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Scoperto ad abusare di una bambina durante una festa, arrestato

LAMEZIA TERME (CZ) – Un 40enne lametino è stato arrestato e posto ai domiciliari, su richiesta della Procura di Lamezia Terme, per atti sessuali con una minorenne. L’uomo, secondo quanto è emerso dalle indagini condotte dai carabinieri della Compagnia lametina, ha approfittato di essere amico della famiglia della ragazzina.

Il fatto è accaduto in un ristorante durante alcuni festeggiamenti

L’uomo, approfittando di un momento in cui la piccola vittima si trovava momentaneamente da sola, l’ha circuita e, con una scusa, l’ha portata in un luogo appartato nel retro del ristorante. A fermarlo è stato l’arrivo accidentale di un’altra persona che si è trovata davanti l’uomo immobile mentre la piccola è scappata in lacrime. La ragazzina ha poi avuto il coraggio di raccontare tutto ai carabinieri.

Fonte Ansa

Violenza sessuale su una bambina, arrestato 75enne

REGGIO CALABRIA – Un 75enne reggino è stato arrestato e posto ai domiciliari dalla squadra mobile di Reggio Calabria con l’accusa di violenza sessuale su una bambina di 8 anni.

Dalle indagini condotte dalla sezione “Reati contro la persona, in danno di minori e sessuali”, coordinate dalla Procura della Repubblica diretta da Giovanni Bombardieri, è emerso che la bimba, nei primi giorni di settembre, è stata costretta con forza dall’uomo, approfittando della momentanea distrazione dei familiari, a compiere atti sessuali all’interno della sua abitazione. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e del pm Nicola De Caria – che hanno portato all’ordinanza del gip – sono iniziate dopo la denuncia dei familiari della piccola che hanno raccontato ai poliziotti della Squadra mobile le confidenze raccolte dalla bambina nell’immediatezza dei fatti. L’abuso è stato poi confermato in modo attendibile dalla stessa minore, a distanza di pochissimi giorni, in sede di audizione protetta.

Esplosione Crotone, restano gravi le condizioni della bambina

CROTONE – E’ ricoverata nell’ospedale di Bari in condizioni molto gravi con ustioni da scoppio di secondo grado alla testa, Noemi, la bambina di 4 anni rimasta ferita nella serata di ieri nell’esplosione di un appartamento a Crotone nella quale hanno perso la vita la nonna Rita Murgeri, di 55 anni, ed il compagno Saverio Romano, di 43, ed è rimasta ferita la madre, Naike Vinotti, di 28. Anche la donna è stata trasportata in un ospedale pugliese, a Brindisi, dove è ricoverata in prognosi riservata con ustioni di terzo, quarto grado sul 45% del corpo. La donna, comunque, non sarebbe in pericolo di vita. Illesi, invece, il padre, Fabio Buonferrato, e le due sorelline di Noemi, di 7 e 10 anni, che dopo essere state visitate in ospedale sono andate a casa del nonno. La famiglia Buonferrato nell’esplosione ha perso praticamente tutto. Stamani il parroco della chiesa di San Paolo ha portato alcuni indumenti per le piccole.

Auto contro bici, grave una bambina

ROCCA IMPERIALE (CS) – Questa mattina un brutto incidente ha visto coinvolta una bambina che ora versa in gravi condizioni. A Rocca Imperiale un’autovettura ha travolto una bambina che stava transitando a bordo di una bicicletta, trascinandola per alcuni metri. L’incidente, che ha lasciato molti passanti  impietriti, è avvenuto in via Fiera, davanti ad un tabaccaio, nei pressi del lungomare. La bambina è ricoverata all’Ospedale ma sarebbe, come detto, in gravi condizioni.

Si attendono ulteriori aggiornamenti.

