi tornare a casa. C’era anche chi svolgeva attivita’ nel proprio studio privato durante l’orario di servizio.

Gli indagati sono: Claudio Viteritti, 57 anni, residente a Mangone; Stano Carpino, 60 anni, residente a Mangone; Antonietta Apa, 61 anni, residente a Rogliano; Domenico Andrieri, 72 anni, residente a Cellara; Concetta Floccari, 60 anni, residente a Cellara; Andrea Scalercio, 54 anni, residente a Mendicino; Elio Oliveti, 65 anni, residente a Rogliano; Rosaria D’Ambrosio, 61 anni, residente a Cosenza; Maria Concetta Falbo, 56 anni, residente a Rogliano; Fabio Oddo, 60 anni, residente a Rogliano; Lucrezia Carmela Minò, 55 anni, residente a Malito; Oscar Marsico, 58 anni, residente a Malito; Susanna Gullo, 61 anni, residente a Castrolibero; Adonella Margherita Mancini, 60 anni, residente a Rogliano; Antonio Acquesta, 70 anni, di Rogliano; Antonio Pasquale Cicirelli, 64 anni, di Rogliano; Pasquale Mottola, 57 anni, di Cosenza; Vincenzo Fuoco, 50 anni di Rogliano.

Sanità, malore giornalista in sciopero fame. Sospende protesta

COSENZA – Il giornalista Mario Campanella, che protestava contro l’Asp di Cosenza «per il riconoscimento del diritto alla immissione in servizio e alla stabilizzazione, si trova attualmente sotto osservazione presso l’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza a seguito di un malore avuto dopo l’inizio dello sciopero della fame, domenica sera, 8 gennaio». A renderlo noto è il suo legale, l’avvocato Katia Vetere, in una nota. «Campanella, che ha perso due chili – prosegue il legale – manifesta un grave stato di debilitazione e disidratazione. Quale suo legale ho insistito affinché desistesse dall’iniziativa ricevendo un cortese ma netto rifiuto. Nelle prossime ore, per tornare al nucleo della vicenda amministrativa, in assenza di risposte positive da parte dell’Asp, ci rivolgeremo d’urgenza alla magistratura competente».

«Dopo 5 giorni e su precisa indicazione dei medici – afferma, dal canto suo Campanella – ho dovuto, mio malgrado, sospendere lo sciopero della fame. Voglio sottolineare che si è trattata di una protesta civile e forte per reclamare un diritto e non il pietismo. In assenza di risposte da parte dell’Asp ho dovuto fare ricorso di urgenza alla magistratura del lavoro e confido che possa restituirmi giustizia e serenità».

Precari Asp, Bilardi (Ncd): «Questione irrisolta»

ROMA – «C’e’ una questione irrisolta che riguarda alcuni precari storici dell’Asp di Cosenza e sulla quale né Oliverio, né Scura, né Mauro intendono intervenire». Lo afferma il senatore Giovanni Bilardi, vice coordinatore regionale vicario di Ncd Calabria. «Sulla questione dei cosiddetti falsi precari – prosegue – noi di Ncd, già due anni fa invocammo l’annullamento degli atti e l’intervento della magistratura. Lo diciamo senza infingimenti e senza alcuna remora. Il direttore generale Mauro deve porre fine alle situazioni di discriminazione presenti e Scura non può fare il Ponzio Pilato: la stessa cosa riguarda Oliverio e Fatarella. L’Asp di Cosenza eredita situazioni che riguardano la gestione dell’ultimo periodo 2008-2010 ma su vicende in cui è intervenuta la magistratura e anche il ministro della Salute non si può continuare a menare il can per l’aia».

