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Cosa significa Essere profughi oggi

migrantiCOSENZA – C’è chi subisce l’attualità e accetta passivamente tutto quello sente intorno e chi invece prova a fare un passo in più, sforzandosi di capirne meglio meccanismi e retroscena.

E proprio dal desiderio di alcune persone e di alcune organizzazioni del territorio (Coordinamento Libera Cosenza, Otra Vez Bio Eco Equosolidale, Gruppo Emergency Cosenza, le cooperative sociali Dignità Del Lavoro e R-Accogliere) di fare maggiore chiarezza su un argomento così complesso, ma quanto mai appunto attuale, come quello dei migranti e dei profughi, che nella bottega del commercio equo di via Mari si è tenuto ieri un incontro dal titolo “Essere profughi oggi”. Ad aiutare a trovare alcune risposte Donatella Loprieno, docente di Diritto dei migranti, presso il Dipartimento di Scienze politiche e Sociali dell’Unical.

L’immagine del piccolo Aylan ha toccato il cuore di tutti, scatenando reazioni differenti e anche qualche strascico di polemica. Ma Aylan non è il primo e non è l’unico che ha perso la vita in modo così tragico. Aylan ha scosso le coscienze, in qualche modo ha aperto gli occhi su una vicenda, quella della Siria, che non è poi così lontana come si possa credere. Ha mobilitato cittadini e istituzioni, smuovendo persino i più alti vertici politici degli stati europei.

Ma Aylan non è il primo: è diventato l’emblema di un popolo in fuga; è diventato l’emblema di tutti coloro che fuggono.

Partendo da qui emerge allora prepotente l’esigenza di capire, di sapere, di conoscere. Perché i migranti non sono tutti uguali, nonostante i tentativi di facile generalizzazione; non hanno la stessa storia, le stesse esperienze, la stessa identità. E non si riduce solo ad una questione di linguaggio, all’utilizzo di termini politically correct: le parole custodiscono significati precisi. Un glossario consapevole che apre naturalmente la strada ad nuovo modo di intendere l’accoglienza, ad un approccio basato sulla reciprocità e il senso di responsabilità verso l’altro.

L’incontro ha sollevato numerosi spunti di riflessione e di interesse, dipanandosi tra i dettami delle convenzioni internazionali, le altalenanti scelte politiche dell’Europa e degli stati membri, le specifiche esigenze degli operatori di frontiera, le legittime richieste dei viaggiatori, l’inadeguatezza culturale delle nostre comunità, guidate troppo spesso dalla paura del diverso.

Un dibattito che non si ferma solo alle parole. L’appuntamento infatti è per venerdì 11 settembre, in piazza 11 settembre, al sit-in delle donne e degli uomini scalzi, un presidio di solidarietà con i migranti che partendo dal Lido di Venezia attraverserà idealmente tutta l’Italia.

Mariacristiana Guglielmelli