Ad Uno Mattina su Rai1 si parlerà del caso di Cloe Grano

ROMA – Domani, venerdì 20 maggio, nella trasmissione Uno Mattina in onda su Rai 1, si parlerà della vicenda che riguarda il decesso avvenuto per invaginazione della piccola bambina cosentina, Cloe Grano, avvenuta due anni fa all’Ospedale Santobono di Napoli. Gli ospiti della trasmissione saranno Dino Grano, papà della bambina, che all’epoca dei fatti aveva solo quattro mesi e mezzo, e il legale che li tutela nel procedimento giudiziario avviato su denuncia dei genitori, l’avvocato Ferdinando Palumbo. La vicenda colpì la sensibilità della nazione intera, anche per il gesto dei genitori di donare gli organi della piccola Cloe. Dino ed Editha Grano, mamma e papà della bambina, denunciarono subito quanto accaduto al commissariato partenopeo, proprio come fecero anche a Cosenza. I genitori di Cloe avevano portato per quattro volte la bimba sofferente all’Ospedale Annunziata di Cosenza, fino a quando la situazione è precipitata e la piccola ha avuto un arresto cardiaco. Vista l’urgenza del caso, i sanitari del capoluogo bruzio disposero il trasferimento in ambulanza nel nosocomio di Napoli.

Prevista per il prossimo 18 luglio l’udienza di fronte al GIP del Tribunale di Cosenza.

In stato di fermo la madre della piccola soffocata a Cosenza

12765592_948406418576575_733740011_oCOSENZA – Nella tarda serata di ieri i carabinieri hanno notificato il provvedimento di fermo emesso dal pm della Procura di Cosenza,per omicidio volontario nei confronti di Giovanna Leonetti, la biologa di 37 anni che avrebbe ucciso la figlia Marianna di 7 mesi soffocandola con un cuscino e che poi, dopo essersi resa conto di quanto accaduto, secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, avrebbe tentato di togliersi la vita ingerendo dei barbiturici. La tragedia si è consumata in uno stabile di via Molinella, all’angolo con Piazza Kennedy, in pieno centro della città di Cosenza, intorno alle ore 13 quando il marito della donna, l’avvocato Francesco Luberto di 41 anni, rientrando a casa ha trovato il corpo della piccola e ha dato l’allarme al servizio di emergenza 118. L’uomo ha poi trovato la moglie seduta su una poltrona, dopo essere stata colta da malore, con accanto, sul pavimento, una confezione vuota di barbiturici. I sanitari, chiamati dal padre della neonata, dopo avere praticato i primi interventi, non sono però riusciti a scongiurare il peggio e la bimba è arrivata esanime al pronto soccorso dell’ospedale dell’Annunziata. Nello stesso nosocomio è stata portata, in stato confusionale, anche la madre, che adesso è piantonata in corsia dai carabinieri. Al momento della tragedia Giovanna Leonetti e la bambina si trovavano al primo piano dell’edificio. In casa, al terzo piano, c’erano anche la nonna della piccola insieme alla sua badante. Successivamente è sopraggiunto il padre della bambina. Tutte le persone presenti nell’abitazione sono state sentite dal pm della Procura della Repubblica di Cosenza, titolare dell’inchiesta. Nell’immediatezza, inoltre, gli esperti dei carabinieri hanno effettuato un sopralluogo nella casa rilevando gli elementi di interesse investigativo da riferire al magistrato. La domanda che tutti, tra gli amici e i conoscenti della12752038_948406955243188_860881635_o coppia, si pongono adesso, dopo che la notizia si è diffusa, provocando incredulità e sgomento, è come sia potuto accadere tutto questo. Soltanto le indagini dei carabinieri potranno sciogliere tutti gli interrogativi che gravano su questa vicenda. Quel che è emerso, comunque, al momento, è che Giovanna Leonetti, da un po’ di tempo, diceva di essere stanca per il fatto che la notte la bambina non la faceva dormire. Questo, almeno, è quanto ha riferito un’amica della donna che aveva raccolto direttamente le sue lamentele parlando con lei nel laboratorio di analisi cliniche in cui la mamma di Marianna lavora. “Sono proprio esasperata – avrebbe confidato all’amica – perché Marianna non mi fa dormire la notte. Non so come fare per questo”. Poi, la tragedia.