Precari Asp, 142 indagati. Ai domiciliari Francesco Mazza

COSENZA – Un mucchio di carte false prodotte per consentire a 138 persone prive dei requisiti di legge di essere assunte dall’azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza pochi giorni prima delle elezioni regionali del 2014. Proseguono serrate le indagini della Procura della Repubblica guidata da Mario Spagnuolo, coadiuvata nel difficile lavoro di ricostruzione di atti e procedure, dagli uomini della guarda di finanza. Nel complesso gli indagati sono 142. Oltre agli aspiranti impiegati, indagati per aver sottoscritto false attestazioni, sono finiti sotto inchiesta anche dirigenti e funzionari con ruoli di responsabilità del Dipartimento lavoro e politiche sociali della Regione Calabria e della stessa Asp cosentina. Un reclutamento effettuato, secondo i magistrati, con procedure irregolari e senza alcuna previsione di copertura finanziaria. L’obiettivo era quello di alimentare clientele e veicolare consensi elettorali. Per questo l’indagine potrebbe coinvolgere presto anche il livello politico, responsabile di aver avallato questa brutta vicenda. Tra gli indagati vi sono Vincenzo Caserta, ex Dirigente Generale del Dipartimento Politiche Sociali della Regione Calabria, Pasquale Capicotto, responsabile dei lavoratori lsu-lpu, Gianfranco Scarpelli, che all’Asp ha ricoperto il ruolo di Direttore Generale, Luigi Palumbo e il direttore del distretto di Rogliano Antonio Perri, responsabile del procedimento che ha portato alle chiamate dei lavoratori. Intanto, su richiesta della Procura, il Gip di Cosenza, Giuseppe Greco, ha disposto gli arresti domiciliari per Francesco Mazza, 59 anni, funzionario sindacale il quale, insieme a Pasquale Capicotto, nel redigere materialmente l’elenco delle persone che l’Asp avrebbe dovuto impiegare, non si sarebbe fatto scrupolo di modificare timbri e date del protocollo per attestare la ricezione delle istanze in tempo utile per essere ammesse. La misura cautelare, secondo quanto si è appreso, si sarebbe resa necessaria per le reiterate condotte assunte da Mazza, nel tentativo di sviare le indagini, e consistite nel suggerire ai coindagati le dichiarazione da rendere in sede di interrogatorio per alleggerire la sua posizione. Per questo il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto i domiciliari, così da interrompere ogni contatto di Mazza con terze persone.

Acri, Nicola Tenuta:«Occorre rivedere l’atto emanato dall’Asp»

asp ACRI (CS) – Il sindaco Nicola Tenuta, la giunta al completo ed il presidente del consiglio, Roselli,  si sono recati presso la sede Asp di Cosenza per manifestare al direttore generale, il loro disappunto riguardo l’atto aziendale emanato lo scorso undici novembre. «Chiediamo con forza, dicono gli amministratori, la rivisitazione della delibera che, una volta adottata,  penalizzerebbe fortemente il territorio e creerebbe notevoli disagi alla popolazione. Se da una parte l’ospedale Beato Angelo conserverebbe tutti i servizi, già inseriti nei precedenti atti, per quanto riguarda la composizione del distretto, non siamo per nulla soddisfatti. Far parte, difatti, del distretto di Rossano,  significherebbe costringere i cittadini a lunghi ed estenuanti viaggi per sottoporsi alle visite ambulatoriali e specialistiche. Con questo atto , un cittadino di Acri impiegherebbe anche cinque ore tra viaggio e visita specialistica mentre il poliambulatorio rischierebbe di essere sottoutilizzato e di conseguenza il territorio di essere depauperato. Chiediamo, invece, che Acri continui a far parte del distretto Rende-valle del Crati a cui appartengono anche centri come Bisignano, Luzzi e Rose, più facilmente raggiungibili e che, sicuramente, rappresenta una realtà sociale più omogenea». Il sindaco Tenuta e gli assessori hanno ottenuto un incontro con il direttore del dipartimento della salute, Fatarella, con il presidente della giunta regionale Oliverio e con il suo consulente alla sanità, Pacenza, in programma venerdì 17 alle 13 a Catanzaro.

“Nati per leggere”, all’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme parte il progetto dell’Asp di Catanzaro

