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Turismo, Bianchi “artigianato eccellenza italiana”

REGGIO CALABRIA – Artigianato: effetto Balti, giovani lombardi sognano di fare i bombonieristi.

« L’artigianato è un’eccellenza tutta italiana che racconta le tradizioni, il tessuto sociale e culturale di una comunità ed è l’essenza del nostro Paese e del made in Italy. Al tempo stesso è un importante attrattore turistico e rappresenta un’opportunità anche per i nostri giovani che dal passato possono trovare la strada per il proprio futuro».

Lo ha detto il sottosegretario al Turismo Dorina Bianchi, calabrese, intervenendo ad una tavola rotonda dal titolo “Artigianato italiano un patrimonio per l’umanità?” che si è svolta nell’ambito di Milano Unica, il salone internazionale della tessitura in corso alla Fiera di Milano a Rho.

Si tratta della seconda tappa del road show, promosso da Confartigianato insieme al massmediologo Klaus Davi, per promuovere una discussione e una riflessione sull’eccellenza dell’Artigianato italiano, in vista di una proposta di candidatura all’Unesco.

«L’artigianato tradizionale – ha spiegato la Bianchi –  è identificativo del rapporto fra l’uomo e i suoi territori e come il turismo, non è delocalizzabile e può offrire una diversificazione dell’offerta in linea con il Piano Strategico del Turismo. Il rapporto tra turismo e artigianato ha una duplice prospettiva: arricchisce l’offerta turistica del territorio e permette di intercettare i flussi con alto potere di acquisto.

Dobbiamo creare percorsi tra le botteghe artigiane per scoprire gli antichi mestieri con pacchetti turistici personalizzati. Oggi il turista non compra un posto letto ma un’esperienza e l’artigianato può essere la risposta a quella richiesta di turismo esperienziale e al desiderio di entrare in stretto contatto con il territorio e di sentirsi abitante».

«La riscoperta degli antichi mestieri – ha concluso il sottosegretario al Turismo – rappresenta, inoltre, un’opportunità per i giovani che permettono un ricambio generazionale in questo settore atteso da tempo con il loro potenziale innovativo legato alle nuove tecnologie.

Secondo una ricerca dell’Università Bocconi, gli artigiani nei settori di nicchia possono portare un impatto del +1% sul Pil e produrre fino a 160mila nuovi posti di lavoro. È importante che i giovani apprendano il “sapere” insieme al “saper fare”. Con l’introduzione dell’alternanza scuola-lavoro in questo senso sono stati fatti degli importanti passi in avanti».

Sarà l’effetto Bianca Balti, top model di fama internazionale che in una recente intervista ha dichiarato “quello che mi manca di più dell’Italia sono le bomboniere di Lodi fatte a mano, che mi faccio spedire qui in California tanto sono belle ” (http://www.lastampa.it/2017/07/01/societa/moda/bianca-balti-non-sono-capace-a-dire-di-no-temo-pi-i-rimpianti-degli-errori-ANHrqtf3c0O8yuYFn3LyGM/pagina.html), sarà che due italiani su tre non vogliono rischiare di aprire una startup per paura di fallire dopo solo un anno, come dimostrano i recenti dati del Randstad Workmonitor (http://www.ilsole24ore.com/art/management/2017-05-04/imprenditoria-sogno-italiani-ma-due-tre-temono-fallire-112112.shtml?uuid=AEo70AGB), ma i giovani e le giovani lombardi stanno riscoprendo quantomeno l’importanza dei vecchi mestieri artigiani, un tempo giudicati cheap e ora in grande rispolvero.

Secondo una ricerca realizzata dall’agenzia di comunicazione di impresa Klaus Davi and Co. su 1000 giovani lombardi di età compresa tra i 15 e i 25 anni, in occasione di un’iniziativa di sostegno alla proposta di candidatura a Patrimonio Unesco del nostro artigianato, sostenuta dal Ministero dei Beni Culturali e del Turismo e promossa nel corso di MilanoUnica partita oggi alla Fiera di Rho/Milano, il particolarissimo  mestiere di ‘bombonierista’ in cui eccellono le maestranze lodigiane – complice una icona internazionale come la Balti – è tra i più affascinanti (36% delle preferenze).

L’arte del saper fare  affascina a sorpresa sia ragazzi (13% dei casi) che ragazze. In una regione come la Lombardia coinvolgono anche altri mestieri artigiani  tradizionalmente lombardi, come la lavorazione della seta – e tessile in generale – (come il disegno, la tessitura jacquard, la stampa tradizionale, i finissaggi e la confessione, il ricamo come a Gallarate, tintoria, torcitura), storicamente tra le più rinomate a livello internazionale e ancor oggi molto attiva, tanto che il 30% degli intervistati se ne dice ammaliato.

Al terzo posto si distingue la professione del liutaio (27%), trainata da un centro importante come Cremona, dove la tradizione dei leggendari maestri Stradivari e Amati non si è mai persa ed è arrivata alle generazioni più giovani. Appena giù dal podio troviamo l’arte orafa (24%) sia di gioielli che di metalli preziosi, concentrata per lo più attorno al capoluogo milanese. Tornando al tessile, la produzione dei pezzotti attira il 21% degli intervistati: si tratta della lavorazione a mano di tappeti rustici dai colori vivaci, tipica delle aree montane di Sondrio.

Un altro must dell’artigianato nostrano molto apprezzato è la produzione di pipe in radica (17,5%), un oggetto tornato molto in voga anche grazie a numerosi videoclip musicali. Il 16% – soprattutto donne –  è invece amante degli antichi oggetti in vimini e sogna di dedicare il resto della sua vita alla creazione di cesti, sedie e manufatti con l’uso di questa fibra davvero speciale. Naturalmente, parlando di Lombardia, non si può dimenticare la pelletteria, fiore all’occhiello della Regione: il 15% del campione di ragazzi brama di imparare questo mestiere, magari in qualche conceria tradizionale della zona.

Penultima posizione per un’altra specialità, quella dei ricami con tomboli e fuselli: il 13% si vedrebbe benissimo come ricamatore o ricamatrice, quasi come se si trovasse in una favola ottocentesca.

Chiude questa speciale top ten l’attività dell’armaiolo (10%), il produttore di armi, che nel territorio lombardo vanta vere e proprie eccellenze a livello mondiale come la fabbrica Beretta, che ha istituito propri corsi per apprendere questa particolare e apprezzata arte.