Bambina morta a Cosenza, la madre avrebbe tentato il suicidio

COSENZA –  Avrebbe tentato il suicidio, ingerendo barbiturici, la madre della bambina di sette mesi morta a Cosenza, in un’abitazione del centro, a via Molinella. Secondo una prima ricostruzione, a trovare il cadavere della bambina è stato il padre, al suo rientro a casa. L’uomo ha poi trovato la moglie su una poltrona, colta da malore, ed a terra, accanto alla donna, una confezione vuota di barbiturici. Il padre della bambina, un avvocato di Cosenza, ha portato quindi la moglie in ospedale. Secondo una prima sommaria ricostruzione, la donna, 37 anni, di Cosenza, G. L., medico di professione, che soffriva di depressione post partum, ma la notizia non è stata confermata, avrebbe soffocato con un cuscino la figlioletta, di appena sette mesi. Il fatto si è consumato al primo piano di  un palazzo di Via Molinella, angolo Piazza Kennedy, nel centro della città, dove si trovano, per i rilievi, i militari dell’Arma. Il fatto è avvenuto attorno alle 13 di oggi. Sia il padre della bambina che la madre adesso si trovano nella Questura di Cosenza per essere sentiti dagli investigatori della squadra mobile. L’uomo, secondo quanto si è appreso, viene sentito nella speranza che possa fornire indicazioni utili per chiarire cosa sia successo. La bambina, che si chiamava Marianna, sarebbe stata soffocata premendole sul viso un cuscino. Gli investigatori dell’Arma nel frattempo stanno svolgendo un sopralluogo nell’appartamento di via Molinella dove è venuta la tragedia.

Tragedia a Buonvicino, bimba muore intossicata dalla stufa difettosa

Romina MaiolinoBUONVICINO (CS) – Sarebbe deceduta per intossicazione da ossido di carbonio la bimba di sei anni morta questa mattina mentre dormiva nel lettone dei genitori accanto alla madre a Buonvicino, centro montano del Tirreno cosentino. A compiere la terribile scoperta è stato il cognato della donna che ha subito allertato il 118. I sanitari giunti sul posto non hanno potuto far altro che accertare il decesso della bambina, mentre la madre, Romina Maiolina, 36 anni, è stata trasferita all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza in stato di semincoscienza, in condizioni critiche con l’elisoccorso. Nell’abitazione dove si è consumato il dramma, oltre alla piccola e sua madre, si trovavano il cognato e i nonni paterni e materni. Sul posto si sono recati i carabinieri della stazione di Diamante e il pm di turno Maria Camodeca che assieme al procuratore capo del tribunale di Paola, Bruno Giordano, stanno coordinando le indagini. Dalle prime analisi compiute dal medico legale sul corpicino della piccola non emergerebbe alcun segno di violenza mentre sarebbero visibili gli effetti dell’intossicazione da esalazioni di ossido di carbonio. Per questo gli inquirenti propendono come causa di morte l’incidente domestico legato appunto all’impianto di riscaldamento. Prima di disporre l’autospia gli investigatori attendono che la madre riprenda coscienza per comprendere l’esatta dinamica dell’incidente. In corso sull’impianto di riscaldamento anche le verifiche tecniche da parte dei vigili del fuoco del distaccamento di Scalea. Secondo le prime ipotesi, a provocare il dramma sarebbe stato il malfunzionamento dell’impianto stesso che serve tutto il palazzo dove vivono anche gli altri parenti della donna. L’impianto è allacciato ad un bombolone di Gpl esterno all’abitazione. 

Catanzaro: arrestato anziano per abusi su bambina

Arrestato e posto ai domiciliari a Sellia Marina un uomo di 72 anni per il reato di violenza sessuale nei confronti di una bambina di sette anni. Dalle indagini dei carabinieri è emerso che l’anziano, dopo aver attirato l’attenzione della minore facendola entrare in casa, avrebbe rapidamente chiuso la porta dell’abitazione a chiave per impedirle di uscire e l’avrebbe costretta a subire atti sessuali.