CATANZARO – E’ stato avviato il progetto “Nati per leggere” che promuove la lettura di libri per l’infanzia, da parte degli operatori della Biblioteca comunale di Lamezia Terme, ai piccoli pazienti del reparto di Pediatria dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme. La presentazione dell’iniziativa si è tenuta nel corso di una conferenza stampa, organizzata dal Comune di Lamezia Terme, alla presenza del direttore generale dell’Asp di Catanzaro dott. Giuseppe Perri, del sindaco della città Paolo Mascaro, del primario dell’unità operativa di Pediatria Mimma Caloiero e dall’assessore alla Cultura Graziella Astorino. In particolare, la Biblioteca comunale lametina collaborerà con il reparto di Pediatria per la realizzazione del progetto tramite gli operatori dell’area socio-sanitaria (pediatri ospedalieri, assistenti sanitari, infermieri) e gli operatori dell’area educativa-culturale (bibliotecari e volontari). Da domani, e per i prossimi tre mesi, i volontari del servizio civile nazionale operanti in biblioteca (in particolare  Domenico D’Agostino, Giovanni Mazzei, Natia Rocca, Alessandra Longo, Valentina Dattilo, Margherita Gigliotti, Caterina Anania, Alessandra Corrado, Fabio Lucchino, Federica Piazzetta, Manuela Bonavina), si recheranno in ospedale il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15.30 alle 19, per leggere le fiabe ai bambini ricoverati in ospedale. L’obiettivo primario del progetto “Nati per Leggere 2016” è quello di offrire un supporto socio-culturale ai piccoli pazienti, con l’intento di alleggerire la loro degenza, ridurre lo stress da paura e la sofferenza, agevolare le terapie mediche, contribuire a migliorare la qualità della vita dei piccoli degenti.  La lettura ad alta voce ha anche una valenza terapeutica; la voce di un adulto che legge con amore un libro ad un bambino spesso riesce a calmarlo, a consolarlo, a rassicurarlo, perché genera in lui senso di protezione, suscita emozione, crea un legame. <<Il progetto – ha affermato il dg Giuseppe Perri – è stato promosso in Italia dall’Associazione culturale pediatri, dall’Associazione italiana biblioteche e dal Centro per la salute del bambino onlus, che ha già dato vita a 800 progetti locali in più di 2mila comuni italiani>>. <<Questa iniziativa – prosegue Perri – ha degli obiettivi molto significativi come il rafforzamento del legame tra genitori e bambino, il sostegno delle cure parentali (genitorialità), il miglioramento delle capacità di apprendimento, il miglioramento dell’autostima del bambino, il sostegno delle abilità di lettura-scrittura con conseguente miglior profitto scolastico e riduzione dell’abbandono scolastico>>. <<Queste attività – aggiunge il dg – possono essere concretamente realizzate quando fra istituzioni avviene un dialogo costruttivo e propositivo come quello che è avvenuto tra l’Asp di Catanzaro e il Comune di Lamezia Terme, che ringrazio nella persona del Sindaco Paolo Mascaro, in quanto proprio grazie a questa sinergia tra i due enti è stato possibile riorganizzare insieme la nuova rete ospedaliera ed evitare che molti servizi venissero chiusi o ridimensionati>>. Un’iniziativa molto importante, ha evidenziato la dott.ssa Caloiero, in quanto <<la lettura ad alta voce è un sistema particolarmente apprezzato in ambito pediatrico, importante per lo sviluppo cognitivo e comportamentale del bambino, utile a livello relazionale: è scientificamente dimostrato che i bambini a cui si leggono regolarmente storie, filastrocche e poesie evidenziano un più precoce sviluppo del linguaggio, un vocabolari più ricco ed una migliore capacità di esprimere il proprio pensiero. Ma non si tratta solo di questo: leggere insieme è un modo per creare e mantenere rapporti, prima di tutto fra chi legge e chi ascolta. Leggere ad alta voce al proprio bambino significa innanzitutto dedicargli tempo, condividere con lui emozioni e sensazioni, entrare con amore nel suo mondo, nella sua dimensione>>. Il primo cittadino Paolo Mascaro ha sottolineato come Lamezia si attesta, ancora una volta, come <<città nevralgica per la cultura calabrese, grazie alle tantissime iniziative messe in campo. Anche questo progetto rivolto ai bambini è molto importante>>. L’assessore Astorino, nell’evidenziare l’importanza del libro come strumento indispensabile per implementare la fantasia, ha spiegato come la Biblioteca comunale lametina <<promuove da tempo l’organizzazione e lo sviluppo della lettura, offrendo vari servizi che prendono in considerazione le esigenze dei cittadini, con attenzione particolari ai servizi bibliotecari per bambini e ragazzi. La sezione Ragazzi della biblioteca offre da tempo numerose possibilità d’aggregazione ludico-culturale per bambini e ragazzi tesserati, attività che di concerto alle altre svolte nella struttura contribuiscono all’accrescimento della valorizzazione culturale della città>>.

Asp Cosenza, Mauro si difende: «Mia nomina legittima»

COSENZA – «Ritengo utile precisare che nulla ho chiesto a titolo di risarcimento del danno alla persona (equo indennizzo) all’Asp di Cosenza, né ho richiesto il pagamento delle spese legali, da me sostenute, in quanto il mio unico fine era la tutela e la difesa dell’esercizio della mia funzione a vantaggio della pubblica amministrazione». Lo afferma, in una nota, il direttore generale dell’Asp di Cosenza Raffaele Mauro in relazione alla causa di servizio per depressione vinta nel 2015 ai danni della stessa Asp di cui poi è divenuto direttore generale, aggiungendo che la sua nomina è «assolutamente legittima ed incontestabile. Le ragioni che mi hanno indotto a promuovere, nel 2011, la causa di servizio – afferma Mauro – sono le stesse che mi impegnano, oggi, a dover respingere ed a non cedere a nessun tipo di condizionamento e di pressioni che hanno il desiderato fine di stravolgere il principio della regola della buona amministrazione, per tutelare interessi particolaristici e privati, nella sanità cosentina. Gli attacchi nei miei confronti iniziano nel 2007 e vengono amplificati dal 2010 in poi, attraverso rilevanti pressioni che sono sfociate anche in vere e proprie aggressioni. Nel periodo indicato si è dovuto procedere a far adeguare le case di cura al possesso dei requisiti strutturali, nonché, alla riorganizzazione in coerenza ai nuovi modelli dettati dal Decreto del Commissario per il Piano di Rientro. A seguito dell’attuazione di tali modelli organizzativi, si è determinata la riduzione della produzione delle cliniche private, con conseguente flessione dei livelli occupazionali, fino al punto che in provincia di Cosenza si è dovuto registrare il fallimento di quattro strutture. Mi sono trovato nel difficile ruolo di servire due padroni, facendo da respingente fra il management aziendale ed i lavoratori disperati. Altre strutture hanno dovuto fare ricorso all’istituto del concordato preventivo ed, in tale contesto, è scaturito un notevole ritardo nel pagamento dei lavoratori dipendenti. In tali periodi ho subito l’avvelenamento del cane, minacce di morte e danneggiamenti all’automobile, nonché, l’occupazione della struttura da me diretta, con conseguente intervento della Digos, in più circostanze. Di fronte a tali aggressioni ed alle minacce di cui ero oggetto, invece di registrare la solidarietà dei vertici aziendali pro-tempore, venivano esercitate ingerenze nell’espletamento delle mie funzioni, con l’intento di operare una mia rimozione dall’incarico ricoperto. Il management aziendale pro-tempore procedeva, altresì, all’invio di tutti gli atti da me prodotti alla sezione regionale della Corte dei Conti che non attivava alcun procedimento amministrativo-contabile, nei miei confronti.  Nonostante ciò si continuavano ad esercitare minacce e pressioni a mio danno. Ho dovuto, pertanto, ricorrere alla causa di servizio, come extrema ratio, al fine di invocare la tutela aziendale nei miei confronti. Ero costretto in quel periodo a subire un grave stato di stress, in quanto mi sentivo isolato e non supportato dal management pro-tempore. Inevitabilmente, solo il riconoscimento della dipendenza da causa di servizio poteva essere l’unica ed estrema tutela nei confronti della mia condizione lavorativa ed esistenziale. Tutto questo, unicamente, per aver operato nel rispetto della legalità e nell’interesse della Pubblica amministrazione. La sentenza interviene a novembre 2015, riconoscendo un danno alla persona ascrivibile all’ottava categoria; tale condizione è pienamente compatibile con l’espletamento di qualsiasi attività lavorativa, ivi compresa quella di direttore generale aziendale. A gennaio 2016, nominato direttore generale dell’Asp di Cosenza – conclude Mauro – dichiaravo l’insussistenza di incompatibilità di qualsiasi natura che, in base alla vigente normativa sulla causa di servizio, non sussistevano e non sussistono. Mai, avrei reso false dichiarazioni che potessero inficiare la mia nomina. Tale nomina deliberata dal Presidente e dalla Giunta Regionale è, dunque, assolutamente legittima ed incontestabile».